ZES ADRIATICA, APPROVATO DALLA GIUNTA REGIONALE IL PIANO STRATEGICO. GRANDE CONSIDERAZIONE E OPPORTUNITÀ PER IL TERRITORIO MURGIANO.

 

[Le Tabelle non sono aggiornate. Nel Polo di Bari sono comprese anche aree produttive di Molfetta per circa 20 ettari, con conseguente decremento delle superfici non assegnate (200 ettari e non 220).]

 

La Giunta regionale ha approvato, ieri, i Piani di Sviluppo Strategico per la costituzione delle Zone Economiche Speciali “Adriatica” e “Jonica”, con le relative perimetrazioni delle aree interessate.

Le ZES, ricordo, sono macro-aree geografiche, collegate a una o più aree portuali, per le quali saranno previste specifiche misure (benefici fiscali, incentivi, semplificazioni amministrative) finalizzate a creare un contesto orientato alla crescita di imprese, all’attrazione di investimenti, all’incremento di scambi commerciali ed export.

La ZES Adriatica (connessa ai porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi e agli snodi logistici degli aeroporti di Bari, Brindisi e Foggia, dell’interporto regionale della Puglia, della piattaforma logistica di Incoronata) comprende una vasta area di circa 2669 ettari che, oltre alle aree portuali e aeroportuali, include:

  • il polo di Foggia (con la zona industriale di Manfredonia e l’agglomerato ASI Foggia-Incoronata);
  • il polo di Barletta (con la zona industriale di Barletta);
  • il polo di Bari (con la zona P.I.P. di Bitonto, l’agglomerato ASI Bari-Modugno, la zona industriale di Altamura, la zona P.I.P. di Gravina, le zone industriali di Monopoli e Molfetta);
  • il polo di Brindisi (con le aree ASI di Brindisi, Fasano e Ostuni);
  • il polo di Lecce (con le aree ASI di Lecce-Surbo, Galatina-Soleto, Nardò-Galatone, le zone industriali di Casarano e Matino, il centro intermodale di Melissano).

La Regione ha promosso la creazione di questa ZES come strumento per facilitare l’attrazione di investimenti diretti, promuovere la crescita della competitività delle imprese, l’incremento delle esportazioni, la creazione di nuovi posti di lavoro e il più generale rafforzamento del tessuto produttivo.

Sono molteplici gli strumenti previsti dal Piano strategico a questo scopo: credito d’imposta sugli investimenti entro la soglia di 50 milioni di investimento, esenzione IRAP, esonero quota comunale IMU per i proprietari degli immobili ricadenti nelle aree ZES, esonero TASI (sempre per la quota destinata ai Comuni) per i possessori e detentori di immobili nelle medesime aree, esclusione di addizionali comunali TASI, esenzione dalle spese istruttorie connesse alla realizzazione degli interventi in tali aree.

Sono molto soddisfatto per lo straordinario e complesso lavoro svolto dalla Task Force regionale individuata dalla Giunta per la redazione di questo Piano Strategico anche perché detto piano rappresenta un documento utile per conoscere al meglio il nostro territorio e le sue prospettive di sviluppo.

Sotto altro profilo, sono davvero contento che, con l’inserimento di ampie aree produttive dei territori di Altamura (185 ettari della zona industriale che insiste sulla strada statale 96 per Gravina) e Gravina (10 ettari di aree P.I.P.), sia stato adeguatamente considerato e valorizzato, all’interno del perimetro della ZES Adriatica, il vasto e articolato sistema produttivo della Murgia barese, come da me sollecitato in molteplici circostanze.

Più volte, infatti, nei mesi scorsi avevo ribadito (leggi qui, ad esempio) come la Murgia meritasse una specifica considerazione in vista della definizione del perimetro delle Zona Adriatica e questo per una serie di ragioni: si tratta infatti di un territorio caratterizzato da un vivacissimo tessuto produttivo, vocato all’innovazione tecnologica e dei processi produttivi, alla ricerca, alla commercializzazione su scala nazionale e internazionale. Un territorio in cui si sono insediate, negli ultimi quarant’anni, numerose realtà industriali e artigianali attive in differenti settori produttivi: agroalimentare (in particolare, lavorazione e trasformazione di cereali e derivati, legumi), manifatturiero (mobile, design, moda), meccanica, impiantistica avanzata.

Tale bacino produttivo si è sviluppato lungo il principale asse stradale di questo territorio, la statale 96 (i cui lavori di ammodernamento e raddoppio sono ormai prossimi ad essere terminati), peraltro l’unico asse di collegamento tra l’area portuale e retroportuale di Bari, l’entroterra e la Basilicata.

Il territorio murgiano rappresenta, inoltre, la naturale (e necessaria) cerniera tra le due ZES (Adriatica e Jonica) e tra la Puglia e la Basilicata, con cui condivide contiguità non semplicemente fisiche-territoriali, ma molto più profonde e strutturate nel tempo, di tipo economico-produttivo, storico-culturale e infrastrutturale. Per questo la notizia dell’inserimento dell’area murgiana (con i Comuni di Altamura e Gravina in Puglia, cui si potranno aggiungere anche aree di Acquaviva, Santeramo, Grumo Appula, Poggiorsini, grazie alla previsione, contenuta nel Piano Strategico, di estendere le zone già perimetrate con ulteriori 200 ettari circa che saranno individuati a seguito di un bando pubblico rivolto ai comuni) all’interno della ZES, rappresenta certamente un importante traguardo raggiunto da questo territorio sotto il profilo di una aggiornata prospettiva di sviluppo economico, che consentirà di attrarre investimenti e di creare nuova impresa e occupazione.

Un risultato frutto anche di un complesso lavoro di coinvolgimento che ho seguito per mesi e coordinato sin dall’avvio di questo percorso con i Comuni (e, in particolare, con i rispettivi uffici tecnici), le associazioni e le organizzazioni del mondo imprenditoriale (CNA – Area Metropolitana di Bari, Confesercenti – Terra di Bari, Confcommercio – Delegazione di Altamura, Apulia Fashion Makers, Copim), che ringrazio per aver sostenuto sin dal primo momento l’iniziativa, credendo nella possibilità di raggiungere questo importante obiettivo [da qui il mio ultimo intervento].

Il mio plauso va anche, per l’importante lavoro svolto e per la grande dedizione profusa nella definizione di un percorso di tale complessità, al Presidente e alla Giunta regionali, al Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffi, al Direttore del Dipartimento “Sviluppo Economico e Innovazione”, Domenico Laforgia, e alla Dirigente della Sezione “Attività Economiche”, Teresa Lisi, oltre che al qualificato gruppo di lavoro impegnato nell’elaborazione del Piano Strategico varato.

Per la definizione del procedimento di approvazione sono necessari ora altri due passaggi, uno dei quali dettato da una novità intervenuta in questi ultimi giorni: la Regione Molise, infatti, ha chiesto alla Puglia di inserire le proprie aree nella ZES Adriatica. Occorrerà, pertanto, un passaggio di raccordo del piano strategico pugliese con la previsione delle aree produttive che saranno individuate dal Molise, prima dell’approvazione finale.