Il programma dei Pomeriggi dell’arte

12 febbraio / ore 18,00
DIOMIRA INVISIBLE ENSEMBLE
Vittorio Gallo sax soprano, tenore, alto, sopranino
Adolfo La Volpe chitarra elettrica, electronics
Pierpaolo Martino basso elettrico, contrabbasso
Daniele Abbinante batteria


Diomira. E’ nome di donna ed è stato scelto da Calvino per la prima delle sue città  invisibili, nella serie «Le città  e la memoria». La scrittura dei Diomira, tuttavia, non vive di memoria ma di ricordi. Essa costruisce un dialogo mai sistematico ma sempre improvviso ed improvvisato tra passato e presente.
Invisible. In una società  dominata dall’immagine la nostra musica vuole essere un invito all’ascolto. Essa non traduce tanto le immagini quanto i suoni, le voci, i rumori della città .
Ensemble. Si tratta di suoni ascoltati, ricordati, ripensati da ciascuno di noi quattro, aldilà  di ruoli, funzioni e stili ben precisi. Quattro voci, quattro angoli di uno spazio che racconta lo spazio – quello urbano – in un divenire polifonico dove ci sono punti di partenza ma non d’arrivo.


 


19 febbraio / ore 18,00
SOGNANDO IL SIGNOR «G»
Giorgio Gaberanima
Marcello Vitale attore
Giuseppe Manfredi suoni elettrici e pianoforte
Francesco Marcello Sette percussioni
Vincenzo Diele chitarra
Filippo Lomurno chitarra
Felice Lorusso basso


Cosa dire se non «anch’io mi chiamo G». Un signor G con la voglia di liberarsi di quella «idiozia conquistata a fatica» che ci fa essere pesanti e nello stesso tempo indifferenti ai mutamenti del tempo per ritrovarsi poi improvvisamente «vecchi»… dentro… prima ancora di essersi resi conto che anche gli slanci più alti si sono tramutati in tonfi.
E allora ti viene voglia di prendere tutto e lanciarlo in aria, in un gesto liberatorio.
Ma in fondo basterebbero solo dei «piccoli spostamenti del cuore» per capire che sarebbe necessario vivere fino in fondo il proprio tempo come se fosse l’unico con quella pulizia del sentire che ti fa ritrovare il coraggio di dare un’occhiata al mondo.
Già  perché se per i più «l’uomo muore» si può fondamentalmente, ancora credere nell’uomo.
Avere ancora la capacità  di indignarci, verso quella mediocrità  dilagante sorretta dai «grande fratello», ci ricorda costantemente che una volta c’era il pensiero che sfornava idee che se si fossero”¦ ah, se avessimo potuto o voluto”¦ quante idee perdute, irrealizzate”¦ eppure G un giorno ha detto che se avesse potuto mangiare un idea avrebbe fatto la sua rivoluzione.


26 febbraio / ore 18,00
CUà‰NTANOSLO
di e con Massimo Bellomo
Pasquale Maglione chitarra


Cuéntanoslo (Raccontacelo) è uno spettacolo di narrazione, poesia e musica. In scena due chitarre che accompagnano la storia del protagonista alla ricerca della propria identità . Dalle navi della speranza provenienti dall’Europa, allo sguardo che si posa sulle favelas di una moderna Caracas, in una Venezuela ricca di petrolio e contraddizioni . Due mondi che si intrecciano e sono costretti alla convivenza, ora in armonia spesso in conflitto. In una cornice di paesaggi lontani nel tempo e nello spazio, il protagonista evoca attraverso la suggestione del racconto, mondi primordiali, promesse di riscatto, luci e colori di un tropico a tratti idealizzato. Il sogno che è destinato a infrangersi nella realtà  della vita. Ma allo stesso tempo la vita che si infrange nel sogno. La linea di confine si perde tra granchi tanto grossi che si potrebbero cavalcare, iguane che pendono dalle travi del soffitto, tartarughe giganti che implorano pietà  e bambini che corrono scalzi sotto piogge torrenziali, chiedendosi cosa avranno in comune una«vela» e una «candela». Traducendo l’altro se stesso, il protagonista gioca con le due lingue che gli appartengono: l’italiano e lo spagnolo in una scissa doppia personalità  destinata a convivere in una inevitabile e conflittuale simbiosi. Un uomo che percorre la vita, la sua vita, in un mondo che è il suo mondo ma anche quello di tutti.
5 marzo / ore 18,00
UN PADRE PASSAPORTO
Zaccaria Gallo poeta / autore
Umberto Binetti regista / attore
Vittorio Gallo sound station


