Cosa hanno detto della 34?

Allora erano giustamente e duramente
contro quella prospettiva di sviluppo che era ed è fuori
di ogni razionalità; ora, l’attuale Sindaco, Rachele
Popolizio, e l’attuale maggioranza di centrosinistra si trovano
a decidere se portare a termine l’iter amministrativo
relativo a quegli accordi di programma.

Per quanto ci riguarda, non stiamo
qui a riprendere le ragioni e le argomentazioni che in più
occasioni abbiamo espresso contro l’applicazione della legge
regionale n. 34 nel nostro territorio (v. i numerosi interventi
della Sezione "Murgia e Territorio" del nostro sito, ad
esempio https://www.enzocolonna.com/htm/cdu_fuzzy.html).

Ci limitiamo, ora, a fare nostro il
contenuto dei documenti e dei volantini prodotti in queste settimane
di mobilitazione cittadina dal "Coordinamento cittadino per
lo sviluppo e la qualità della vita".

Ci limitiamo a riportare ed a fare
nostre le opinioni espresse dagli attuali consiglieri comunali di
maggioranza Nicola Natuzzi (I Democratici) ed Enzo Colonna
(Democratici di Sinistra) nell’ultimo consiglio comunale del
3 gennaio 2002.

Ci limitiamo a ribadire la validità
dei ragionamenti e degli argomenti un anno fa’ spesi dall’allora
minoranza di centrosinistra.

Ci limitiamo ad augurarci che coerenza
delle posizioni, razionalità delle idee, rispetto di se stessi
e delle regole, continuino ad ispirare il centrosinistra anche ora
che è al governo della città.

Quella coerenza, quella razionalità
e quel rispetto, d’altronde, sono stati riconosciuti ed apprezzati
dalla gente ed hanno consentito al centrosinistra di vincere le
elezioni amministrative di maggio 2001.

Ci auguriamo, pertanto, che a qualcuno,
nell’amministrazione o nella coalizione di centrosinistra,
non venga in mente di buttare via tutto questo patrimonio ideale
e politico!

Altamura2001 — La Città
di Tutti

Gli interventi di: Francesco Viti
Rachele PopolizioMichele
Ventricelli
Michele ClementeVito
Menzulli
Nicola NatuzziEnzo
Colonna


Francesco VITI (I Democratici)
— Intervento nel Consiglio comunale del 27 dicembre 2000

Questa sera, effettivamente, noi riteniamo
che sia la cosa più opportuna fare una discussione e poi
discutere, sì, al di là di qualche piccolo particolare
che ci potrà essere, ma la discussione questa sera è
eminentemente politica.

Non è sicuramente una discussione
tecnica su quello che è il singolo provvedimento, o anche
l’insieme dei provvedimenti, così come già chi
mi ha preceduto, il Consigliere Gentile, ha detto, ha già
cominciato a preannunziare.

È chiaro che l’Opposizione
ha una visione diversa rispetto a quella del Consigliere Gentile,
che pure è apprezzabile nella sua prima parte, e l’Opposizione
ha chiaramente una visione uguale a quella del Consigliere Gentile
nella prima parte del suo discorso.

Non condivide questo fatalismo del
Consigliere Gentile, tenendo presente che troppi appuntamenti, e
troppe coincidenze, chiaramente non portano a giustificare ciò
che sta avvenendo in questo periodo ad Altamura come un fatto legato
all’apparato burocratico.

Fra parentesi vorrei capire anche
meglio a cosa si riferisce il Consigliere Gentile, considerando
che non mi sembra che l’apparato burocratico di Altamura abbia
frenato o si sia posto di traverso rispetto a quello che è
lo sviluppo della città.

Per cui appena finisco, oppure durante
il dibattito, sarei veramente interessato a capire meglio ciò
che il Consigliere Gentile intendeva dire con quel, non voglio citare
le parole precise, lui se le ricorderà sicuramente meglio
di me, di questo lassismo, mi è sembrato di aver capito,
di ricordare come parola, dell’apparato burocratico.

La scelta, che stasera si va a fare,
è una scelta eminentemente politica ed è una scelta
che riguarda un’idea dello sviluppo della città, non
solo della città di Altamura, ma un’idea di sviluppo
di tutte le città del nostro territorio, parlando addirittura
del territorio nazionale.

Ed una scelta politica rispetto allo
sviluppo del territorio, lo cito come esempio, simile a quella che
stasera noi ci accingiamo a fare, è stata oggetto di ampia
ed approfondita discussione in una Regione, che sicuramente non
può essere presa ad esempio come caratterizzazione politica,
ideologica, come Regione profondamente di Centro Sinistra, che è
la Regione Veneto, che è una Regione dove un modello di sviluppo,
com’è quello che stasera l’Amministrazione, e chiaramente
la Maggioranza, sembrerebbe la Maggioranza, poi sentiremo sicuramente
i vari argomenti che la Maggioranza sembra proporre, è stato
un modello di sviluppo non solo teorizzato, ma attuato.

Io vi invito ad ascoltare i vostri
colleghi della vostra parte politica della Regione Veneto, che stanno
ancora piangendo per errori gravissimi, che si sono accorti d’aver
fatto, attuando uno sviluppo "a pelle di leopardo", "a
macchie", che sta impedendo attualmente sia un adeguato sviluppo
di un’agricoltura moderna, perché non hanno più
gli spazi per fare un’agricoltura moderna, sia lo sviluppo
di un’industria moderna, perché si sono resi conto che
un’industria moderna non si può fare "a pelle di
leopardo", ma si fa soltanto concentrando in aree ben dotate
di servizi, strade, acqua, fogna, energia elettrica, soprattutto
certi tipi di energia elettrica necessari per far muovere determinati
tipi di industrie concentrate in un’area, impianti di depurazione,
servizi, centri direzionali, tutte cose che per uno sviluppo moderno
sono assolutamente indispensabili.

