Il cemento assedia la ”casa” dei dinosauri.

sabato, 30 dicembre 2000

ARCHEOLOGIA

Il cemento assedia la
“casa” dei dinosauri

Le costruzioni previste dagli “accordi di programma”
con la Regione. Il presidente Fitto: ma i controlli spettano ai
Comuni Il cemento assedia la “casa” dei dinosauri Capannoni
industriali alle soglie del parco archeologico in Puglia. “Bloccheremo
il progetto” DAL NOSTRO INVIATO ALTAMURA (Bari) – Non sappiamo
se si chiamasse Aladar, come il bestione buono del film Dinosauri
della Walt Disney. Sappiamo però che era tale e quale Aladar.
E che potrebbe scomparire una seconda volta, non più per
colp a di una glaciazione, ma del cemento dei capannoni industriali
che stanno sorgendo proprio intorno alla vera Valle dei Dinosauri.
Il nostro Aladar era un dinosauro iguanodonte, alto una decina di
metri, che 65 milioni di anni fa, nel Cretacico superi ore, viveva
qui, nella Valle dei Dinosauri a quattro chilometri dalla città ,
insieme con duemila suoi compagni di branco. La scoperta, a maggio
dell’ anno scorso, è stata del paleontologo Umberto Nicosia,
dell’ università  di Roma, e dei geologi Massi mo Santantonio,
Massimo Sarti e Michele Claps, dell’ ateneo di Ancona. Gli studiosi
quasi non credevano ai loro occhi: nella cava di pietre “Pontrelli”,
che si apprestava a diventare una discarica di rifiuti, c’ erano
trentamila orme di dinosauri. Un a rivoluzione, dissero subito gli
esperti italiani e stranieri di Paleogeografia, poiché fino
a quel momento si era creduto che 65 milioni di anni fa l’ altopiano
della Murgia non era fra le terre emerse. Un tesoro da far fruttare,
perché no, speraro no tutti, magari insieme con l’ altra
recentissima ed eccezionale scoperta, a pochi chilometri dalla Valle
dei Dinosauri: l’ Homo Arcaicus, lo scheletro intatto e completo
del più antico esemplare umano mai rinvenuto, la cui “età ”
si aggirerebbe into rno ai 250 mila anni. Diciotto mesi dopo, niente
di tutto questo. Diciotto mesi dopo, a non più di cinquanta
metri in linea d’ aria dalla cava “Pontrelli”, si ergono
due capannoni in cemento armato (ma ne sono previsti sei, per 25
mila metri quadrati ) in cui si produrranno salotti. “Sono
soltanto i primi diecimila metri quadrati della grande pietra tombale
che rischia di seppellire un intero territorio e le sue ricchezze”,
dicono da tempo, inascoltati, molti imprenditori, diversi tecnici
e le as sociazioni culturali Archeoclub, Piazza e Mercadante. Che
non si tratti di una “svista” urbanistica, o di un fatto
isolato, lo si capisce dando un’ occhiata alla cartina: altri 17
opifici industriali sorgeranno proprio sul cranio dell’ Homo Arcaicus,
che dalle viscere della grotta di Lamalunga, in cui si trova, non
deve aver mai visto una cosa del genere. Ma non è finita.
Ci sono altri 50 capannoni (e fanno 73) che per la quasi totalità 
ricadranno “a pioggia” in un territorio che due anni fa
una legge dello Stato ha dichiarato “Parco nazionale dell’
Alta Murgia”. Basta così? Macché. Sono pronti
altri 70 progetti dello stesso tipo. Come gli altri, disseminati
qua e là , che utilizzano i finanziamenti europei previsti
per lo sviluppo e l’ occu pazione, costi quel che costi. I 73 progetti,
approvati a valanga dal Consiglio comunale di Altamura, per numero
e dislocazione costituiscono un unicum nel panorama italiano. Si
tratta di “accordi di programma” (intese tra Regioni e
Comuni) che hanno lo scopo – “quando mancano i piani regolatori
e gli altri strumenti urbanistici”, stabilisce la legge regionale
– di decidere dove e come insediare nuove attività  produttive,
senza perdersi in lungaggini burocratiche. Una finalità  buona,
ma pur semp re l’ eccezione, non la regola. Soprattutto quando già 
esistono aree industriali attrezzate. Come quella di un milione
di metri quadrati che si estende tra Altamura e Matera, dove, fra
gli altri, è presente il gruppo Natuzzi, leader del salotto.
Un’ area, questa, che l’ ex presidente del Cnel, Giuseppe De Rita,
in tempi non sospetti aveva individuato come il “nuovo distretto
del salotto italiano”. Ma allora perché non si è
scelto di andare lì, o anche altrove, a realizzare gli “accordi
di progra mma”, invece di ferire la Valle dei Dinosauri, l’
Homo Arcaicus, il Parco naturale? “Perché così
hanno scelto gli imprenditori riunitisi in consorzio – risponde
il sindaco Vito Plotino, di An -. Diventeremo la Milano del Sud,
qui abbiamo uno sviluppo impetuoso, con questi accordi creeremo
1542 posti di lavoro. Quanto ai dinosauri, quell’ area è
stata scelta prima che fossero scoperte le orme”. Sì,
ma si è cominciato a costruire dopo. “E allora vuol
dire che bloccheremo quel progetto – annuncia P lotino -. E interverremo
ovunque si presentino incompatibilità  simili”. Come
farà , il sindaco Plotino non lo spiega. “Nemmeno in
Consiglio comunale – ironizza – mi hanno fatto tutte queste obiezioni”.
“Ci credo – afferma Pietro Pepe, consigliere regi onale del
Ppi -, là  dentro ormai ci sono solo anime morte. Sotto elezioni,
poi, sembrano tutti un po’ più accondiscendenti. La verità 
è che la politica non esiste più. E così vincono
i clan d’ ogni tipo: per esempio quelli formati da studi tecnici,
i mprenditori, funzionari, che hanno la vera regia di queste operazioni”.
Un’ accusa che lascia indifferente Plotino, ma che viene commentata
con prudenza dal presidente della Giunta regionale, Raffaele Fitto,
che ha firmato gli accordi di programma. ” A noi, le domande
presentate risultano regolari – dice Fitto -. Poi, ogni Comune fa
le sue scelte e si assume le sue responsabilità , è
ovvio. Non spetta a me fare il controllore dell’ attuazione di quegli
accordi”. Adesso è il procuratore della Repub blica
di Bari, Emilio Marzano, che vuol vederci chiaro. Povero Aladar:
finire in tribunale, per non finire prima sotto i rifiuti e poi
sotto il cemento. Carlo Vulpio DALLA REALTA’ AL FILM La Walt Disney:
è la valle del nostro Aladar “Mentre noi stava mo lavorando
di fantasia, la realtà  ce lo faceva trovare qui. Avevamo
Aladar in casa e non lo sapevamo”. Così Fabiola Bertinotti,
della Walt Disney, racconta “l’ incontro” tra il protagonista
del kolossal “Dinosauri”, l’ iguanodonte Aladar (nella
fot o), e i suoi fratelli gemelli della Valle dei Dinosauri di Altamura.
Una scoperta che ha entusiasmato la Walt Disney e l’ ha portata
a proiettare il film in anteprima a Bari, oltre che a Roma e Milano.
“Il film racconta una storia di speranza – dice Bertinotti
– e rovescia la morale del branco: non più solo la sopravvivenza,
ma anche la protezione dei deboli”. C. Vul.


