RECUPERO SPRECHI ALIMENTARI, PROTOCOLLO D’INTESA TRA REGIONE, COMUNI E TERZO SETTORE.

È stato sottoscritto oggi il protocollo d’intesa che regolerà i propri rapporti tra Regione Puglia, ANCI Puglia e alcune organizzazioni di categoria e del terzo settore per dare piena esecuzione alla legge sul recupero delle eccedenze e sprechi alimentari e dei prodotti farmaceutici, approvata nel maggio dell’anno scorso dal Consiglio regionale (legge regionale n. 13/2017).
Con questa legge, che ho sostenuto e sottoscritto assieme al collega proponente Ruggiero Mennea e ad altri consiglieri (leggi qui), la Regione ha fornito uno strumento concreto per il contrasto alla povertà e agli sprechi. Si punta, infatti, a ottenere un duplice effetto: da un lato, contribuire a diminuire lo spreco di risorse vitali e ambientali e, dall’altro, tentare di alleviare il disagio economico di fasce sociali sempre più vaste della popolazione. A favore di queste ultime, la legge promuove iniziative dirette a rendere disponibili generi alimentari e farmaci non più idonei alla commercializzazione, anche a causa di alcune inaccettabili distorsioni della filiera della distribuzione. Si pensi, ad esempio, a quei prodotti ancora validi dal punto di vista alimentare, ma che presentano piccoli difetti di confezionamento, a quelli vicini alla data di scadenza oppure alle partite invendute e ai prodotti agricoli non raccolti per difficoltà di mercato e, quindi, destinati a marcire nei campi.
Il protocollo siglato oggi è il frutto di un lavoro svolto dal Tavolo di coordinamento regionale costituito per perseguire gli obiettivi della legge, che ha visto partecipi, oltre alle strutture degli assessorati all’Agricoltura e al Welfare (guidati da Leo di Gioia e da Salvatore Ruggieri), i Comuni pugliesi (rappresentati dall’ANCI) e altri soggetti attuatori del partenariato socio-economico (come ad esempio Banco alimentare ONLUS, Federfarma, Caritas, Croce Rossa Italiana e molte altre che operano nei territori).
Sono fissati i ruoli e le azioni che saranno messe in campo dai vari soggetti: ai Comuni, ad esempio, il compito di snellire le procedure burocratiche finalizzate alle pratiche di recupero, redistribuzione e foodsharing, di strutturare reti per la raccolta delle eccedenze e per la tempestiva, equa ed efficace redistribuzione, oltre che di promuovere iniziative a livello locale di informazione, educazione e sensibilizzazione sui temi della legge, da svolersi con il coinvolgimento di istituzioni scolastiche e organizzazioni solidali attive nel territorio.
Le organizzazioni private e gli enti del terzo settore dovranno, tra gli altri compiti, incrementare e valorizzare percorsi finalizzati al recupero e alla distribuzione dei prodotti alimentari, coinvolgendo aziende e punti vendita e promuovendo, presso i propri associati, progetti da attivare nel territorio, oltre ad avviare percorsi rivolti ai cittadini sui temi del consumo consapevole.
La Regione, infine, assumerà la cabina di regia delle iniziative messe in campo, al fine di monitorare i dati sulle eccedenze e fornire supporto a istituzioni e soggetti privati per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla legge.
Nella prima fase sperimentale di attuazione si è deciso di finanziare, con una dotazione iniziale di 500 mila euro, 6 progetti territoriali, uno per ciascuna provincia o area metropolitana pugliese, la cui gestione è affidata ai comuni capoluogo.
Successivamente sarà avviata una seconda fase di attuazione, con una ulteriore dotazione di risorse, che interesserà direttamente gli Ambiti territoriali pugliesi, in modo da coinvolgere realtà che operano sull’intero territorio regionale e che potranno raccordarsi attraverso gli strumenti forniti dai Piani sociali di zona.
Per questo, il protocollo sottoscritto oggi è aperto all’adesione anche di altri soggetti non rappresentati nel Tavolo regionale di coordinamento ma che intendono operare per dare concreta attuazione alle finalità previste dalla legge regionale.