UOMO ARCAICO DI ALTAMURA, PROFICUA AUDIZIONE IN VI COMMISSIONE. DAL MINISTERO ESCLUDONO L’ESTRAZIONE DEL FOSSILE.

L’estrazione del fossile dell’uomo di Altamura dalla grotta di Lamalunga, ove è stato rinvenuto nel 1993, non è al momento prevista.
Sono le parole del Direttore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, Luigi La Rocca e del Direttore del Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la Puglia, Elena Vantaggiato, intervenuti oggi alle audizioni
svolte in VI Commissione consiliare che avevo richiesto per chiarire obiettivi e metodologie del progetto “Rediscovering Altamura: advanced multidisciplinary investigations on the skeleton from the Lamalunga cave, Italy. The KARST project (Knowing the Altamura man thRough Science & Technology)”.
Si tratta, ricordo, di un progetto di ricerca nazionale finanziato dal Ministero dei Beni e Attività Culturali e del turismo che stanno sviluppando alcuni ricercatori di biologia e antropologia delle Università di Pisa, Roma e Firenze, finalizzato, tra l’altro, a promuovere, previa eventuale estrazione, la conservazione e la futura musealizzazione del famoso scheletro fossile.
L’ipotesi della rimozione del reperto dal suo contesto di ritrovamento, più volte evocata in questi mesi dai responsabili del progetto, aveva sollevato molteplici domande nella comunità altamurana (e non solo) in ordine alla effettiva necessità e alle garanzie dell’operazione e alle future prospettive di valorizzazione e fruizione del reperto.
Oltre ai predetti dirigenti, sono stati ascoltati anche Cesare Troia e Fabio Modesti, vicepresidente e direttore facente funzione del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, Rachele Grandolfo, Commissario prefettizio del Comune di Altamura (con funzioni di sindaco e giunta), alcuni esponenti del Coordinamento “Salviamo l’Uomo di Altamura” (Onofrio Pepe, Francesco Fiore, Nino Reale, Salvatore Cagnazzi) e del Centro Altamurano Ricerche Speleologiche – CARS (William Formicola) – protagonista della scoperta del reperto -, e Silvia Pellegrini, Dirigente della Sezione regionale “Valorizzazione Territoriale”, intervenuta per conto dell’Assessore alla Gestione e valorizzazione dei beni culturali, Loredana Capone.
Non ha potuto prendervi parte il prof. Giorgio Manzi, uno dei responsabili del progetto di ricerca, che ha fornito alla Commissione una nota sintetica sulle caratteristiche dello stesso progetto.
L’audizione ha rappresentato la prima occasione di confronto tra tutti i soggetti coinvolti e un importante momento di condivisione di informazioni, la cui mancanza era stata da più parti lamentata in questi mesi.
Tale esigenza assieme a quella di coinvolgere la comunità scientifica e le realtà territoriali nei processi decisionali che interessano il reperto, sono state rimarcate oggi dai rappresentanti delle comunità locali (Ente Parco, Comune di Altamura e associazioni) che hanno sottolineato la necessità di preservare l’unicità e singolarità del contesto geologico ambientale del sito in cui il reperto è stato rinvenuto.
I direttori La Rocca e Vantaggiato (quest’ultima intervenuta anche per il Polo museale della Puglia) hanno chiarito che l’attuale prima fase della ricerca consiste in un monitoraggio delle grotta, finalizzato a determinarne il microclima e ad effettuare analisi idrochimiche e microbiologiche. Nel contempo è stata avviata un’analisi approfondita dei processi geologici di formazione ed evoluzione della cavità carsica. Successivamente saranno esaminati anche i resti di fauna presenti nella grotta (che rappresentano indicatori paleo-ambientali) e, attraverso tamponi non invasivi sui campioni di ossa e sulle concrezioni calcitiche, sarà possibile verificare e precisare la datazione precedentemente ottenuta. Previsto anche lo studio delle fasi di deposizione dei reperti scheletrici.
Gli stessi responsabili hanno poi escluso, al momento, la possibilità di rimozione dello scheletro, precisando che la ricerca in corso si propone, tra l’altro, di verificare la fattibilità e definire le procedure per una eventuale estrazione del reperto; ipotesi, quindi, non attuale e, allo stato, solo oggetto di studio.
Sono molto soddisfatto dell’audizione svolta che, grazie alla partecipazione di tutti, ha assolto fino in fondo al suo compito, restituendo un quadro di realtà e chiarezza a fronte dell’allarme determinatosi proprio a causa del deficit informativo di questi mesi.
Nel mio intervento ho evidenziato come, dinanzi ad un intervento irreversibile, come quello dell’estrazione del fossile paventata in questi mesi, è indispensabile adottare la dovuta precauzione e cautela, anche al fine di preservarne l’integrità e consegnarlo alle generazioni future.
È necessario, inoltre, assicurare il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti (enti, comunità scientifica, cittadinanza altamurana e altre comunità locali) su un tema delicato e di rilevante importanza come il fossile dell’Uomo Arcaico di Altamura, un bene che certamente appartiene all’umanità intera ma che è e deve rimanere legato al territorio murgiano.
Ringrazio tutti i partecipanti e i colleghi della VI Commissione, in particolare il Presidente, Mimmo Santorsola, per l’attenzione dedicata al tema e per il lavoro svolto.