SIGILLI A TRE VILLETTE IN VIA SANTERAMO

La Gazzetta del Mezzogiorno del 30 marzo 2006(http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it)

 

Un’altra grana per l’imprenditore Carlo Columella, proprietario degli immobili

 

SIGILLI A TRE VILLETTE

 

Costruite in zona agricola: concessioni illegittime

 

ALTAMURA. – Sotto i sigilli le villette dai tetti rossi in via Santeramo. Su ordinanza della Procura di Bari i carabinieri hanno sequestrato tre manufatti edili che ricadono in zona agricola. La contestazione riguarda le concessioni autorizzative che sarebbero illegittime. Si tratta di un sequestro «eccellente». Le concessioni edilizie ed i villini fanno capo infatti a Carlo Columella, noto imprenditore del settore dello smaltimento dei rifiuti. A lui, ad un familiare e ad un tecnico del suo entourage i carabinieri hanno notificato il sequestro preventivo dei tre manufatti. Per Columella dunque un’altra grana dopo la recente inchiesta sulla discarica di Canosa. I villini sono in fase di ultimazione ed in parte allo stato rustico. Spiccano sulla ex strada statale 171 per Santeramo (contrada San Tommaso, località Jazzo del Forno) per i tetti in tegole rosse. Anche l’area su cui insistono è stata sottoposta a sequestro. L’indagine è stata avviata da alcuni mesi dai carabinieri di Altamura che hanno in corso altri accertamenti. I villini sono stati infatti realizzati sulla base di concessioni comunali che secondo gli inquirenti non potevano essere rilasciate. Gli accertamenti hanno avuto inizio dopo la discussa vicenda amministrativa in Consiglio della mancata approvazione della lottizzazione commerciale a Jazzo del Forno proposta dalla società «Setra». Andando temporalmente ancora più indietro, le indagini fanno seguito alla concessione di un passaggio stradale che conduce al mattatoio nella stessa contrada. Gli accertamenti hanno nel mirino un trasferimento di volumetrie e le modalità con cui si è giunti poi alla realizzazione degli immobili. Secondo gli inquirenti, si tratta di una zona agricola in cui non era possibile un cambio di destinazione d’uso. L’iter burocratico delle concessioni presenta inoltre dei passaggi su cui si indaga ancora. E, nel frattempo, il sequestro mira a conservare lo stato dei luoghi. Tecnicamente si tratta di un «abuso edilizio» anche se, a differenza di altri sequestri, questa volta scaturito da concessioni ritenute illegittime.

(Onofrio Bruno)

 

 

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UN PAIO DI PRECISAZIONI SULL’ENNESIMO "CASO"

 

1) Due villette sono state realizzate grazie alla concessione n. 57 del 28 aprile 2003, richiesta dalla società SETRA.

La società SETRA presenta, il 28 maggio 2002, una nota con cui propone – al fine di «accelerare i tempi della realizzazione della strada a servizio del mattatoio con conseguente attivazione delle procedure di esproprio (lunghe costose e complesse)» – la «cessione gratuita al patrimonio comunale di parte delle particelle n. 36 e 37 oltre che la demolizione del fabbricato interessato a condizione che sia concessa la possibilità di ricostruire il fabbricato insistente sulla particella n. 36 sulle adiacenti particelle n. 34 e 35 (tipizzate E1) senza che ciò limiti la loro potenzialità edificabile». Allegata alla nota, il progetto del nuovo fabbricato con la nuova posizione.

In giornata, sempre il 28 maggio, la Commissione Comunale Edilizia (presieduta dall’assessore all’urbanistica dell’epoca) esprime, in merito alla richiesta di trasferimento dei volumi di tale fabbricato, «parere favorevole – si legge nel verbale della Commissione – alle seguenti condizioni: i fabbricati (non si capisce perché si usi il plurale, in quanto, a tale data, il nuovo fabbricato progettato è ancora uno solo!) conservino l’originaria destinazione rurale; l’arretramento della recinzione sia posta a mt. 8.00 dall’asse viario; la fascia viaria sia ceduta gratuitamente prima dell’uso dei fabbricati».