In Veneto stanno già pensando
a come riparare a questo modello di sviluppo che, peraltro, è
il frutto di scelte di alcuni anni fa, quando ancora l’importanza
di queste cose non si conoscevano.

Sembra che noi ci stiamo avviando
verso una decisione simile, però a distanza di molti anni,
non tenendo presente quelli che sono stati gli errori degli altri,
che invece dovrebbero essere per noi insegnamento e dovrebbero farci
capire che non è con quel modello di sviluppo, per esempio,
che si abbattono i costi.

Il famoso sviluppo del Nord-Est, che
tanto ha fatto notizia sui giornali, comincia ad arretrare, e questo
è notorio.

Comincia a creare difficoltà,
comincia ad avere il fiato corto, e questo è notorio, tant’è
vero che in altre aree del Paese, compresa la nostra, si stanno
creando i presupposti per creare veramente un’alternativa al
famoso, sbandierato sviluppo del Nord-Est.

Ma se ripetiamo gli stessi errori
che nel Nord-Est sono stati fatti, chiaramente avremo anche noi,
come si stanno rendendo conto nel Nord-Est, il fiato corto.

Stiamo creando i presupposti di uno
sviluppo di breve periodo e stiamo creando la possibilità
che, con una concorrenza ormai a livello internazionale, i presupposti
perché le aziende purtroppo debbano, sì, lavorare,
ma lavorare con costi che nel giro di alcuni anni saranno completamente
fuori da qualunque livello concorrenziale.

Personalmente conosco tappezzieri
di alto livello di Altamura, che in questo momento sono in Cina
ad insegnare ai Cinesi, là dove c’è una manodopera
a costi bassissimi, come si costruisce il salotto in pelle a basso
costo!

Questo sta avvenendo e non da ora.

È già un anno, due anni
che con lauti stipendi alcuni nostri concittadini stanno facendo
questo tipo di operazione, che può essere giudicata in un
modo, nell’altro, ma c’è, è una realtà.

Per cui io mi chiedo se non creiamo
oggi i presupposti per continuare a produrre, per esempio, io ho
citato un esempio, è soltanto un esempio, Altamura non si
basa solo sul salotto, ma soprattutto sul salotto, se vedremo lo
sviluppo di un’industria a bassissimo costo di produzione,
in aree dove soprattutto ciò che più costa nella produzione,
che è la manodopera, rimane la manodopera, uno sviluppo con
produzione a basso costo grazie a costi veramente limitati di manodopera,
chiaramente corriamo il rischio di entrare fuori mercato, nonostante
tutte le leggi n.34, tutta la disponibilità dell’Amministrazione
nei confronti delle aziende, tutta la disponibilità anche
del Consiglio Comunale, laddove si dovesse coagulare questa disponibilità,
nei confronti di insediamenti di opifici in aree non dotate di servizi,
in aree sparse sul territorio, in aree oltre tutto in cui queste
aziende, ma io direi soprattutto altro tipo di aziende, facciamo
un altro esempio, per esempio le aziende di trasformazione di prodotti
agricoli, potrebbero trovare in questo connubio fra un tipo di sviluppo
paesaggistico, rurale, di tutela dell’ambiente, quale è
il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, di cui finalmente si ricomincia
seriamente a parlare, un’area di sviluppo che si basa però
necessariamente, per esempio, sulla tutela del paesaggio.

Tutela del paesaggio che è
il presupposto per un’adeguata valorizzazione turistica.

È chiaro che insediare opifici
giù al Pulo o di fronte alla Cava dei Dinosauri, oppure sopra
l’Uomo di Altamura, non credo che sia un modo per una prospettiva,
non nei prossimi quattro o cinque anni, nei prossimi quarant’anni
dello sviluppo di Altamura.

Un altro esempio che non c’entra
nulla con questo, ma tanto per ricordare un poco, anche avere memoria
del passato, la Riforma Fondiaria.

Partiva da un presupposto giusto:
la distribuzione della terra alla gente che lavorava la terra.

Giustamente, la terra a chi la lavora,
non la terra al grosso proprietario e chi la lavora poi è
soltanto un salariato.

Che cosa produsse, però, quell’impostazione?

Produsse centinaia, migliaia di insediamenti
nel nostro territorio, insediamenti che a causa del particolare
tipo del nostro territorio, diverso dal Metapontino, diverso dalle
zone della Pianura Padana, portarono ad un abbandono progressivo
di questi insediamenti, che diventarono delle piccolissime "cattedrali
nel deserto", si diceva una volta, cioè queste aziende
che poi pian piano, perdendo una capacità operativa autonoma,
venivano abbandonate e andavano pian piano in rovina.

Io non auguro questo, sicuramente,
per i nostri opifici, che siano in zona agricola, o che siano in
zona tipizzata come area di sviluppo industriale.