Un padre passaporto: questo titolo -non poco inquietante – ben fotografa l’intero senso di un percorso creativo che ha visto come protagonisti assoluti un poeta/autore, un regista/attore e quattro musicisti, tessitori, questi ultimi, di una trama musicale che ha finito per trasformare, attraverso un work in progress estremamente affascinante, l’intero tragitto drammaturgico in un concerto teatrale.
Il lavoro, reso ancora più intenso e reale dall’essere autobiografico (l’autore, infatti, è nato a Tunisi ed è stato protagonista della vicenda raccontata) finisce per coinvolgere tutti gli esseri umani costretti per le alterne vicende della vita a fuggire verso mete sconosciute, spesso verso terre inaccoglienti.
Così nasce l’esigenza di trasmettere, attraverso un evento spettacolare, un messaggio culturale ed ideologico sul tema del profugo, su chi si trova nelle condizioni drammatiche di divenire per l’intera sua vita «uno straniero in terra straniera».
Un padre passaporto si propone come un evento artistico capace di coniugare arti come quelle della poesia, del teatro e della musica attraverso un viaggio creativo in cui le singole esperienze artistiche riescono pienamente a contaminarsi realizzando un prodotto finale di ampio respiro culturale.


 


12 marzo / ore 18,00
AIRALE
MUSICA IMPROVVISATA E POESIA. UN DIALOGO INTENSO DI ANCE E CORDE, FRANTUMI DI MELODIE E NUOVE TESSITURE SONORE.
Vittorino Curci voce, sassofoni
Giuseppe Amatulli violino


«Gli tornano spesso nel ricordo le parole del dialetto natio: vi si aggrappa per intere settimane. Airale, che cos’è l’airale? Scopre che c’è in quelle sei lettere un’immagine che gli somiglia, somiglia a lui, alle sue inclinazioni, ai suoi tic. È forse una macchina?
C’è l’aìre, la forza; c’è l’aria, un elemento leggero; ci sono le ali, la poesia; e c’è un luogo, un belvedere: l’aia. E poi scomposta, anzi tagliata, sezionata, ogni troncone ha un senso in questa parola: Ai, ira, ale, lari, rìa, aria. Che ricchezza! Oh, l’airale è lo strumento rozzo che scuotono i trebbiatori incappucciati per separare il grano dalla veccia, dall’acino di carbone, dalla zizzania, dalla pula, per separare il bene dal male, l’utile dall’inutile, la poesia dalla non poesia.»
Leonardo Sinisgalli [testo del 1946-47]


Perché, quindi, airale? Perché mettere insieme due strumenti così lontani e diversi come il violino e il sassofono è come pronunciare ad alta voce una parola che non ha un significato preciso ma che, probabilmente, ne nasconde più d’uno. L’esplorazione di nuove – meglio forse sarebbe dire: inedite – combinazioni timbriche tra questi due strumenti è un viaggio invitante, soprattutto se si concepisce e si vive la musica come una grande avventura.


19 marzo / ore 18,00
PIà™ Sà™…D
OMAGGIO A ROCCO SCOTELLARO
DAMBROSIO / ARPAIA ENSEMBLE
Antonello Arpaia voce recitante
Matilde Bonaccia voce recitante
Connie Valentini voce
Achille Succi clarinetti / sax alto
Vittorino Curci sax alto
Giuseppe Amatulli violino
Ida Ninni violino
Domenico Mastro viola
Giovanna Buccarella violoncello
Pasquale Mega pianoforte
Camillo Pace contrabbasso
Pino Basile tamburi a cornice / cupa cupe
Antonio Dambrosio percussioni / direzione


Il progetto nasce con il preciso intento di valorizzare la figura straordinaria del poeta e scrittore lucano rocco scotellaro attraverso la realizzazione di un recital concerto finalizzato alla pubblicazione di un cd che conterrà  all’interno alcune tra le sue tante e bellissime poesie. I testi saranno recitati da due attori pugliesi (Antonello Arpaia e Rossella Giuliano) e musicate per quintetto d’archi, pianoforte, percussioni, sax alto e clarinetto basso da Antonio Dambrosio musicista Altamurano, nonchè ideatore e direttore del progetto. Ci sarà  inoltre la partecipazione straordinaria del poeta e musicista nocese Vittorino Curci e dei Tarantolati di Tricarico.