domenica , 14 gennaio
2001


ARCHEOLOGIA

La Disney vuole salvare la “Valle dei dinosauri”


ALTAMURA La Disney vuole salvare la “Valle dei dinosauri”
DAL NOSTRO INVIATO ALTAMURA (Bari) – La natura l’ ha conservata
per 65 milioni di anni. Ma ora che di fronte alla minaccia del cemento
nemmeno la natura può far nulla, è la magistratura
che ce rcherà  di impedirne una rapida “sepoltura”.
Nell’ attesa (di vincoli della Soprintendenza che non arrivano,
o di un intervento diretto del ministero dei Beni culturali), la
Valle dei dinosauri, che è proprio quella dell’ iguanodonte
Aladar, protagoni sta del film Dinosauri della Walt Disney, potrebbe
essere “salvata” dalla stessa multinazionale dei cartoon.
“Farne noi un Parco dei dinosauri sarebbe un sogno, burocrazia
permettendo”, spiega Fabiola Bertinotti, della Disney. Nel
frattempo, “per acc endere i riflettori sulla Valle, un tesoro
unico in Europa”, l’ idea da realizzare subito è legata
alla versione home-video del film. “Per l’ occasione, pensiamo
a un intervento diretto, di tipo culturale – spiega la Bertinotti-.
Un’ iniziativa inedi ta anche per noi, ma ne vale la pena”.
Per il momento, i dinosauri devono sperare nel lavoro del pm Elisabetta
Pugliese, che accerterà  perché, in base agli accordi
di programma tra Comune e Regione Puglia, si stanno costruendo sei
capannoni industria li per 25 mila metri quadrati proprio a due
passi dalla Valle, dove sono conservate trentamila orme di duemila
iguanodonti vissuti nel Cretacico superiore. Ma l’ indagine riguarderà 
anche gli altri insediamenti industriali approvati con il medesimo
s trumento degli accordi di programma (73, ma in tutto sono 150),
poiché oltre alla Valle dei dinosauri rischiano di essere
compromessi anche il sito archeologico dell’ Homo arcaicus (il più
antico esemplare completo di essere umano mai rinvenuto, 250 mila

anni) e il Parco nazionale dell’ Alta Murgia, in cui ricadrebbero,
come una “rosa” sparata da un fucile a pallini, il 90
per cento dei nuovi opifici. La scelta, rivendicata con orgoglio
dal sindaco Vito Plotino (“Creeremo 1542 posti di lavoro”)
e dalla giunta di centrodestra, ha scatenato polemiche infuocate:
se la città  ha un piano regolatore e può creare altrove
un’ ordinata area industriale, è la contestazione, perché
questo scempio? “Affari e poi affari, con quattro-cinque studi
tecnici alla regia delle operazioni”, sostengono Raffaele Crivelli,
Pietro Pepe e Michele Ventricelli, esponenti regionali di Rifondazione,
Ppi e Ds. Che sottolineano anche la “stranezza” di due
lettere dell’ assessorato regionale all’ Ambiente, ricevute da lla
Giunta comunale prima dell’ approvazione dei progetti ma protocollate
dopo, in cui si rammenta “l’ obbligo di rispettare le leggi
europee e nazionali per queste zone di protezione speciale”.
In città  intanto il protagonista è l’ iguanodonte
Alada r. Per lui, opposizione e associazioni culturali stanno preparando
una grande manifestazione pubblica: “Non sfrattate i dinosauri”.
Carlo Vulpio