Io dico soltanto che abbiamo il gravissimo
pericolo che di fronte ad uno sviluppo basato sul tutto e subito,
basato sull’immediato sbocco di un’imprenditoria industriale,
che da troppi anni aspetta uno sviluppo, aspetta la possibilità
di costruire, da troppi anni, e qui torniamo alle scelte politiche
e alle impostazioni di come vogliamo lo sviluppo del nostro territorio,
da troppi attende di poter costruire il proprio capannone!

Non è possibile che oggi, alla
fine di otto anni continuativi di gestione, dal cilindro del prestigiatore
esca fuori una legge straordinaria, eccezionale, quasi quasi, e
in questo sono completamente in dissenso con ciò che è
la parte finale del discorso di chi mi ha preceduto, che per necessità
dobbiamo fare così, perché purtroppo non c’è
altra strada, perché sembra quasi che il destino ha voluto
così, perché sembra che non ci siano altre alternative.

Noi diciamo che le altre alternative
c’erano, ci sono e soprattutto che le altre alternative ci
saranno!

Ci saranno soprattutto se una visione
dello sviluppo del territorio comincerà a prevalere, a diventare
prevalente in tutte le persone altamurane, in tutti i cittadini
altamurani.

Noi riteniamo d’interpretare
questo tipo di sviluppo, questa mentalità, questa modalità.

Riteniamo anche che, avvicinandosi
delle consultazioni elettorale, che non sembrano poi tanto slegate
rispetto a ciò che stasera discuteremo, basti vedere le modalità
con cui certi manifesti ormai pullulano sui muri della nostra città,
e anticipo che l’Opposizione su questo tipo di comportamento
sarà attentissima, perché se iniziamo la campagna
elettorale prima ancora del suo inizio, con l’utilizzo dei
soldi pubblici per vere e proprie pubblicità a quelle che
sono certe decisioni, comportamenti, eccetera, è chiaro che
anticipiamo che iniziamo molto male e che l’Opposizione userà
tutte le armi, nessuna esclusa, perché questi comportamenti
siano immediatamente identificati, stigmatizzati, bloccati e, se
possibile, anche sanciti nel momento in cui questa cosa dovesse
venir fuori.

Questo lo anticipo.

Questo riguarda l’argomento dell’ordine
del giorno, ma riguarda anche tutta un’altra serie di argomenti
di cui in questi giorni si sta tanto parlando.

Premesso questo, dico che il nostro
modello di sviluppo è un modello diverso.

Noi ci auguriamo, dato che sembra,
ripeto, un clima già pre-elettorale, che questo modello di
sviluppo, di cui io ho parlato in maniera molto vaga, molto generica,
e che sicuramente molto meglio di me, anche per competenza, per
approfondimento, altri Consiglieri sicuramente tracceranno, entrando
anche nello specifico di alcune scelte, noi diciamo che questo modello
di sviluppo non ci appartiene.

Noi diciamo che il nostro modello
di sviluppo è lo sviluppo compatibile con le risorse, compatibile
con il territorio…

…Impostazione, porta inevitabilmente
ad un aumento dei costi di produzione e io ritengo che con delle
scelte più oculate avremmo sicuramente fatto veramente gli
interessi delle aziende.

E con questa scelta, che stasera sembra
prospettarsi, noi diamo alle aziende l’impressione di poter
avere delle espansioni area-ossigeno, ma in realtà tutta
questa cosa rischia di avere il fiato corto.

Noi, invece, vogliamo per la nostra
città uno sviluppo di lungo periodo solido, stabile, a costi
veramente contenuti e veramente al servizio delle aziende, e non
in maniera esclusivamente apparente, ma sostanzialmente facendo
esattamente il contrario, come stasera sembrerebbe prospettarsi.

Con questo, anticipo che, implicitamente
l’ho detto attraverso il discorso, questa modalità di
espansione industriale non ci appartiene.

Ci appartiene uno sviluppo che sia
ordinato, che sia soprattutto scelto e non subito, ancora una volta
lo dico in dissenso rispetto al fatalismo di chi mi ha preceduto,
e oltre tutto io dico che questo sviluppo, nel momento in cui il
vento dovesse cambiare, sicuramente avrà una realizzazione
pratica e concreta e sarà il primo impegno, laddove il destino
volesse un avvicendamento d’Amministrazione, di un’altra
Amministrazione di diverso colore politico, che si andasse a creare
ad Altamura.

 

Francesco Viti
Rachele PopolizioMichele
Ventricelli
Michele Clemente
Vito MenzulliNicola
Natuzzi
Enzo Colonna


Rachele
POPOLIZIO (PPI) — Intervento nel Consiglio comunale del 27
dicembre 2000

Signor Presidente, signor Sindaco,
signori imprenditori, noi parliamo anche a voi, visto che siete
venuti personalmente, e quindi abbiamo l’occasione anche stasera
di avere un dialogo con voi.

La nostra posizione in merito a questi
accordi di programma è nota a tutti voi.

Però alla base di questa nostra
posizione c’è una considerazione politica, che è
quella che la legge n.34 è uno strumento eccezionale, che
viene individuato in quei Comuni in cui le Amministrazioni non abbiano
predisposto delle aree idonee agli imprenditori per garantire lo
sviluppo industriale.

Quindi, alla base della possibilità
di utilizzo della legge n.34 c’è, a nostro giudizio,
l’incapacità da parte di un’Amministrazione di
aver saputo trovare in tempo utile delle possibilità alternative,
che la legge prevede, che la legge prevedeva, che potevano essere
utilizzate nel corso di questi otto anni, se solo l’Amministrazione
avesse saputo e utilizzare le norme vigenti.

