CAVA DEI DINOSAURI: BASTA CHIACCHIERE INTERESSATE. LA NOSTRA PROPOSTA.

Da qualche settimana, grazie all'opera meritoria di
associazioni e organi di informazione, la questione dell’abbandono della cava
dei dinosauri è tornata all'attenzione dell'opinione pubblica [leggi qui]. Da più parti si
levano proposte e prese di posizione che, però, spesso prescindono dai dati di
fatto e dagli atti che sono stati prodotti in questi anni.

 

È infatti opportuno ricordare che la paleo-superficie su cui
insistono migliaia di orme fossili di dinosauro risalenti al Cretacico è stata sottoposta
dal novembre del 2000 a
vincolo diretto (paleontologico) ed è stata acquisita, da tempo, al patrimonio
pubblico
in quanto il Direttore del Ministero per i Beni Culturali, il 7
dicembre 2000, ha
dichiarato “le impronte di dinosauro … appartenenti allo Stato” disponendo
l’inserimento di tali beni nell’elenco dei Beni Demaniali.

 

Rimane di proprietà privata la sola cava, ossia la pietraia
circostante. L’elemento scandaloso sta tutto nel fatto che mai nessun ente
preposto (ministero, soprintendenza, amministrazione comunale e tutti gli altri
enti locali) ha pensato di far valere una normale, ovvia e banale servitù di
passaggio per l’accesso alla paleo-superficie
, ossia a quello che è già
patrimonio pubblico, un bene demaniale. 

Di più. Da anni si sottoscrivono convenzioni e protocolli di
intesa tra amministrazione comunale, soprintendenza e proprietà del sito
[leggi
ad esempio qui un roboante comunicato stampa dell’amministrazione Stacca del 2
novembre 2005
], che coinvolgono ingenti fondi pubblici da tempo spariti nel
nulla
(diversi milioni di euro: ad esempio quelli dell’accordo di programma quadro
tra Stato e Regione del 2003). Ci chiediamo pure che fine abbia fatto il dimenticato
protocollo d’intesa tra amministrazione comunale e società proprietaria del
sito, che impegnava proprietà e Comune, ciascuno per la propria parte, ad
assicurare conservazione, valorizzazione e fruizione della cava
[leggi
qui, in particolare l’articolo 5
].

 

A distanza di dodici anni dalla scoperta, il nulla. Solo
propaganda e demagogia.

 

Ora, con un collaudato sistema che più volte abbiamo visto
all’opera e denunciato, si ripropone per la terza volta (a distanza di qualche
anno) la soluzione definitiva
[leggi qui]: cessione della pietraia circostante la
paleo-superficie da parte dei proprietari privati, in cambio di ingenti volumi
edificatori in una precisa zona dell’abitato
(un’area di circa 50.000 metri quadrati).
Così, in maniera brutale, senza valutare quanto veramente valga quella pietraia
con destinazione agricola. 

Da parte nostra, dopo anni di insulse e dannose discussioni
in totale e spesso interessata libertà, dopo anni di intontimento collettivo e
occasioni perse, anni di accessi negati e passaggi fantasma, di intese firmate
e poi riposte nei cassetti, di abusi edilizi consentiti e di amministrazioni
cieche e sorde, di soluzioni proposte e dopo qualche anno smentite (dalla
società mista comune/privato all’esproprio), di inerzie e rimpalli di
responsabilità, facciamo chiaramente la nostra proposta:

  • poiché dubitiamo che il Ministero per i beni e le attività culturali
    riesca a recuperare le risorse necessarie per l’esproprio (nonostante le ottime
    intenzioni recentemente espresse dal Soprintendente per i beni archeologici
    della Puglia Antonio De Siena), per non restare imbrigliati dai tempi e dalle procedure ministeriali e poiché in tutti questi anni l'amministrazione
    comunale non ha posto in essere alcuna iniziativa (ma proprio nessuna!), sia il Comune (o la
    Regione) ad attivarsi
    ai sensi dell'art. 95, comma 2, del Decreto Legislativo 22
    gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, in calce la
    norma richiamata) per espropriare l'area, con l’avvertenza che:
  1. la paleo-superficie è già patrimonio pubblico e deve esserne
    garantita servitù di accesso a fini di salvaguardia, studio scientifico e
    promozione turistico-culturale, quindi ad essere espropriate devono essere unicamente le aree strettamente necessarie per garantire l'accesso alla superficie e la sua fruizione (non altro, di alcuna utilità pubblica);

  2. l’operazione avvenga in massima trasparenza, l’indennità di
    esproprio sia giusta ed equa, purché non ci siano illecite super-valutazioni o dannose operazioni
    urbanistiche collegate.

Una volta acquisita al patrimonio pubblico l’intera area, si
metta finalmente mano alla costituzione di una Fondazione (con Regione,
Provincia, Comune, Università), come da anni prospettiamo in linea con le
proposte avanzate negli anni scorsi dal compianto Onorevole Fabio Perinei,
animatore del Comitato cittadino per l'Uomo fossile e le orme dei dinosauri:
l'istituzione di un polo attrattivo di caratura internazionale, nel quale
racchiudere, oltre alla Valle dei Dinosauri e all’Uomo Fossile, le tante
preziosità storico-ambientali presenti nel nostro territorio.

 

Contiamo che la discussione sul futuro della cava dei
dinosauri prosegua su basi razionali, celeri e nell’interesse collettivo, così
da assicurare alla collettività la fruizione culturale, turistica ed economica di
un bene tanto prezioso.

 

Noi, come sempre, faremo la nostra parte.

Altamura, 5 settembre 2011

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    MOVIMENTO CITTADINO ARIA FRESCA

   Sede: Claustro Michele Giannelli n. 81 (a ridosso di Piazza Municipio, al primo piano). Sito internet: www.enzocolonna.com

 

 

 

*

APPENDICE

Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni
culturali e del paesaggio)

Art. 95. Espropriazione di beni culturali

 

1. I beni culturali immobili e mobili possono essere
espropriati dal Ministero per causa di pubblica utilità, quando
l’espropriazione risponda ad un importante interesse a migliorare le condizioni
di tutela ai fini della fruizione pubblica dei beni medesimi.

 

2. Il Ministero può autorizzare, a richiesta, le regioni,
gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente ed istituto
pubblico ad effettuare l’espropriazione di cui al comma 1. In tal caso dichiara la
pubblica utilità ai fini dell’esproprio e rimette gli atti all’ente interessato
per la prosecuzione del procedimento
.

 

3. Il Ministero può anche disporre l’espropriazione a favore
di persone giuridiche private senza fine di lucro, curando direttamente il relativo
procediment
o.