LETTERA DI GAGLIARDI LA GALA AL PRESIDENTE DEL CONSORZIO MERCADANTE.

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Gentilissimo Signor Avvocato

N.H. Raffaello Vincenzo Caso


nella sua qualità di Presidente

del Consiglio di Amministrazione
del


Consorzio Teatro Mercadante

SEDE

e, p.c. Gent.mo Signor Sindaco

del Comune di Altamura

SEDE

 

Gentilissimo Avvocato,

di recente, ho avuto l’avventura e
l’onore – per quel poco di competenza amministrativa e di affezione
che mi si riconosce di avere e di nutrire per gli Enti esponenziali
di interessi generali- d’essere officiato dalla Giunta Municipale
di Altamura d’assisterla nel suo intendimento di ricondurre ad un
effettivo uso pubblico l’antico Teatro Mercadante.

Nella contingenza, ho avuto modo
di leggere una parte degli atti stratificatisi nel tempo sì
da scorgere il suo nome quale attuale, degno, Presidente del Consiglio
di Amministrazione del Consorzio Teatro Mercadante.

Non può immaginare quanto
la circostanza mi abbia reso lieto: sia perché La conosco
da molti anni, nutrendo profonda stima e rispetto per la Sua magnifica
Persona, sia perché Lei è un giurista di antica e
solida formazione che è stato, e continua, ad essere Maestro
per le nuove generazioni dell’elevato Foro di Altamura.

Con queste consapevolezze ardisco,
pertanto, rivolgermi a Lei per chiederLe, in primo luogo, di vagliare
serenamente – con la sensibilità civile e con la cultura
che Le è propria – la situazione di fatto e giuridica in
cui versa il Teatro Mercadante.

Ignoro se Ella abbia avuto modo
di analizzare un perspicuo, esemplare, parere reso all’Amministrazione
Comunale dall’ottimo collega Signor Avvocato Antonio Ventura nel
mese di novembre dello scorso anno (ove Ella non ne avesse cognizione,
procurerò a che ne abbia copia con il consenso del Signor
Sindaco che – a prescindere dalla lealtà di sentimenti che,
a sua volta, nutre nei Suoi confronti – certamente mi autorizzerà
atteso l’intento di raggiungere con più immediatezza
l’interesse pubblico nei termini che, nel prosieguo, Le saranno
manifesti).

Ivi, sulla scorta degli atti,
col suffragio di pertinente dottrina e giurisprudenza, sostanzialmente
si conclude – per quanto interessa in questa sede – che il Teatro
è di esclusiva proprietà del Consorzio del Teatro
Mercadante e non dei singoli consorziati; questi ultimi non sono
proprietari pro-quota: nella loro sfera patrimoniale rientra unicamente
il "diritto di palco", sicché sarebbe privo di
validità giuridica ogni atto che si ponesse in contrasto
con siffatta "prospettazione".

Anche ove si volesse dissentire
da questo inquadramento della fattispecie e pur prescindendo da
essa, v’è, però, un dato di fatto ben fermo:
da lungo torno di tempo non viene espletata alcuna attività
teatrale nell’immobile in questione.

Sono certo che l’On.le Consorzio
si sarà pur attivato per reperire fondi, commissionare progetti
di restauro, iniziare lavori di adeguamento e ristrutturazione,
ma, oggettivamente, questi impulsi non si sono ancora ritradotti
in una percepibile realtà.

Presumibilmente, lo stato del
bene è ancora quello che un sopralluogo della locale Soprintendenza
ai Beni Storici Artistici e Culturali disegnò qualche anno
or sono in un verbale che, di recente, ho avuto modo di visionare:
ivi non appaiono sussistere affatto i presupposti materiali per
una fruibilità del Teatro.

In questo contesto, il Comune,
sollecitato da una poderosa iniziativa popolare e resosi interprete
degli interessi generali giusta la delibera Consiliare assunta nella
seduta del 9 marzo scorso, non potrà non essere avallato
e correttamente assistito nel legittimo intendimento di promuovere
un procedimento ablatorio nei termini e nei modi che l’ordinamento
consente.

