L’UNIONE EUROPEA METTE IN MORA L’ITALIA PER GLI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI IN ZPS

Apprendiamo da una nota inviata il 27 luglio 2004 da Georges Kremlis (Capo dell’Unità  “ENV.A.2 – Applicazione del diritto comunitario” della Direzione Generale Ambiente presso la Commissione Europea) al Coordinamento per lo sviluppo e la qualità  della vita di Altamura che, in riferimento al reclamo 2002/5403 “la Commissione ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora per violazione degli obblighi di cui all’articolo 6, comma 3, e 7 della direttiva 92/43/CEE (clicca qui per leggere il testo integrale della direttiva). In particolare – si legge nella comunicazione – è stato contestato all’Italia il fatto che l’approvazione, da parte del Comune di Altamura e della Regione Puglia, di una modifica di piano urbanistico costituita da una serie di interventi di edilizia industriale suscettibili di avere impatto significativo nella ZPS e SICp Murgia Alta IT912007 sia avvenuta senza la previa effettuazione di una procedura di valutazione di incidenza”.


In base a quanto possiamo arguire dallo scarno testo, la “messa in mora” è stata effettuata ai sensi dell’art. 226 del Trattato istitutivo dell’Unione Europea, che così recita: <<La Commissione, quando reputi che uno Stato membro abbia mancato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù del presente trattato, emette un parere motivato al riguardo, dopo aver posto lo Stato in condizioni di presentare le sue osservazioni. Qualora lo Stato in causa non si conformi a tale parere nel termine fissato dalla Commissione, questa può adire la Corte di giustizia.>>.


Per ricostruire l’intera e complessa vicenda rinviamo ai seguenti documenti, a cui è possibile accedere cliccando sul titolo:


IL Coordinamento ”Qualità  della Vita”: ANNULLATE GLI ACCORDI DI PROGRAMMA!


IL 25 GIUGNO BRUXELLES HA RIBADITO: ACCORDI DI PROGRAMMA VIOLANO LE NORME CEE


LEGGE 34: BRUXELLES CHIAMA A RAPPORTO COMUNE E REGIONE


LEGGE 34: LA COMMISSIONE EUROPEA CONFERMA LA NOSTRE RAGIONI (documento del Coordinamento Qualità  della Vita”


ACCORDI DI PROGRAMMA: FORSE DOMANI UNA SVOLTA


VALLE DEI DINOSAURI, CHE CAOS!


ECCO L’ATTO DI INDIRIZZO SULLA VICENDA ”34” VOTATO DALLA MAGGIORANZA. TUTTO CHIARO, ORA!?


NON VOGLIAMO ESSERE PARALIZZATI DALL’INCERTEZZA


DINOSAURI, MISTERI E BUSINESS


 


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RIPUBBLICHIAMO INFINE UN ARTICOLO, A FIRMA DI CARLO VULPIO, PUBBLICATO DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 19 OTTOBRE 2002.


CEMENTO NELLA VALLE DEI DINOSAURI, L’UE PRONTA A INTERVENIRE.


Altamura, lunedì il Comune potrebbe approvare 73 insediamenti industriali in Zona di Protezione Speciale.



DAL NOSTRO INVIATO
ALTAMURA (Bari) – C’è l’inchiesta penale e c’è stato il sequestro di 63 mila metri quadrati di capannoni industriali abusivamente realizzati insieme a un’area circostante di 450 mila metri quadrati abusivamente lottizzata. C’è lo spauracchio della Corte dei Conti, a cui la magistratura ordinaria ha inviato gli atti per capire chi pagherà  per lo scempio e ci sono tutti i motivi giuridici per ritenere che ciò che è stato e che sarà  costruito va dritto verso l’abbattimento, come è avvenuto nella trista vicenda di Punta Perotti, l’ecomostro-simbolo che sbarra il lungomare di Bari. Se non bastasse, adesso c’è anche Margot Wallstrà¶m, della Commissione europea, settore Ambiente, e il «precedente» di una condanna decisa da Bruxelles nei confronti di un caso italiano (Is Arenas, Sardegna) praticamente identico, anche se meno clamoroso.
Niente da fare. Per la Valle dei dinosauri, trentamila bellissime orme di duemila iguanodonti di 65 milioni di anni fa, quello che finora si è riusciti a tenere, in parte, fuori dalla porta, cioè 73 insediamenti industriali «a pioggia» nel cuore del Parco dell’Alta Murgia, rischia di entrare dalla finestra. Subito, con il consiglio comunale di dopodomani (clicca qui per leggere l’atto di indirizzo votato dal consiglio, ndr). In cui la giunta di centrosinistra esibirà  la sua proposta-cavallo di Troia, per fare in modo più soft quel che la precedente giunta di centrodestra voleva fare con mano più pesante.
Ma la signora Wallstrà¶m, investita del caso, è intenzionata a bruciare tutti sul tempo, dando precedenza assoluta alla denuncia del comitato di cittadini «Qualità  della Vita», che hanno scoperto «l’inganno» e si sono rivolti alla Commissione europea. «Sindaco e giunta vogliono “sistemare” una quindicina dei 73 casi – sostiene il comitato – per usarli come grimaldello per gli altri». Se c’è un piano regolatore ed esiste un’altra area di un milione di metri quadrati in cui realizzare una zona industriale ordinata e servita, chiede il comitato, perché insistere con questi accordi di programma (intese tra Regioni e Comuni) già  giudicati illegittimi e privi persino di ogni valutazione di incidenza ambientale? Tra l’altro, per numero, dislocazione e modo in cui sono stati approvati (una seduta fiume del consiglio comunale tra Natale e Capodanno), questa valanga di insediamenti costituisce un unicum nel panorama italiano. E senza l’opposizione della gente comune e l’intervento della magistratura, a quest’ora la Valle dei dinosauri e il Parco dell’Alta Murgia, ma anche il sito archeologico dell’Uomo Arcaico, sarebbero già  stati sventrati non da 73, ma da 173 opifici e capannoni disseminati senza logica né legge.
Adesso però la preoccupazione di un colpo di mano è forte. Perché se è vero che il pm Roberto Rossi (lo stesso, con il pm Ciro Angelillis, di Punta Perotti) ha concluso la sua inchiesta, è anche vero che in presenza di nuovi abusi formalmente ammantati di legalità  (questo sono in fondo la Punta Perotti Story e il caso Dinosauri-Parco Alta Murgia), la magistratura potrebbe intervenire soltanto «dopo». Con nuovi scempi che intanto si compiono e con l’inevitabile, penoso strascico di aziende a cui vengono negati i finanziamenti pubblici e costrette a chiudere prima di aprire. Perché illuse da soluzioni che, come in questo caso, si rivelano un pasticcio, e che tuttavia vedono un frenetico attivismo dei politici locali, di maggioranza e opposizione, degno di miglior causa. Perché? «Questo dell’edilizia selvaggia è un business facile, e chi lo favorisce ha più possibilità  di costruirsi una carriera politica», dicono Enzo Colonna e Raffaele Lella, del comitato. Ma è anche un business devastante, perché distrugge risorse uniche al mondo. E Margot Wallstrà¶m lo sa bene. (Carlo Vulpio)