I giorni e le opere

Stasera, alle 20.30, nell’ambito dell’ottava edizione della rassegna “Altamura al Cinema”, curata dalla Proloco, in corso di svolgimento all’interno dell’atrio del Liceo Cagnazzi (piazza Zanardelli), verrà proiettato il film documentario “I giorni e le opere” del regista Francesco Dongiovanni, che sarà presente.
L’opera, una dichiarata citazione del poema di Esiodo “Le opere e i giorni”, è alla prima proiezione pubblica in Puglia. Fu selezionata per la 37^ edizione del Torino Film Festival del novembre 2019 nella sezione “Documentari Italiani” (ne scrissi qui: https://www.enzocolonna.com/…/al-torino-film-festival…).
Il lungometraggio è stato prodotto dalla cooperativa Murex di Gioia del Colle e rientra nel progetto ‘Monumenti Umani’ (www.monumentiumani.it), che ha visto, oltre alla produzione del film-documentario di Dongiovanni, anche la realizzazione di percorsi tracciati da Filippo Tito di Ciclomurgia/4 Cycling and Trek, di un percorso fotografico a cura di Michela Frontino, di due narrazioni poetiche a cura di Marco Cardetta.
Il progetto “Monumenti Umani” è stato finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito della misura “La Puglia per Matera 2019”, elaborata in attuazione di una disposizione inserita, su mia proposta, nella legge di bilancio regionale per il 2017 (art. 20, l.r. 30 dicembre 2016, n. 40, leggi qui: https://www.enzocolonna.com/…/puglia-bilancio…).
L’iniziativa legislativa e l’avviso pubblico che ne scaturì, ricordo, erano finalizzati a finanziare azioni innovative da parte operatori nei settori della cultura, del turismo, e dello spettacolo, orientate a definire in vista dell’appuntamento di Matera 2019 – Capitale europea della cultura, il posizionamento strategico in termini identitari, di immagine e di attrattività dei territori pugliesi limitrofi a quello della città lucana. L’intento era quindi quello di animare, promuovere e valorizzare l’area della Murgia barese e tarantina situata al confine con la Basilicata e a ridosso di Matera, che comprende i territori dei comuni di Gravina, Altamura, Santeramo, Gioia del Colle, Castellaneta, Laterza e Ginosa. Diverse sono state le iniziative finanziate in queste città, ad Altamura, ricordo, le attività del progetto “MAMA, La Murgia Abbraccia MAtera”.
Il lungometraggio scritto e diretto da Francesco Dongiovanni (regista originario di Gioia del Colle) racconta la vita quotidiana e il lavoro di un pastore e contadino, Peppino Maiullari, che vive e opera nei pressi della Masseria Jesce nel territorio di Altamura e conduce un’esistenza scandita dalle mansioni legate al lavoro nei campi con “il passo del cielo e del vento”, come recitano le note di accompagnamento del regista.
Come ho già avuto modo di scrivere, l’opera è spoglia, minimale, forte solo della sequenza delle immagini (completamente spogliate di parole, dialoghi, commenti) e dei suoni ripresi dall’ambiente (restituiti senza effetti o ridondanze musicali). Ridotta a questa essenzialità è capace di dare valore, restituendoli allo spettatore in forma immediata, nudi, ai tratti salienti del lavoro, della storia e del paesaggio della Murgia. Un territorio aspro, difficile, luogo, per millenni, di duro lavoro, di un’opera quotidiana, incessante, dell’uomo, che ha inciso e lavorato la pietra, che ha trasformato i luoghi popolandoli di riferimenti fisici/identitari (muretti a secco, tratturi, sentieri, masserie e jazzi, cripte e cappelle, tutti in pietra o incisi nella pietra) e finendo così per definire e costruire un’architettura del paesaggio che rende unico questo territorio.
Da assistente alla regia, ha sostenuto e accompagnato la realizzazione del lungometraggio Donato Emar Laborante, artista e infaticabile cantastorie murgiano che negli ultimi anni, con l’Associazione Ferula Ferita, ha animato con numerose iniziative culturali e sociali la Masseria Jesce, un luogo denso di storia e arte, presso cui sono state girate alcune scene di questo documentario (come di altre produzioni cinematografiche).
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«Volle lo stesso padre degli dei
che non fosse facile la via all’agricoltura
e per primo impose di dissodare ad arte i campi,
aguzzando in questi problemi
l’ingegno dei mortali,
per impedire che il suo regno intorpidisse
in un letargo insopportabile.»
(Virgilio, Georgiche, I, 121-124)