Avrebbero benissimo potuto utilizzare
lo strumento della variante al Piano Regolatore, adesso ci sono
delle norme che prevedono dei termini acceleratori, e quest’Amministrazione
la sta utilizzando per la variante di Via Corato, in sette/otto
mesi è anche possibile oggi agire in variante.

Non ci voglio…

INTERVENTI FUORI MICROFONO NON UDIBILI

Per Via Corato, comunque, per cortesia,
Assessore Colonna (Lillino, ndr) non m’interrompa, poi
parlerà.

Con la variante di Via Corato lei
ha detto ai cittadini di Via Corato che ci vogliono sette/otto mesi.

Comunque lei mi deve fare la cortesia,
come fa parlare gli altri, di far parlare anche me.

Alla fine parlerà lei, noi
siamo qua per ascoltare.

Ci potevano essere delle soluzioni
alternative, se solo l’Amministrazione le avesse saputo utilizzare.

Questo non è stato fatto e
quindi è stata utilizzata la legge n.34, che non è
una risposta dell’Amministrazione agli imprenditori.

È la risposta che gli imprenditori
danno ad un’Amministrazione incapace, perché l’iniziativa
di questa legge n.34 non è un’iniziativa pubblica, è
un’iniziativa che hanno avuto gli imprenditori di fronte ad
un’Amministrazione che non ha saputo trovare delle risposte
idonee, perché se l’Amministrazione avesse saputo trovato
le risposte idonee, sarebbero state date delle aree, prevedendo
una concentrazione di imprese con delle infrastrutture pubbliche,
e non invece costringere gli imprenditori anche a pagarsi i costi
delle infrastrutture.

Quindi, questa è la nostra
posizione.

Ciò nondimeno, noi abbiamo
anche detto nel 1998: "Volete utilizzare la legge n.34?"

"Noi saremmo stati anche disponibili."

C’è una mia interrogazione,
firmata poi anche dagli amici del Centro Sinistra, del 1998 in cui
abbiamo detto, siamo arrivati al punto di dire che l’unico
strumento è la legge n.34?

Utilizziamola, ma in una maniera diversa!

Diamo delle direttrici sicure e limitate,
non consentiamo che questo sviluppo vada ad attuarsi "a manto
di leopardo".

Chi impediva a quest’Amministrazione
di dire: "Utilizziamo la legge n.34 per ampliare l’attuale
zona industriale."

Utilizziamola nella zona P.I.P., che
ancora oggi non sappiamo ancora come potremo sbloccare la zona P.I.P..

Oggi dovevamo discutere una proposta
sulla zona P.I.P., ma vedo che non è ancora pronta per la
discussione, perché ci sono delle difficoltà.

Volendo, anche la legge n.34 avrebbe
potuto, come è stata utilizzata in altri Comuni, essere utilizzata
in zone già adatte per quel tipo di sviluppo imprenditoriale.

Pertanto io non mi dilungherò
su questa posizione, che ormai è nota a tutti.

Quello che, però, voglio dire,
e lo dico alla Maggioranza che questa sera si dispone positivamente
verso questi accordi, sono una serie di considerazioni che, per
senso di responsabilità, io consegno all’Amministrazione
nella speranza che ne faccia tesoro, perché questo è
molto importante anche per le prossime amministrazioni.

Stasera si voteranno questi accordi
di programma, saranno ratificati con il voto della Maggioranza.

Successivamente ci sarà la
convenzione tra il singolo proponente e il Comune e poi il rilascio
delle concessioni edilizie.

Io chiedo se c’è disponibilità
da parte dell’Amministrazione che siano previste delle misure,
eventualmente anche in sede di convenzione, per vietare la cessione
d’impresa su questi accordi di programma, perché io
sono convinta che stasera ci sono moltissimi imprenditori seri e
validi, che utilizzeranno questi accordi di programma secondo la
maniera che la legge prevede.

Ma non vorrei che quest’Amministrazione
si prestasse a dei giochi speculatori, cioè non vorrei che
qualcuno stasera presentasse un accordo di programma con il nome
di un’azienda, con una ragione sociale, e successivamente,
alla fine, con il passare del tempo questo nome, quest’azienda,
questa ragione sociale non si trovasse più e alla fine la
costruzione venisse realizzata da altri.

Quindi, chiedo all’Amministrazione
di vigilare e che in sede di convenzione venga prevista una clausola
che vieti il trasferimento di azienda, non la trasformazione di
società!

Perché la trasformazione di
società è una cosa diversa, rimane la stessa partita
IVA, e quindi è sempre la stessa società, che può
pure cambiare nome per motivi di mercato, però la società
rimane la stessa.

Ma che sia vietato il trasferimento
e la cessione d’azienda, perché questo significherebbe
prendersi gioco di un intero Consiglio Comunale, e chiedo che venga
vietata la divisibilità dei lotti in sede di rilascio di
concessione.

Già c’è stato un
precedente in questo senso: è stato chiesto un accordo di
programma per 20.000 metri, in sede di rilascio di concessione è
stata chiesta una concessione per 10.000 metri.

Noi non ci dobbiamo prestare a questo,
perché se ci sono degli imprenditori seri, che hanno bisogno
di 20.000 metri, facciano la domanda per 20.000 metri e costruiscano
per 20.000 metri.

Ma, se uno chiede 20.000 metri, non
può poi chiedere una concessione per 10.000 metri, lasciando
un punto interrogativo sugli altri 10.000 metri, perché allora
vuol dire che la reale esigenza dell’imprenditore era per 10.000
metri, e non per i 20.000 metri che ha chiesto.

