Il caso di Nardò

Questo è il testo
dell’interrogazione presentata alla Commissione europea dal
parlamentare Giorgio Celli (Gruppo dei Verdi al Parlamento europeo)
in merito al "Progetto di porto turistico ‘marina Torre
Inserraglio’ da realizzarsi in località ‘Serra
Cicora’ — Comune di Nardò (Lecce)". In questo
caso siamo in presenza di un intervento di trasformazione urbanistica
programmato in una zona vicina a due Siti di Importanza Comunitaria
(SIC).

* * *

Il Comune di Nardò (Lecce)
ha avviato un procedimento amministrativo su istanza della società
ICOS s.r.l. per l’approvazione del "progetto definitivo"
del porto turistico "Marina di Torre Inserraglio", da
realizzarsi in località "Serra Cicora". Il progetto
prevede: un’area totale d’intervento di 72.000 mq; escavazione
di un bacino interno di 42.000 mq; un canale di accesso di 55 m
di lunghezza per 35 m di larghezza; due moli foranei a mare aventi
lunghezza l’uno pari a 148 m e l’altro di 15 m; infrastrutture
a terra (superficie totale di 27.000 mq, area parcheggio per oltre
300 posti auto, strade di collegamento e due edifici per servizi).

La zona prescelta per l’intervento
è situata a circa Km. 4 dal SIC IT9150013-Palude del Capitano,
a circa Km 1,100 dal SIC IT9150007-Torre Uluzzu, e contigua
al SIC IT9150024-Torre Inserraglio.

Lo scavo del canale di accesso al
porto interesserà un tratto di scogliera caratterizzato da
un habitat di interesse Comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE,
denominato "Scogliera delle coste mediterranee con limonio
endemico". Ampia superficie della zona oggetto d’intervento
è ricoperta da macchia mediterranea tutelata da leggi sia
nazionali che regionali; sul sito si registra, altresì, la
presenza di specie di orchidacee (Orchis Morio; Orchis papilionacea,
Ophrys tenthredinifera) tutelate dalla convenzione CITES. Ad una
distanza di circa Km. 2,500 si trova la Zona A — Riserva Integrale
delll’Area Naturale Marina Protetta Porto Cesareo (istituita
con D.M. dello Stato Italiano del 12.dicembre 1997). Inoltre, Il
porto dovrebbe nascere a soli 20 metri dal Parco Regionale attrezzato
di Porto Selvaggio ed ai piedi di un importantissimo sito d’importanza
archeologica oggetto da oltre tre anni di una campagna di scavi
condotti dal Dipartimento di Paleontologia dell’Università
di Lecce (qualche mese fa l’Università ha richiesto ufficialmente
l’apposizione del vincolo archeologico. Lo sbancamento costiero
previsto dal progetto pregiudicherebbe definitivamente la ricerca
lungo la fascia costiera che -secondo quanto sostenuto dall’Università-
dovrebbe contenere tracce di una frequentazione risalente al Neolitico
antico. L’Università di Lecce ha già provveduto con
proprie note ad allertare la Sopraintendenza Archeologica di Taranto
e quella per i Beni Ambientali di Bari. A tutt’oggi, però,
non si sono avuti riscontri tangibili). La zona è anche sottoposta
a diversi vincoli urbanistici [vincolo ex L. 1497/39 (oggi abrogata
e sostituita dal “Testo Unico delle disposizioni legislative in
materia di beni culturali ed ambientali a norma dell’art. 1 della
L 352/97, approvato con D.lgs. n. 490 del 29.10.99, 0, 0); vincolo di
Piano regolatore generale vigente quale zona “E2”, zona agricola
di salvaguardia paesaggistica; vincolo di variante al PRG adottata
quale zona “E4”, zona di salvaguardia ecologica]. L’accanimento
della società ICOS è legato a doppio filo alla presenza
nella zona del Residence “Torre Inserraglio” di proprietà
della stessa società, che è situato, tra l’altro,
in piena zona SIC (quello di Torre Inserraglio per l’appunto!).
Nell’estate del 2000, nello stabilimento balneare del residence
è stato sbancato un tratto di scogliera per creare uno scivolo
in cemento per barche, senza che sia stata effettuata nessuna verifica
di impatto od incidenza ambientale. Il residence, insomma, che ancora
continua ad essere ampliato, è un espediente continuo per
alterare in modo definitivo la zona. Nel Comune di Nardò
si è formato un comitato cittadino cui aderiscono associazioni
ambientaliste, partiti politici e cittadini che si oppone alla realizzazione
del progetto per il devastante impatto che esso avrebbe sull’ambiente
circostante.

Può la Commissione assicurare
che venga effettuata la valutazione d’incidenza e la verifica d’impatto
ambientale ai fini dell’assoggettabilità a VIA sul progetto
in questione? Quali misure intende prendere la Commissione per assicurare
la tutela dei siti SIC menzionati?

Non pensa che le opere legate alla
presenza del residence “Torre Inserraglio” nel sito SIC avente lo
stesso nome abbiano comportato un’infrazione del diritto comunitario
sugli habitat (direttiva 92/43) e sulla VIA (direttiva 97/11)? Può
la Commissione verificare se ci sono gli estremi per l’apertura
di un procedimento d’infrazione?

Giorgio Celli