L’ambiente delle libertà .

ROMA – Uccidere un orso marsicano o un’aquila reale sarà  come passare con il semaforo rosso. Seppellire sotto una marea nera di petrolio le spiagge più belle d’Italia diventerà  un increscioso inconveniente da sanare tirando fuori qualche migliaio di euro. Avvelenare l’aria di una città  con scarichi inquinanti equivarrà  a una scostumatezza che costerà  al massimo 1.500 euro. In sostanza – sostengono Wwf, Verdi e Lav (Lega anti vivisezione) – i crimini ambientali verranno depenalizzati e trasformati in assenza di bon ton. E’ questo il senso del disegno di legge preparato dal ministro di Giustizia Roberto Castelli che verrà  discusso in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri. La proposta prevede la depenalizzazione di 200 reati, alcuni di tipo ambientale. Ecco le aree critiche.

Caccia. Già  oggi, grazie alla mancanza di controlli, buona parte dei bracconieri la fa franca. Ma per quelli che vengono sorpresi in fragranza di reato c’è una pena che arriva a un anno di prigione. Per Castelli invece la fauna, patrimonio indisponibile dello Stato, sarebbe meglio difesa limitandosi a sanzioni amministrative: da mille euro per chi uccide un fringuello a 18 mila euro per chi abbatte un camoscio d’Abruzzo o un orso.

Commercio di specie protette. Depenalizzazione e sanzioni amministrative fino a 90 mila euro (120 mila per i recidivi).

Sostanze pericolose. Dall’arresto fino a sei mesi per chi immette sul mercato preparati pericolosi si passa a una sanzione amministrativa che va da 300 a 5 mila euro (da 6 mila a 18 mila nei casi di maggiore gravità ).

Ozono. La norma attuale prevede che chi produce o vende bombolette spray e frigoriferi che contengono cfc (i gas che bucano lo strato di ozono che protegge la vita sul pianeta) sia punito con una multa, l’arresto fino a due anni e la revoca della licenza nei casi più gravi. Con il disegno di legge governativo si passa a una sanzione amministrativa da 9 mila a 45 mila euro. La revoca della licenza viene trasformata in una sospensione provvisoria.

Mare. Nei casi di versamento in mare di idrocarburi o altre sostanze pericolose oggi si rischia l’arresto fino a sei mesi, domani i responsabili se la potranno cavare pagando un massimo di 9 mila euro.

Aria. Le emissioni di fumi, polveri e gas che danneggiano la salute vengono trasformate da reato penale in amministrativo (sanzione fino a 1.500 euro).

“I disastri ambientali continuano a crescere e il governo, invece di prendere le contromisure necessarie, li vuole rendere più facili”, accusa il verde Alfonso Pecoraro. “Dal punto di vista pratico rinunciare allo strumento penale vuol dire rinunciare ai controlli e alle indagini della polizia giudiziaria, cioè di fatto arrendersi”, aggiunge Patrizia Fantilli, responsabile dell’ufficio legale del Wwf. “Dal punto di vista del diritto mettere sullo stesso piano giuridico gli automobilisti che parcheggiano male e i criminali che uccidono un orso suona aberrante. E in contrasto con la legge sui maltrattamenti agli animali appena approvata all’unanimità  dalla Camera”.

(23 gennaio 2003)