DEPOSITO SCORIE RADIOATTIVE: l-´interrogazione parlamentare dell`on. Piglionica

Legislatura: XIV Ramo: Camera

Tipo Atto: INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

Numero atto: 5/00797

Data presentazione: 27-03-2002

Seduta di presentazione: 124

Presentatore

PIGLIONICA Donato DEMOCRATICI DI SIN.-L’ULIVO (DS-U)

Cofirmatari

VIGNI Fabrizio DEMOCRATICI DI SIN.-L’ULIVO (DS-U)

Stato Iter

Iter in corso

Destinatari

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO

MINISTERO DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE

Testo dell’Atto:

Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, al Ministro delle attività  produttive.

Per sapere –

premesso che:

la definitiva rinuncia all’utilizzo dell’energia nucleare da fissione ha posto per il nostro Paese la questione della definitiva messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi insieme a quello dello smantellamento delle centrali;

nel luglio 1998 fu istituito il “Tavolo Nazionale per la gestione degli esiti del nucleare” con la partecipazione di Governo, Regioni, UPI, ANCI, OOSS, ENEL, ANPA ed ENEA;

a marzo 1999 il decreto legislativo 79 di attuazione della direttiva 96/92/CE all’articolo 13 prevedeva che l’Enel costituisse una società  per lo smaltimento delle centrali elettronucleari dismesse, la chiusura del ciclo combustibile e le attività  connesse e conseguenti;

tale società  denominata SoGIN fu costituita nel luglio 1999 e ad essa furono conferite le quattro centrali elettronucleari dismesse e le risorse destinate ai futuri costi della disattivazione e della chiusura del ciclo del combustibile;

il 4 novembre 1999 è stato approvato un accordo di programma per la definizione di misure volte a promuovere la gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti in Italia, attraverso un percorso

partecipativo volto ad individuare e a selezionare un sito per la realizzazione del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi;

il 16 dicembre presso la conferenza Stato-regioni è stato costituito un gruppo di lavoro con il compito si sottoporre alla conferenza stessa un documento contenente lo stato dell’arte degli studi e delle

ricerche in ordine alla localizzazione e alla realizzazione del deposito, le procedure per la scelta del sito, le soluzioni e gli strumenti volti a promuovere e realizzare le condizioni per l’armonico inserimento del deposito nel contesto territoriale

circostante;

tale gruppo di lavoro avrebbe dovuto concludere le proprie attività  entro luglio 2000 ma essendo risultata l’istruttoria richiesta più complessa ed impegnativa in sede di conferenza Stato-regioni si

decise di prorogare tale incarico fino a marzo 2001;

già  all’inizio degli anni ’90 presso l’allora ENEA-DISP un gruppo di esperti ha svolto una indagine preliminare su siti del demanio militare allo scopo di individuare siti potenzialmente idonei alla

localizzazione del deposito centralizzato nazionale di smaltimento definitivo dei rifiuti a bassa e media attività  e a media-breve vita media;

nella seduta del 23 maggio 2000 in risposta ad una interrogazione del senatore professor Ferdinando Pappalardo il sottosegretario di Stato per l’industria senatore Passigli riferì che l’Enea aveva preso in

considerazione due siti del demanio militare, uno in provincia di Piacenza e uno in provincia di Bari nel territorio della Murgia, precisando però che detti siti non sono stati presi in considerazione in quanto il primo è di estensione troppo limitata mentre nel secondo è in uso un deposito militare;

nel corso del 1996 l’Enea ha costituito una task force per individuare il sito nazionale dei rifiuti radioattivi, attraverso una caratterizzazione del sito o dei siti e una definizione concettuale del sistema ingegneristico;

il 29 aprile del ’99 la Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività  illecite ad esso connesse approvò il “Documento su una strategia d’intervento per la disattivazione degli impianti nucleari e per la sistemazione dei rifiuti radioattivi di media e bassa radioattività , inclusi quelli derivanti dallo smantellamento degli impianti nucleari” con tutte le attività  fino a quell’epoca svolte dalla task force;

il 14 dicembre 1999 è stato diffuso il documento di “indirizzi strategici per la gestione degli esiti del nucleare” redatto dal ministero dell’industria con le caratteristiche richieste del deposito;

la task force operante presso l’Enea nel novembre 2000 ha presentato un primo rapporto di illustrazione del sistema informativo geografico (GIS) per l’individuazione di aree potenzialmente idonee alla

localizzazione del deposito nazionale dei materiali radioattivi. Nell’occasione è stata altresì presentata la carta delle aree potenzialmente idonee con i relativi criteri di inclusione ed esclusione;

dalla carta sopra citata nonché da numerose notizie diffuse da organi di stampa, si evince che la Murgia insieme alla Maremma sia una della aree verso cui con maggiore convinzione si starebbe indirizzando la scelta tecnica di individuazione del sito;

nella recente audizione alla Commissione ambiente della Camera il commissario pro tempore dell’Enea professor Carlo Rubbia ha riferito che il ruolo dell’ente appare al momento essere esaurito e che la competenza alle ulteriori iniziative è in capo alla già  citata SoGIN che deve agire di intesa con il ministero delle attività  produttive e con l’Enea in funzione di eventuale partner scientifico;

l’Alta Murgia fu dapprima individuata come area di reperimento per nuovi parchi nazionali (legge n. 394 del 1991, articolo 34) e poi come parco nazionale (legge n. 426 del 1998, articolo 2 comma 5, 0, 0);

in realtà  tale istituzione risulta essere la presa d’atto di una serie di vincoli già  esistenti sul territorio (regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3267; legge 10 maggio 1976 n. 319 e sue modifiche; piano regionale delle acque del consiglio regionale n. 455 del 10 maggio 1984, 0, 0);

l’Alta Murgia è stata individuata come zona di protezione speciale (ZPS) come da direttiva 79/409/CEE con nota del 24 dicembre 1998 del

ministero dell’ambiente SCN/DG/98/20775;

sono attualmente in corso numerose riunioni operative che vedono coinvolti il ministero dell’ambiente, la regione Puglia, la provincia

di Bari, i comuni dell’area interessata, le associazioni di categoria ed ambientaliste, tutti impegnati ad elaborare la normativa provvisoria per il costituendo parco, prodromica alla perimetrazione

da stabilire di concerto tra ministero e regione;

la task force dell’Enea nella sua metodologia selettiva tra i criteri di esclusione adottati aveva inserito le aree protette, le riserve e i parchi naturali-:

Come si intenda procedere nel percorso volto alla definizione delle norme di tutela e alla perimetrazione definitiva del parco nazionale

dell’Alta Murgia;

quali iniziative si intendano intraprendere in collegamento al ministero delle attività  produttive per evitare le interferenze che le due progettualità  inevitabilmente comportano;

se non condividano infine l’ipotesi di stralciare per le motivazioni sopra esposte l’area dell’Alta Murgia dalle aree potenzialmente individuabili quale sede per il deposito unico nazionale di materiali radioattivi.

(5-00797)