Dopo una settimana, il 6 giugno 2002, la Giunta Comunale, con la deliberazione n. 198, accoglie la proposta della società SETRA, prendendo atto della “volontà di cessione volontaria e gratuita delle aree necessarie per lo svincolo e per la strada di accesso al mattatoio" e «nel contempo del contestuale necessario trasferimento delle volumetrie del fabbricato oggi esistente su tale aree a cedersi». La Giunta, nel medesimo deliberato, dava indirizzo al dirigente «nelle more del perfezionamento degli atti ed adempimenti connessi […] ad acquisire da parte della Società proponente la formale volontà ad autorizzare la immediata occupazione delle aree sopradette e la contestuale immissione in possesso, senza alcuna eccezione o rivalsa, al fine di poter eseguire con assoluta celerità l’intervento pubblico relativo alle previste viabilità». Tale volontà veniva acquisita dal dirigente con scrittura privata sottoscritta in data 4 luglio 2002.

Dopo qualche settimana, il 14 agosto 2002, la SETRA presenta istanza per il rilascio della concessione per un progetto finalizzato alla «Ridistribuzione dei volumi esistenti e realizzazione di due case unifamiliari in agro di Altamura alla contrada San Tommaso, località Jazzo del Forno». Non più uno, ma due fabbricati. Si dichiarano esistenti (vecchio fabbricato rurale da demolire) 605 metri cubi. Nel progetto si propone la realizzazione di due case unifamiliari di 300 metri cubi ciascuna.

Il 13 gennaio 2003, i progettisti presentano una relazione tecnica integrativa in cui fanno rilevare che – a fronte del parere espresso dalla Commissione Edilizia nella seduta del 28.05.02 che prescriveva la “conservazione della destinazione originaria" (agricola) – la realizzazione di due case unifamiliari risulta ammissibile ai sensi del 4° comma dell’art. 21 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG che così recita: «in tale zona è consentito il recupero del patrimonio edilizio esistente, con interventi di manutenzione… adeguamento… consolidamento, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia semplice, con eventuale mutamento della destinazione d’uso solo per le seguenti destinazioni: residenziale, turistico-ricettiva, culturale».

L’Ufficio Tecnico, nella istruttoria compiuta nel medesimo giorno (13 gennaio 2003), e la Commissione Edilizia, nel parere espresso nella seduta del giorno successivo (14 gennaio 2003), non hanno nulla da obiettare.

Infine, il 28 aprile 2003, viene firmata dal Dirigente (ing. Mona) e rilasciata la concessione edilizia (n. 57 del 2003) senza alcuna prescrizione in merito alla destinazione rurale dei due fabbricati.

 

2) La terza villetta è stata realizzata in virtù della concessione edilizia n. 3 del 15 maggio 2002. Tale concessione autorizzava la costruzione di un fabbricato rurale rinnovando una concessione già rilasciata il 20 ottobre 1995 (n. 100). La richiesta di rinnovo della concessione è stata inoltrata il 21 dicembre 2001 ed è stata esaminata con parere favorevole (per la realizzazione di un fabbricato rurale) dalla Commissione Edilizia nella seduta del 09.01.02. La richiesta ed il rilascio della concessione interessano, in questo caso, la società ESSEDIEMME (facente capo al medesimo gruppo imprenditoriale).

 

3) La realizzazione delle tre villette si lega strettamente [sia soggettivamente (proponente è la società SETRA), sia oggettivamente (per alcune aree destinate a viabilità e standards)] al piano di lottizzazione per la realizzazione di un ipermercato in particelle adiacenti a quelle interessate dalle villette. Su questo rinviamo a:

 

Il numero di ottobre 2004 del periodico OTTO (da qui puoi scaricare il file .zip) 

LE MIE RAGIONI CONTRO L’IPERMERCATO DI VIA SANTERAMO – del 4 agosto 2004 (clicca qui)

 

 

BOCCIATO L’IPERMERCATO – La Gazzetta del Mezzogiorno del 5 agosto 2004 (clicca qui)

 

 

IL PROGETTO DELL’IPERMERCATO SPACCA ALTAMURA – ”la Repubblica” del 17 settembre 2004 (clicca qui)

 

 

CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA – date: 21 e 26 maggio 2003, 21 luglio e 2 agosto 2004 (clicca qui)