Le cose che ci siamo dette all’incontro del 3 febbraio 2001.

Molti di coloro che non hanno potuto
o voluto partecipare all’incontro del 3 febbraio scorso mi
stanno chiedendo come sia andata la riunione. Confesso di avere
una certa difficoltà a tirare le somme di quella conversazione
(tale era nelle intenzioni e tale è stata!). In queste circostanze,
i segni aritmetici del più e del meno (bene) rivelano tutta
la loro inadeguatezza a prestarsi ad operazioni di sintesi.

A dirla tutta, non so se gli indubbi
motivi di soddisfazione nell’aver ritrovato una trentina di
persone attorno ad un tavolo a discutere senza ipocrisie ed infingimenti
sul da farsi collettivo (di questi mala tempora – in cui
sembra del tutto normale che le decisioni di interesse collettivo
siano prese solo dai pochi depositari di un presunto consenso elettorale
– non è cosa da poco!) siano di per sé sufficienti
a superare o almeno a compensare l’amarezza che nasce dal disincanto
o dall’atteggiamento di rinuncia manifestati dalla maggior
parte dei partecipanti all’incontro, nonché da alcuni
episodi accaduti a margine dell’incontro e di cui sono venuto
a conoscenza solo dopo l’appuntamento stesso.

Spero di riuscire a mettere ordine
alle cose da dire e di essere sufficientemente sintetico, come il
buon Ivan Commisso mi sollecita.

A) – Saranno le delusioni del
passato, le inevitabili difficoltà da superare per chi si
voglia proporre come realtà politica (per quanto localistica)
nuova ed alternativa, saranno le resistenze a sentirsi gruppo insieme
a persone che hanno o hanno avuto percorsi politici o posizioni
ideali differenti dalle proprie, fatto sta che i più hanno
segnalato l’improponibilità, in questa fase, di una
lista civica-politica alternativa alle forze politiche in campo
e dichiarato la propria indisponibilità a cimentarsi in prima
persona nella competizione elettorale.

Lo ripeto ancora una volta: mi fa
rabbia assistere ad un simile atteggiamento di rassegnazione rinunciataria
ed inconcludente da parte di persone che, al contrario, – per la
loro storia personale, le esperienze e le capacità spese
per lo più nel chiuso di qualche associazione o riservate
in via esclusiva all’esercizio di una professione o di un’attività
lavorativa – avrebbero delle cose da dire e soprattutto sarebbero
in grado di offrire davvero un’alternativa politica al deserto
delle idee e delle passioni che avanza in città senza sosta
e senza incontrare argini. Il suggerimento, forse ingenuo e sicuramente
banale, che avevo lanciato attraverso l’appello pubblicato
nelle pagine di questo sito era quello di recuperare, in primo luogo,
una rete di rapporti tra persone e gruppi, ora chiusi nel loro anonimo
ed isolato impegno, e farne quindi soggetto collettivo, politico
ed istituzionale, con obiettivi ben precisi e soprattutto con un
metodo ed una cultura di governo davvero alternativi a quelli espressi
in questi otto anni di destra al potere.

Capisco la delusione e l’insofferenza
dinanzi ad un centrosinistra sempre più asfittico e scialbo;
capisco il malcontento generato dall’incapacità e dal
rifiuto di questo centrosinistra di dare ascolto a tutte le anime
della sinistra, anche quelle più sensibili, insofferenti
ai compromessi, critiche e, diciamolo pure, più rompicoglioni;
capisco anche, come qualcuno ha pure detto, che la politica non
si fa solo nel Palazzo, in un consiglio o in una giunta comunali,
che la si fa nelle strade, nelle scuole, nel mondo del lavoro…
comprendo tutti questi argomenti ma, lo ripeto, non giustificano
il disimpegno o la disattenzione rispetto alle cose del cosiddetto
Palazzo. Perché continuare ad elemosinare attenzione ed ascolto
da questo o quel segretario di partito, se questi non ne vogliono
o non sono in grado di prestarne? Perché opporre un rifiuto
sdegnoso al ruolo o alle cose del Palazzo, quando, se non vogliamo
essere ipocriti con noi stessi, è proprio dal quel Palazzo
che attendiamo, quotidianamente, risposte ai problemi reali, esigiamo
sensibilità a certe realtà o tematiche, pretendiamo
che si occupi della tutela della salute e del territorio, di una
migliore qualità della vita per tutti e non solo di una vita
di qualità per i soliti pochi e forti, del recupero di spazi
per una socialità perduta, della riapertura di un teatro,
di una programmazione culturale che superi il grado della decenza,
della valorizzazione delle risorse ambientali e culturali del territorio,
della valorizzazione delle competenze e professionalità degli
altamurani, del rispetto della legalità e della trasparenza
degli atti… o ancora è proprio da quel Palazzo che aspettiamo,
per chi è associazione o cooperativa o impresa, un contributo
per una certa attività, il famigerato patrocinio, una sovvenzione,
una zona industriale o artigianale attrezzata, un lotto per la propria
azienda, servizi reali per i cittadini e le imprese, la concessione
di una masseria comunale per organizzare dei campi di lavoro o un
ostello…

Ecco, perché guardiamo sempre
al Palazzo se è così brutto, perché lo frequentiamo,
in atteggiamento questuante, se puzza così tanto? Insomma,
quello che proponevo era di entrare nel Palazzo, ma dalla porta
principale ed a fronte alta, per fare delle cose (magari poche)
e non solo per chiederle. Prendo atto, alla luce della conversazione
del 3 febbraio e delle assenze riscontrate in quell’occasione,
che questa è solo la mia opinione e di pochi altri.