Quindi, questa è la seconda
richiesta che faccio, che sia vietata la divisibilità dei
lotti in sede di rilascio di concessione, e inoltre che sia effettuata
una vera vigilanza sul mantenimento dello standard occupazionale.

Voi avete, anche con manifesti pubblici,
salutato positivamente questi accordi di programma per l’impatto
sull’occupazione.

Io mi auguro che questo impatto ci
sia, però chiedo, come gli accordi prevedono, che sia nominata
una Commissione di Vigilanza presieduta dal Sindaco, che effettivamente
controlli che i posti di lavoro ci siano, che siano posti di lavoro
veri, nuovi, e non posti di lavoro falsi, o trasferiti, o che si
perdano nel nulla.

Quindi, io consegno queste tre raccomandazioni
alla Maggioranza con la speranza che qualcuno di AN, di Forza Italia
li voglia recepire, perché poi in sede di convenzione vengano
specificate queste questioni.

Un’ultima cosa mi sento veramente
di suggerire.

Ho visto che questi accordi di programma,
tutti, prevedono l’arbitrato, cioè prevedono che, in
caso di controversie, si ricorra ad un collegio arbitrale.

Io auguro a tutti di non avere mai
niente da discutere e niente da dividere in senso negativo con il
Comune.

Auguro che i rapporti tra imprenditori
e Comune siano i migliori di questo mondo, ma, se così non
fosse, per un caso qualsiasi si dovesse verificare una controversia,
il riferimento all’arbitrato, secondo me, è il peggio
che quest’Amministrazione possa prevedere, perché qui
si prevede un collegio arbitrale composto da un tecnico nominato
dal Comune, da uno nominato dalla Regione, da uno nominato dagli
imprenditori, più il Presidente del Tribunale.

Voi sapete, Consiglieri di Maggioranza,
lo sapete meglio di me, che l’arbitrato è fonte di spese
per le persone che vi deferiscono la controversia agli arbitri,
ed è stata fonte in tanti casi anche di corruzioni, al di
fuori.

Io non mi riferisco a questo Comune,
ma abbiamo tantissimi casi in cui noi abbiamo saputo che cosa succede,
quando in queste questioni mettono le mani i collegi arbitrali.

Quindi, io chiedo, anche per garanzia
delle Amministrazioni future e degli imprenditori, che sia cancellata
dagli accordi di programma la clausola sugli arbitrati.

 

Francesco Viti
Rachele PopolizioMichele
Ventricelli
Michele Clemente
Vito MenzulliNicola
Natuzzi
Enzo Colonna


Michele
VENTRICELLI (DS) — Intervento nel Consiglio comunale del 27
dicembre 2000

Io non aggiungerò molto alle
considerazioni, che sono state già fatte dagli altri Consiglieri,
solo alcuni appunti.

Dico solamente, faccio una premessa,
che appare paradossale che ogni volta che si deve parlare e interessare
di sviluppo della città, non abbiamo mai la possibilità,
la capacità, ovviamente lo dico a tutti, compreso anche noi,
di riuscire ad individuare orientamenti, che possano mettere d’accordo
un po’ tutti, perché credo che ogni qualvolta si parla
di sviluppo della città, in modo particolare in questa situazione,
sarebbe stato opportuno che ci fosse stato un maggiore coinvolgimento
soprattutto del Consiglio Comunale, in quanto credo che a tutti
quanti stia a cuore, non solo alla Maggioranza, agli imprenditori
che ci ascoltano questa sera, ma anche agli operatori del settore,
lo sviluppo di questa città e soprattutto gli indirizzi che
si vogliono dare alla occupazione della città.

Però a questa considerazione
credo che sia necessario aggiungerne un’altra: ogni qualvolta
si parla di sviluppo della città, è necessario sicuramente
capire in che direzione si vuole andare.

Ora noi ormai da due anni ci stiamo
confrontando su questa grossa vicenda delle risposte da dare agli
imprenditori, alla nostra città e credo che molti di questi,
anzi la stragrande maggioranza, abbiano più volte ascoltato
quali erano le posizioni del Centro Sinistra su questa vicenda,
in modo particolare anche le posizioni del mio partito, del mio
gruppo.

Ogni qualvolta si parlava di risposte
da dare agli imprenditori, alla nostra città, noi ci siamo
sempre fatti carico, in numerose occasioni, di verificare quali
potessero essere le risposte da dare a questa classe importante
della nostra città.

Riteniamo però che su questo
ci sia, e questo lo voglio dire senza che questo possa condizionare
anche il giudizio che la Maggioranza deve avere sulle posizioni
della Minoranza.

Io credo che ci sia…

INTERVENTI FUORI MICROFONO NON UDIBILI

Quindi, dicevo, ogni qualvolta si
è cercato di affrontare questa cosa, abbiamo tentato di dare
soluzioni che potessero contribuire ad una soluzione degna di questo
nome.

Nel corso di questi anni ci siamo
sforzati di sollecitare l’Amministrazione Comunale a trovare
soluzioni, che potessero incanalarsi in quelle che sono, a nostro
giudizio ovviamente, le risposte che la normativa vigente poteva
dare a questa soluzione.

