La dichiarazione di Scanzano

Noi Movimenti del Sud, riuniti a Scanzano, abbiamo preso la parola per narrare le nostre gioie e i nostri desideri, le nostre storie di sofferenza e lotte e ci siamo riconosciuti minacciati dagli stessi incubi che vorrebbero negarci il diritto a decidere democraticamente della vita e del futuro nostro e dei nostri territori.
Questi incubi si chiamano servitù nucleari, energetiche e militari, cementificazioni, opere devastanti, impianti inquinanti, sottrazione di beni comuni (come l’acqua, la biodiversità , le culture, la salute), precarizzazione e
negazione
del lavoro, ricatto delle criminalità  organizzate.

Tutti questi incubi sono prodotti dal sonno della ragione che si chiama
globalizzazione neoliberista.
Scanzano, straordinario esempio di riappropriazione popolare del proprio
destino, ha vinto la sua lotta e noi siamo qui perchè tutti insieme vogliamo
vincere le nostre battaglie per la vita.
Narrando ed ascoltando abbiamo scritto questa nostra dichiarazione che
sottoscriviamo
e che chiamiamo tutti a sottoscivere e che porteremo in Carovana della Pace
nei luoghi del conflitto.

Nessuno può decidere contro la volontà  dei territori democraticamente
espressa.
Riteniamo utile e opportuno costruire e consolidare una rete solidale tra
le esperienze di lotta a partire dai conflitti esistenti sui territori
Meridiani.

Diciamo no al nucleare, sia civile che militare.
I nostri beni ambientali, le nostre culture , la nostra storia, le nostre
relazioni umane, sono la nostra risorsa più preziosa che non deve essere
sottratta e compromessa.
L’acqua è un bene comune che non può essere privatizzato, che va garantito
come diritto di tutte e tutti. L’energia che vogliamo e quella che viene
dal sole e dalle fonti rinnovabili: bene comune, da risparmiare, utile per
una diversa economia e una diversa società  e non quella che inquina e serve
solo ai profitti di chi non ha alcun rapporto con il nostro territorio.

La nostra terra non può servire a produrre solo merci che ingrassano
multinazionali
e grandi catene commerciali, ma garanzia di tutela del territorio, di
coesione
sociale e di reddito per il lavoro.
Non ci servono grandi opere che devastino il territorio come il ponte sullo
stretto o l’ennesimo traforo del Grasso Sasso, ma risanamento dei nostri
territori, treni e servizi veramente utili.
Non vogliamo bruciare o seppellire i rifiuti inquinando la nostra aria e
la nostra terra, ma riciclare tutto ciò che si produce.
Non vogliamo i CPT (Centri di Permanenza Temporanea), le carceri per
migranti,
sui nostri territori.
Vogliamo un sistema della comunicazione democratico, indipendente, costruito
dal basso, in un Sud in cui i media sono totalmente funzionali ai poteri
forti locali.
Vogliamo lavoro gratificante e pulito e non sporco e precario; perchè solo
il lavoro gratificante costruisce una buona società . Lavoro gratificante
è quello che promuove i territori, le risorse ambientali e culturali, poggia
sui diritti e non, ad esempio, il modello di fabbrica integrata della Fiat
SATA di Melfi.
Vogliamo il reddito di cittadinanza quale pratica concreta di
redistribuzione
della ricchezza.
Salute, scuola, cultura, servizi, lavoro, diritti sono per noi la vera
misura
della civiltà  e non gli aridi numeri dell’economia.
La sovranità  alimentare è diritto a lavorare e mangiare della nostra terra,
non inquinata e non modificata geneticamente e brevettata.
A noi serve il pubblico perchè per noi il privato è sinonimo di
“privazione”;
ma serve un pubblico che sia per noi e non sopra di noi.
La nostra terra è terra di pace che ripudia la guerra e non vuole vecchie
e nuove servitù militari per la guerra permanente.
Sempre più il nostro Sud è sinonimo di ingiustizie, prevaricazioni che sono
di tutti perchè imposte a tutti da questo mondo ingiusto. Tutti siamo Sud.
Noi vogliamo essere Sud senza guardare a nessun “Nord” che sia potere o
modello da imitare. Abbiamo imparato, nelle mille vertenze ambientali e
di lavoro aperte al Sud, a capovolgere l’idea di un destino che ci vuole
moderna colonia per le razzie dei mercati globali. Le nostre lotte sono
intrise di radicalità , di pratica di vita, di bisogno di futuro: anche
perchè
hanno smentito l’immagine di una passività  meridionale che è una raffinata
invenzione delle classi dominanti. Il Sud vitale delle tante Scanzano è
stato il processo di riappropriazione della politica come discussione
pubblica
sui propri diritti e sui propri desideri, prassi di contestazione pratica
dei poteri, rifondazione del senso medesimo dell’essere comunità , accumulo
e socializzazione di saperi, allargamento permanente della mobilitazione,
protesta nonviolenta e disobbedienza civile e sociale come nuovo alfabeto
di una politica non separata.
I tentativi di criminalizzare queste lotte sono da noi respinti con fermezza
e non riusciranno a frenare il Movimento a partire dal tentativo di voler
riscrivere la verità  su Genova e Cosenza.
Se mille lotte e vertenze si mettono in rete, si fanno narrazione comune
e nuova cultura, soggetto di una socialità  alternativa e sperimentazione
concreta di un’inedità  democrazia partecipata a partire dai municipi, allora
comincerà  una storia mai scritta, di liberazione e giustizia, per tutti
e per tutte.
“Comitato Scanziamo le Scorie – Roma”