B) – Su un punto tutti i partecipanti
all’incontro si sono mostrati concordi: sulla necessità
di fare gruppo, di unire le energie, essere presenti durante e dopo
la competizione elettorale e prendere delle iniziative, creando
magari un coordinamento permanente. Pur facendo mia questa esigenza,
al momento confesso di non avere molte idee sul come si riesca a
fare gruppo e sul cosa e come fare. Sarò troppo persuaso
delle mie idee (anche quelle banali ed ingenue!), ma vedevo nella
creazione di una lista elettorale lo strumento più concreto
per cementare un gruppo, forse anche in maniera un po’ artificiosa
e con qualche forzatura; consideravo la scadenza elettorale prossima
come l’occasione migliore per mettersi alla prova in quanto
avrebbe impegnato TUTTI ad incontrarsi, discutere, elaborare una
proposta politica e programmatica, a fare delle iniziative. Esclusa
questa strada, non resta che pensare tutti al da farsi e da questo
punto di vista il sito di Altamura2001 può essere lo strumento
attraverso cui veicolare idee, argomenti e suggerimenti: se un osservatorio
libero dai condizionamenti dei gruppi di potere si vuol creare,
quale opportunità e spazio migliori di quelli offerti da
internet e da questo sito che, in questi mesi, si è conquistato
un significativo numero di visitatori?

Molti dei presenti, inoltre, hanno
anche proposto che questo gruppo spenda argomenti ed energie mobilitandosi
in occasione delle elezioni di primavera: o fornendo indicazioni
programmatiche ai candidati alla carica di sindaco o concentrando
i propri voti su un partito o su una singola persona del gruppo
da immolare in una delle liste di partito presenti nella competizione
elettorale o ancora facendo campagna elettorale per un voto di protesta
motivato che prenderebbe le forme di una scheda elettorale da annullare
in un modo da concordare tutti insieme. Anche su questi spunti,
vi invito a dire la vostra nel Forum di discussione presente in
questo sito.

C) – Infine, qualche parola
su alcuni episodi che mi hanno amareggiato e disorientato. Li riferisco
così come sono, senza alcun commento, in quanto di per sé
eloquenti: 1) mi è dispiaciuto che qualcuno (uno o due, a
dire il vero) non abbia approfittato dell’occasione, particolarmente
distesa, franca e colloquiale, per tacere evitando così provocazioni
inutili, sarcasmi ingiustificati ed accuse gratuite di disimpegno
e di qualunquismo; 2) mi ha amareggiato constatare che qualcuno
era lì presente con l’unico scopo di correre a riferire
le "nefandezze" dette o commesse nell’incontro a
qualche esponente di partito (evidentemente, così gli era
stato ordinato dal suo padrino politico!). Ma perché, se
la riunione non era affatto segreta o carbonara, come pure qualche
disinformato la definiva? Era stata ampiamente annunciata attraverso
questo sito ed attraverso i miei messaggi di posta elettronica e
si è tenuta al Centro Servizi Sociali con le porte aperte
a chiunque avesse avuto interesse o piacere ad incontrarsi con altri
e discutere su un argomento che era pure stato ampiamente anticipato.
Quanto alle nefandezze temute… il tutto si è ridotto a
qualcosa che riesce a sorprendere e spaventare i politici locali:
una discussione libera ed aperta. Amareggia, quindi, non certo che,
la mattina successiva, qualche esponente politico locale sghignazzava
sugli esiti e sui toni dell’incontro (peraltro riportati con
una certa fedeltà dall’agente infiltrato), ma che mi
sia preclusa la possibilità di sapere in chi abbiamo riposto
stima senza che la meritasse: insomma, chi è lo stronzo?;
3) mi ha amareggiato ancora, sebbene non mi sorprenda più
nulla di questi tempi (mala tempora!), apprendere che qualche
maggiorente del centrosinistra locale, terrorizzato all’idea
che qualcuno avesse deciso di incontrarsi e discutere sulle proprie
scelte politiche, avesse sollecitato qualcuno a partecipare all’incontro
con l’obiettivo di demolire o scoraggiare un’eventuale
prospettiva di lista.

E’ davvero tutto. E’ quanto
dovevamo non certo per un generico dovere di cronaca, ma per la
trasparenza ed il rispetto che Altamura2001 deve nei confronti di
coloro che hanno iniziato o iniziano solo ora a dare fiducia e speranza
alla nostra iniziativa.

L’unica conclusione che è
possibile trarre è che non basta più, a questo punto,
dire che viviamo tempi cattivi (nel senso di mediocri, meschini,
compromessi, senza senso e prospettiva), ma è necessario
esserne fino in fondo persuasi ed attrezzarsi di conseguenza ad
una difesa democratica, ideale ed autenticamente civile.

enzo colonna

lacittaditutti@hotmail.com