Più volte abbiamo detto che
i ritardi, che si stavano accumulando su tale questione, andavano
ovviamente a pregiudicare quelle che erano le scelte dei nostri
imprenditori, che bisogna dirlo in maniera, e lo dico non perché
stasera in Consiglio Comunale e nell’aula consiliare ce ne
sono alcuni, ma proprio perché il nostro giudizio è
stato sempre questo, e cioè la nostra classe imprenditoriale
è stata sempre animata da un forte senso di dinamismo economico,
che ha consentito nel corso di questi decenni di mettere su intraprese
economiche, che hanno consentito a questa nostra città di
diventare un punto di riferimento a tutti i livelli.

Credo che se c’è un Comune
e se c’è una classe di imprenditori, che deve sicuramente
essere vantata in tutta questa vicenda dello sviluppo del polo industriale
del salotto, credo che moltissimi imprenditori altamurani debbano
avere un attestato in questa direzione.

Però io credo che abbiamo fatto
bene, nel corso di questi anni, a cercare di parlare sempre in maniera
molto chiara nei confronti degli imprenditori, anche rischiando
alcune volte posizioni impopolari.

Io credo che, quando si ha l’onestà
intellettuale di saperle rappresentare, e di rappresentarle nell’interesse
esclusivo della città, faccia bene agli stessi imprenditori.

Perché noi siamo assolutamente
perplessi su quest’impostazione che l’Amministrazione
Comunale vuole dare e ha sostanzialmente dato a questa impostazione,
a questa interpretazione della legge n.34?

Noi abbiamo sempre ritenuto, senza
scandalizzarci, che la legge n.34, e credo che nessuno potrà
confutare tale giudizio, è nata come una legge straordinaria,
eccezionale, che potesse venire incontro a quelle situazioni d’emergenza,
che in molti Comuni si verificano, perché mancano le aree,
mancano le scelte urbanistiche fatte.

Non a caso, di fronte all’insistenza,
che alcune volte l’Amministrazione ha manifestato, avevamo
anche detto che noi eravamo disponibili addirittura a prendere in
considerazione un’interpretazione della legge n.34, che potesse
però individuare un’applicazione rispondente a criteri
di razionalità.

Più volte, così come
avvenuto in altri Comuni, vorrei solo richiamare l’esperienza
a noi più vicina, quella di Gravina, ma credo che lo stesso
sia avvenuto, per esempio, a Grumo Appula, abbiamo detto che, laddove
il giudizio dell’Amministrazione fosse quello di ritenere che
vi fosse mancanza di aree giuridicamente efficaci, anche se questa
circostanza noi l’abbiamo sempre disconosciuta, perché
riteniamo che lo stato attuale degli strumenti urbanistici non consenta
di individuare questa situazione, ma laddove l’Amministrazione
Comunale avesse accettato questa impostazione, abbiamo più
volte detto: "Cerchiamo dei criteri che vadano a salvaguardare
il nostro territorio, che vadano a dare risposte serie e concrete
agli imprenditori".

Abbiamo detto: "Cerchiamo di
concentrare in un’unica area, in un’unica zona",
che potesse venire comunque incontro alla stragrande maggioranza
di imprenditori seri della nostra città, perché, diciamolo
chiaramente, in tutta quest’operazione c’è sicuramente
chi ha bisogno di ampliare il proprio opificio, e probabilmente
ce ne saranno decine e decine.

Ma c’è, e questo bisogna
dirlo in maniera altrettanto chiara, mi dispiace che la Maggioranza
su questo non acconsenta, anche l’interesse dei proprietari
delle aree agricole a vedersi supervalutato il proprio terreno.

C’è anche, a nostro giudizio,
una regia più complessiva, che ha fatto di questa questione
della n.34 nel Comune di Altamura una questione veramente particolare.

Perché non è successa
la stessa cosa in altri Comuni?

Lo stesso strumento è stato
utilizzato in altri Comuni però in casi limitati.

Martina Franca ne ha avuto due, Sannicandro
un altro, perché lì si è dato… sì,
ma in tutti i Comuni della Regione Puglia, Assessore, perché
lì si è data, a mio giudizio, un’interpretazione
della legge, che è più rispondente al dato normativo.

È proprio sull’interpretazione
che voi date, che noi non siamo assolutamente convinti, proprio
perché riteniamo che queste scelte, che oggi possono sembrare
a vantaggio degli imprenditori della città di Altamura, ma
noi riteniamo che probabilmente nell’immediato futuro queste
sono scelte che incideranno negativamente sull’assetto territoriale
della nostra città!

Noi di questo siamo convinti.

Com’è possibile pensare
che un sistema industriale sia degno di questo nome, quando in tutte
le zone, in tutte le aree della nostra città si consentono
insediamenti produttivi, industriali sulle aree agricole?

Com’è possibile pensare
che un sistema di questo genere possa essere tale e soprattutto
poter continuare ad essere tale, perché ormai siamo in una
fase in cui è necessario che le aziende facciano sistema?

Com’è possibile pensare
che tutto questo avvenga, quando invece consentiamo a tutti e a
ognuno di potersi insediare in tutte le aree agricole della nostra
città?

Guardate, noi non ne faremo una guerra
di religione!

Noi riteniamo però di avere
questa impostazione e questa interpretazione.

Speriamo sia come dice qualcuno, che
questa scelta possa, anche nell’immediato futuro, assecondare
le aspettative degli imprenditori seri, di chi veramente lavora,
dall’artigianato all’industria.

Noi abbiamo molte perplessità.

