“Non c’è sovranità nella solitudine”.

“Non c’è sovranità nella solitudine”.
Mi ha colpito, insieme ad un altro, questo passo del Presidente del Consiglio Mario Draghi, il cui intervento al Senato sono riuscito a leggere ora, per stralci.
Nella solitudine, non c’è sovranità, come non c’è libertà. Una volta feci rilevare che parlare della privacy di un Robinson Crusoe senza Venerdì, negli anni della solitudine nella sua isola, è di un’ironia prossima al cinismo.
Mi sono tornate alla mente insegnamenti, lezioni e conversazioni con il mio Professore. Sembra non c’entrare niente. In realtà il discorso vale per un individuo, come per una Comunità, uno Stato. Non c’è alcuna posizione di supremazia da affermare o difendere in assenza di un rapporto. Non c’è libertà nella liberazione dagli altri.
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Il potere dell’Uomo è quello «di creare o di distruggere i rapporti, cioè le relazioni tra sé e i propri simili. Il potere di essere leali o sleali, di mentire o di essere sinceri, di fare buone o cattive azioni, cioè azioni utili a se stessi e agli altri, oppure dannose. In parole povere, il potere di amare oppure di odiare il prossimo. … Chi ha quel potere può credere di poterlo esercitare secondo le sue voglie e di essere onnipotente per questa ragione. Ma nelle condizioni del tempo e dello spazio ci sono gli “altri”, con i quali bisogna fare i conti quando si sceglie come esercitare quel potere. La scelta non è indifferente. Le conseguenze arrivano fino al più piccolo degli “altri”» (Michele Costantino)