SERVIZI DI UTILITÀ SOCIALE CON I BENEFICIARI DEL REDDITO DI CITTADINANZA.

Nelle settimane scorse l’INPS ha diffuso i dati, consolidati al mese di luglio 2019, relativi al numero di beneficiari del Reddito di Cittadinanza, la misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, adottata dal governo nazionale e che consiste nel riconoscimento di un sostegno economico ad integrazione del reddito familiare.

Per quanto riguarda il territorio murgiano, dai dati dell’INPS emerge che ad Altamura i beneficiari del Reddito di Cittadinanza e della Pensione di Cittadinanza sono 910, a Gravina 733, a Cassano delle Murge 313, a Grumo Appula 269, a Poggiorsini 26, a Santeramo 455 e a Toritto 163.

Si tratta di numeri importanti che mi inducono a rilanciare e formulare una proposta che attua fino in fondo quanto prevede la disciplina di tale misura e destinata ad assicurare rispetto e dignità per le persone coinvolte: molti dei beneficiari (del reddito, non della pensione di cittadinanza) possono essere impegnati in attività e servizi di utilità sociale.

L’art. 4, comma 15, del Decreto Legge 28 gennaio 2019 n. 4 (recante “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”), infatti, prevede che il beneficiario di questa misura è tenuto ad offrire, nell’ambito del Patto per il lavoro e del Patto per l’inclusione sociale che sottoscrive per accedere al reddito di cittadinanza, la propria disponibilità per la partecipazione a progetti predisposti dal suo comune di residenza e utili alla collettività, in svariati ambiti, compreso quello ambientale e di tutela dei beni comuni, mettendo a disposizione fino ad un massimo di 16 ore settimanali.

Viste le crescenti difficoltà e i limiti obiettivi che, per le più svariate ragioni, i Comuni incontrano nel controllo e presidio del territorio, nella prevenzione contro l’abbandono indiscriminato dei rifiuti, nella prevenzione degli incendi, nella salvaguardia del decoro in tante zone delle città, nella piccola manutenzione necessaria per tanti beni pubblici (scuole, piazze, giardini, strade e marciapiedi, ecc.), si può immaginare di coinvolgere in progetti comunali di utilità sociale e di servizio civico i beneficiari del reddito di cittadinanza che in questo modo – in attesa di avviare percorsi effettivi di inserimento lavorativo – potrebbero fornire un contributo prezioso e concreto alla collettività di appartenenza, sentendosi e rendendosi utili.

Ad esempio, fermandosi alla più stringente attualità, con questo tipo di iniziative si potrebbe far fronte alle criticità che si stanno evidenziando con riferimento ai rifiuti. In tanti Comuni, con l’introduzione della raccolta differenziata “porta a porta”, si stanno verificando diffusi e inaccettabili abbandoni di rifiuti che coinvolgono in particolar modo campagne e zone periferiche degli abitati, senza risparmiare però neanche i centri storici. Penso, in particolare, ai Comuni dell’area murgiana, come Altamura, Gravina, Cassano, Grumo, Poggiorsini, Santeramo, Toritto, tutti rientranti nell’ambito dell’ARO Bari 4, in cui, oltre alle evidenti lacune dell’impostazione dei servizi di raccolta rifiuti, di spazzamento e decespugliamento, si stanno registrando gravi e insostenibili situazioni di degrado causate da pochi incivili irrispettosi del corretto conferimento dei rifiuti, dell’ambiente e delle città in cui essi stessi vivono.

A fronte di questa situazione e della crescente preoccupazione e indignazione dei cittadini, si impone la sperimentazione di nuove iniziative finalizzate a salvaguardare l’igiene pubblica, il decoro di beni e spazi collettivi, la loro vivibilità.

Ritengo, pertanto, che i Comuni dell’area murgiana potrebbero attrezzarsi per predisporre questi progetti di utilità sociale in modo da fornire, da un lato, una risposta efficace alla domanda crescente che proviene dai cittadini di controllo, manutenzione e cura del territorio e di beni pubblici e, dall’altro, offrire una più efficace occasione di inserimento sociale attivo ai beneficiari del reddito di cittadinanza.

ENZO COLONNA