In altri termini, noi riteniamo che,
e questo lo voglio sottolineare, non è assolutamente un populismo
di facciata, ma perché lo abbiamo detto più volte,
perché lo riconosciamo, le legittime aspettative di gran
parte della classe imprenditoriale altamurana può sembrare
che siano esaudite in questa maniera.

Noi riteniamo che sia assolutamente
impropria, assolutamente insufficiente una risposta di questo genere
e che, invece, era possibile fare altre scelte.

Cercare di convogliare attraverso
scelte oculate, alla luce del sole, scelte che non dovevano assolutamente
avvantaggiare chicchessia, ma una scelta che convincesse la stragrande
maggioranza degli imprenditori altamurana a concentrarsi in una
sola area, perché lì probabilmente era possibile anche
l’intervento pubblico in materia d’infrastrutture.

Pensate a quello che vi aspetta, che
vi costerà.

Noi vorremmo sbagliare, ve lo diciamo
in maniera serena.

È probabile che queste nostre
considerazioni siano condizionate da un nostro, qualcuno dice, connaturale
pessimismo.

Io ho sentito molti imprenditori,
anche fra chi magari questa sera ci ascolta, i quali giustamente
sono anche preoccupati di tutto questo.

Per chi invece si è con assoluta
perentorietà scelto una strada che tra l’altro, io non
voglio assolutamente inserirmi nelle querelle di carattere giuridico,
nelle cause che ci saranno, cause di carattere penale, non voglio
assolutamente avventurarmi in questo, perché ritengo che
poi chi individualmente ha da far valere i propri interessi, lo
faccia per la sua strada.

Però io ritengo che, accanto
a queste considerazioni, che sono considerazioni di carattere più
generale, cioè di politica del territorio, come non si capisce
che è più opportuno, è più giusto, è
più razionale, è più funzionale agli imprenditori
altamurani, la concentrazione in una sola area?

Perché non si è voluto
fare questo?

Perché solo noi nella Regione
Puglia, abbiamo presentato, come Comune, circa 110 accordi di programma
— mi corregga Assessore se sbaglio -.

Ci sarà probabilmente…

INTERVENTO FUORI MICROFONO NON UDIBILE

Io credo che sia ancora possibile
parlare in questo Consiglio Comunale!

Siccome tu sei tra quelli che non
ci consente mai di parlare, io ti prego…

Io non ti ho fatto nessuna accusa,
non so nemmeno che mestiere fai e non mi interessa!

Sono fatti tuoi!

Io credo che probabilmente ci sarà
una ragione, per cui ci c’è tutta questa marea di accordi
di programma!

Noi abbiamo questa posizione, lo ripeto,
mi auguro che noi ci sbagliamo, ci auguriamo che nel futuro queste
considerazioni che facciamo sull’uso distorto del territorio,
sui costi eccessivi che gli imprenditori andranno a pagare, andranno
a sostenere, io mi auguro che siano tutte perplessità che
non si reggano, come dire, che siano non fondate!

Non ne faremo una guerra di religione,
perché siamo, come dire, anche vittime di un dubbio, che
quando di fronte ad ogni caso in cui si pone il problema dell’occupazione,
dello sviluppo del territorio, ciascuno di noi viene preso dalle
perplessità e dal dubbio che le proprie posizioni possono
essere sbagliate, però credo che sia altrettanto onesto intellettualmente,
ammettere queste posizioni che noi non condividiamo affatto, ma
lo facciamo nell’interesse esclusivo della nostra città,
del territorio e paradossalmente — per qualcuno, ma non per
tutti, perché abbiamo ascoltato anche alcuni imprenditori
che hanno capito questa nostra posizione, paradossalmente va anche
nell’interesse degli imprenditori più seri, cioè
di chi inizia a capire che per poter competere sul mercato, devi
entrare in un sistema che sia degno di questo nome.

Chi ti verrà a trovare sulla
Murgia sperduta, con un opificio fatto in quella maniera?

Io mi auguro che ci sbagliamo!

Voi andate avanti, noi prenderemo
questa posizione, ovviamente ci sia consentito di esprimere questa
mostra contrarietà.

Vogliamo continuare però a
mantenere aperto un dibattito e un rapporto con la città,
ed anche con gli imprenditori, con il ceto produttivo di questa
città, perché riteniamo che questo discorso sia un
discorso che alla lunga va nell’interesse della gente che vuole
effettivamente impiantare opifici industriali, nella nostra città.

Francesco Viti
Rachele PopolizioMichele
Ventricelli
Michele ClementeVito
Menzulli
Nicola NatuzziEnzo
Colonna


Michele
CLEMENTE — Intervento nel Consiglio comunale del 27 dicembre
2000

Presidente, Sindaco, Consiglieri,
colleghi, anche noi siamo sulla stessissima posizione enunciata
dal Consigliere Ventricelli, dalla Consigliere Popolizio, perché
da sempre, anche dall’altra volta, quando ci portasti quei
cinque accordi di programma.

La nostra posizione era quella che
la ritenevamo una legge eccezionale, non una legge ordinaria, che
per noi "ampliamente opifici", significava come la Musa
allora dove votammo favorevolmente a quell’ampliamento, non
significava per noi andare su aree per nuovi insediamenti produttivi.

Perché è tutta paglia
negli occhi degli imprenditori, dei nostri bravi imprenditori di
Altamura, tutta paglia, perché questa Amministrazione sta
buttando negli occhi degli imprenditori, senza far conoscere a questi
l’entità miliardaria di tutte le infrastrutture e le
opere di urbanizzazione che per convenzione subiranno a fare, sicuramente.

