La sfida di Natuzzi: «Un licenziato per ogni lavoratore reintegrato»

Uno scenario allarmante, che potrebbe innescare una ‘guerra’ tra gli stessi lavoratori, una prospettiva ingiusta e assolutamente da scongiurare.
Grazie all’intervento del Presidente Emiliano e dell’Assessore al Lavoro Sebastiano Leo, che hanno colto anche mie sollecitazioni, la Regione Puglia ha assunto iniziative dirette a promuovere un dialogo tra le parti. Due incontri sono stati promossi attraverso la task force regionale per il monitoraggio del sistema economico produttivo e delle aree di crisi (SEPAC), presieduta da Leo Caroli. All’ultima riunione del maggio scorso, tuttavia, hanno partecipato solo i rappresentanti dei lavoratori, dell’USB e non anche i responsabili del gruppo Natuzzi.
Alla luce degli ultimi sviluppi, ritengo perciò necessario che la Regione, sempre attraverso la task force regionale, promuova rapidamente un nuovo incontro tra le parti, al fine di rivedere i termini dell’accordo dello scorso novembre.
Ritengo che l’unica soluzione praticabile passi per un verso dalla conferma degli impegni assunti dall’azienda e da tutti i soggetti istituzionali in ordine alla New.co. di Ginosa e, per l’altro, dallo stralcio della clausola relativa alla rinuncia del contenzioso da parte dei lavoratori, favorendo invece soluzioni transattive per la definizione dei rapporti pregressi.

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/905201/la-sfida-di-natuzzi-un-licenziato-per-ogni-lavoratore-reintegrato.html

LA VERTENZA E IL CONTENZIOSO

La sfida di Natuzzi: «Un licenziato
per ogni lavoratore reintegrato»

La vicenda inizia a ottobre con l’annuncio dei 355 esuberi: In 140 accettano l’incentivo all’esodo, altri 40 entrano a far parte della newco nello stabilimento di Ginosa

ANNA LARATO

SANTERAMO IN COLLE – Ritorna una forte preoccupazione tra i dipendenti della Natuzzi. La Natuzzi Spa ha preso atto della sentenza che la obbliga a reintegrare 3 operai dei 176 lavoratori che avevano rifiutato il ricollocamento presso la New.co e impugnato il licenziamento dell’ottobre 2016, contestando l’iter della procedura di mobilità applicata limitatamente ai collaboratori in Cigs presso lo stabilimento di Ginosa.

Una lunga questione cominciata lo scorso mese di ottobre, quando Natuzzi annuncia i 355 esuberi. In 140 accettano l’incentivo all’esodo, altri 40 entrano a far parte della newco nello stabilimento di Ginosa. I restanti 175 rifiutano la newco e fanno ricorso. Ed è notizia di pochi giorni fa che tre dipendenti sono stati reintegrati così come disposto dal giudice del lavoro. Natuzzi dovrà quindi reintegrare i tre lavoratori, pagando anche gli stipendi e i contributi arretrati da ottobre a oggi. A preoccupare però sono i restanti 170 ricorsi dei lavoratori licenziati e in attesa delle sentenze da parte del tribunale di Bari. E così l’altro giorno al Mise la Natuzzi ha presentato un nuovo piano durante la cabina di regia.

«La Natuzzi ha preso atto con pieno rispetto della sentenza del giudice e darà seguito a quanto deciso: il prossimo 3 luglio, i tre lavoratori reintegrati verranno collocati in formazione per la riqualificazione e successivo reinserimento nel ciclo produttivo», spiega in una nota la Nautuzzi Spa. L’azienda, tuttavia, non ha potuto negare di trovarsi di fronte a uno scenario che potrebbe avere impatti significativi sull’attuale assetto industriale «poiché l’inserimento di ulteriori 176 lavoratori nel ciclo produttivo non è sostenibile, né economicamente né industrialmente. Inoltre, in ragione dell’impatto economico/finanziario derivante – spiega in una nota la Natuzzi – anche dagli altri contenziosi inerenti le differenze retributive per mancata rotazione Cig nel corso degli ultimi 10 anni – per la cui gestione la società ha già stanziato un fondo di 13,5 milioni di euro – Natuzzi si vede costretta a sospendere i nuovi investimenti previsti dal piano industriale e a non sottoscrivere il contratto di programma». Dichiarazioni che hanno innescato reazioni a catena.

«Natuzzi nel corso della cabina di regia ha dichiarato che per ogni lavoratore reintegrato in seguito a sentenza di tribunale verrà licenziato un altro dipendente – afferma Silano Penna, segretario Fillea Cgil Puglia – E noi siamo pronti ad alzare le barricate. Dall’azienda non dovrà uscire un solo dipendente». Aldo Pugliese, segretario generale Uil Puglia, e Salvatore Bevilacqua, segretario generale Feneal Uil regionale: «Natuzzi ha annunciato, senza alcun tipo di vergogna, che per ogni lavoratore reintegrato dal giudice ci sarà un lavoratore licenziato tra quelli che stanno lavorando. Tutto ciò è inammissibile, è un ricatto bello e buono . Natuzzi – attaccano i due segretari – non è nuova a queste repentine e inattese inversioni di marcia. La storia recente è piena di promesse non mantenute da parte di un’azienda che ha goduto sempre della massima collaborazione, anche economica, da parte delle istituzioni-Confermiamo che qualora l’azienda non dovesse recedere dalle nefaste intenzioni manifestate nel corso della cabina di regia al Mise metteremo in campo ogni iniziativa di protesta disponibile, sia a livello di categoria che confederale, stanchi di essere bistrattati».

L’Usb – lavoro privato Puglia ribadisce che «le lotte intraprese finora, erano finalizzate a tutelare l’interesse colettivo dei lavoratori, rivendicando il principio per cui se fattori contingenti lo impongono, si deve lavorare meno ma devono lavorare tutti, senza che nessuno sia espulso dal ciclo produttivo».

Insomma, la decisione annunciata dalla Natuzzi Spa getta un’ombra sul futuro occupazionale di moltissimi lavoratori dell’azienda del salotto. Uno scenario allarmante, che potrebbe innescare una «guerra» tra gli stessi lavoratori, una prospettiva ingiusta e assolutamente da scongiurare secondo il consigliere regione Puglia Enzo Colonna (Noi a Sinistra per la Puglia): «Si tratta di una situazione frutto anche del sostanziale fallimento dell’accordo siglato lo scorso 15 novembre tra azienda e sindacati confederali sulla ricollocazione dei 215 dipendenti in esubero presso la New.co. di Ginosa. Alla luce degli ultimi sviluppi, ritengo perciò necessario che la Regione, sempre attraverso la task force regionale, promuova rapidamente un nuovo incontro tra le parti, al fine di rivedere i termini dell’accordo dello scorso novembre».