Come Ella mi insegna, infatti,
un "bene vincolato" di tale valenza qual è il Teatro
Mercadante, in virtù del peculiare atto Ministeriale di tutela
che lo riconosce di particolare interesse storico artistico, finisce
per rientrare in un singolare "regime" che consente di
porre in essere, con strumenti amministrativi privilegiati, attività
volte a favorire la sua "circolazione" e, quindi, un reale
uso culturale.

Sulla base di queste annotazioni,
che affido al Suo esame e valutazione, nel mentre il Comune avvierà
gli atti prodromici ad un intervento ablatorio Ministeriale, sono
a chiederLe – a nome e nell’interesse dell’Ente – di condurre
all’esame dell’On.le Consorzio l’intiera problematica
sì da generare nel suo seno una profonda, leale, rimeditazione
delle proprie posizioni, della propria funzione: costituirebbe veramente
un evento stupendo e memorabile il fatto che l’On.le Consorzio,
recuperando appieno l’autentico spirito che informò
la propria nascita, si ponesse in sintonia con gli interessi di
una intera Collettività.

Nel Consorzio sono presenti illustri
figli della nobile Città di Altamura; a Lei l’onere
di renderLi edotti di questa civile speranza.

Sospingere il Comune ad attivare
le procedure di un esproprio, se da un canto comporterà,
comunque, gravosi oneri (sottraendo risorse che bene, invece, potrebbero
essere destinate ad una splendida ricostruzione) per converso, non
genererà assolutamente benefici diretti nel patrimonio dei
singoli consorziati.

Quanta finezza culturale e sociale,
e quale alto magistero scaturirebbe, invece, da una posizione dell’On.le
Consorzio che dovesse offrire, senza preventive condizioni, il bene
al patrimonio dell’Ente Locale!

Non compete a chi Le scrive (che ha
un limitato orizzonte e non altro compito se non quello di interpretare
ed esternare ideali che sottendono l’azione amministrativa)
assegnare giudizi di valore, ma alla Storia.

Operare nei sensi prospettati
significherà certamente, per Lei ed i Signori consorziati,
lasciare un’ulteriore impronta positiva nella vita di una città
che tanto merita, aggiungere un incredibile credito d’onore
al patrimonio dei propri figli che, un giorno, siederanno in quei
"palchi" – che nessuno potrà loro mai sottrarre
– fieri ed orgogliosi, ricoperti per sempre, come da un luminoso
mantello, dal nobile, intelligente, gesto che fu dei loro padri.

La Sua finezza di sentimenti coglierà
cosa voglia significare non porsi in coerenza con profonde, sentite,
esigenze sociali, ed, invece, quale valore — nell’oggi,
nei giorni che verranno, nei confronti delle generazioni che succederanno
– potrà assumere una intelligente posizione riformatrice
di pregresse, supposte, ragioni, anticipatrice delle ideali aspettative
culturali che sono sgorgate all’unisono dal seno della intera
Comunità di Altamura.

Tutto il resto, ove non si pongano
preventive preclusioni od improprie condizioni, scaturirà
naturalmente, nell’ambito di una equilibrata dialettica. Non
mi è difficile prefigurare che, a fronte di positiva, concreta,
disponibilità, l’Ente Locale non potrà non sovvenire
ad oggettive, storiche, esigenze dell’antico Consorzio, facendosi
carico – ad esempio – di oneri a suo tempo assunti per la manutenzione
del bene, o inserendo un suo rappresentante nella istituzione che
pur nel domani dovrà "gestire" il Teatro come azienda.

Una sinergia tra l’On.le
Consorzio e Comune che si ritraduca in atti formali e tempestivi,
produrrà sicuramente, nell’immediato, proficui frutti
consentendo all’Ente Locale di attivare – tra le altre – forme
oltremodo rapide di finanziamento della Comunità Europea
(cui – come è noto – possono accedere solo Enti pubblici
proprietari di un manufatto) oggi disponibili per il restauro del
bene culturale.

Nella consapevolezza di trovare
nella sua nobile Persona, e, di riflesso, nei Signori consorziati,
il più fertile terreno per comprendere ed attuare quanto
fin qui preconizzato, Le porgo i più cordiali saluti

prof. avv. Franco Gagliardi La Gala