Ciò che hanno risparmiato a
limoni, glieli metteranno in aranci o in soldoni o in dollari verdi
dopo, perciò questa cosa gliela dovete spiegare molto bene.

Qui si sta solo agevolando la più
grossa speculazione edilizia in materia di terreni ad Altamura,
questa è l’unica grande verità.

Non si è voluto dotare, volutamente,
questo ente pur avendone possibilità, come ha detto il Consigliere
Ventricelli, non ha voluto dotare questo Comune, questo ente, degli
strumenti per far sì che questi nostri bravi imprenditori,
lo ripeto, lavorassero nelle condizioni igieniche, sanitarie e anche
di spazio nei migliori dei modi.

Perché, poi, dovete spiegare
come andranno a lavorare in quelle strutture senza condizioni igieniche,
strutturali, degne di una zona industriale e quanto costerà.

Comunque io voglio porre una domanda
all’Assessore Colonna (Lillino, ndr), come mai su queste
aree interessate, non è stato chiesto l’impatto ambientale,
anche se, l’ultima legge regionale approvata vigente, dice
che su superfici di 60 ettari e qui ci sono superfici interessate
di 60 ettari, non è stato chiesto l’impatto ambientale,
cosa prevista anche dalle leggi nazionale, dalla 447 del ’99,
perché queste leggi sono intervenute successivamente, sono
vigenti.

Allora, voglio capire, se non è
stata richiesta per una doglianza, per una dimenticanza o se non
è necessario o se creeremo problemi per questo, dopo, ai
bravi imprenditori che vi hanno chiesto questi interventi e fra
qualche giorno, su qualche denuncia o qualcuno che si alza la mattina,
scrive "e non abbiamo fatto altro che prendere in giro, non
avete fatto altro che prendere in giro questi bravi imprenditori"!

Poi condivido molto, pienamente, perché
quello che detto dal Consigliere Ventricelli, per quanto riguarda
le vere necessità di questi nostri imprenditori che, certamente,
numerosi in questo elenco realizzeranno le loro opere, ma altrettanto
numerosi in questo elenco e sono visibili, e li sappiamo tutti quanti,
il mio mestiere mi consente di saperli, non sono altro che nomi
fittizi, progetti fittizi, speculazioni edilizie che si consumeranno
fra qualche giorno, come si sta consumando già su qualche,
34 approvata, mi segue?

20 mila metri, 10 mila metri, 20 mila
metri pagati a tre mila lire, 10 mila me li tengo, gli altri 10
li vendiamo a 200 mila.

Su queste domande dovete rispondere
alla città, dovete rispondere alla città e agli imprenditori!

Noi conosciamo lo sviluppo imprenditoriale
di Altamura, lo conosciamo benissimo, volevo dire a quel Consigliere
che va a lavorare nella zona industriale, la conosciamo perché
operiamo tutti i giorni con gli imprenditori, figurati se io con
il mio mestiere sono contro gli imprenditori, perché ci lavoro
su queste leggi, ci lavoro!

Però capisco benissimo, capisco
benissimo, che l’unica cosa che si sta consumando e su questo
mi domando se il Comune è diventato il socio o chi ci amministra,
guardatevi il film "Il Socio", è diventato il socio
di qualche grosso speculatore dei terreni che sta portando avanti
tutta questa…

 

Francesco Viti
Rachele PopolizioMichele
Ventricelli
Michele ClementeVito
Menzulli
Nicola NatuzziEnzo
Colonna


Vito MENZULLI (RC) — Intervento
nel Consiglio comunale del 27 dicembre 2000

Io, senza, prendere spunto da quello
che è successo oggi in Consiglio Comunale…

Scusate io non arrivo a quelle parole
che sono state dette da quella parte, non arriverei mai sicuramente,
perché sono una persona molto educata!

Per cui stiamo tranquilli e quieti,
perché ognuno deve votare con la massima tranquillità,
per cui l’unica cosa che volevo dire è questa, perché
è già stato detto tanto dal Centro Sinistra.

Volevo solo riprendere i passi di
Rachele Popolizio, relativamente ad un controllo che questa Amministrazione,
sicuramente, andrà a fare e lo avete sentito pure voi, erano
dei punti importanti.

Per cui delle clausole da mettere
nella convenzione di questo stampo, sono molto importanti.

L’unica cosa che dovrei dire,
oggi, è questa che gli applausi, non so se erano meritati
o no, però io voglio dire anche un’altra cosa.

Teniamo presente che questa Amministrazione,
ci dividiamo, perché non dobbiamo, quando si parla di imprenditoria,
non dobbiamo avere i colori diversi, ma dobbiamo essere tutti uniti,
affinché l’imprenditore ad Altamura diventi sempre più
forte, è quello che vogliamo tutti sicuramente!

Per cui, io, l’unica cosa che
mi dà fastidio in questa situazione è che, comunque
sicuramente, voterò contro.

Però teniamo presente un’altra
cosa che questa Amministrazione, comunque, non sta dando niente
a questi imprenditori, perché la risposta comunque è
arrivata da loro, anche perché viste le deficienze di questa
Amministrazione, purtroppo l’unico strumento che hanno trovato,
la legge 34, l’hanno presa e hanno fatto le loro domande.

Per cui è importante, anche,
vedere in questa ottica, quanto è forte l’imprenditoria
di Altamura, Signor Sindaco, si stia zitto perché qua dobbiamo
discutere tutti!