PIAZZA SANTA TERESA: IERI, OGGI E… DOMANI?

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In risposta all’interpellanza presentata da me, Rosa Melodia e Michele Barattini [leggi qui; in questo blog, v. anche la mia nota dell’8 maggio 2013 Piazza Santa Teresa: riqualificata, non soppressa], l’assessore ai lavori pubblici Domenico Matera Petrara,
con garbo e chiarezza che abbiamo apprezzato, ha comunicato che il
progetto approvato dalla Giunta, destinato alla realizzazione di lavori
per la "sistemazione definitiva del
mercatino ortofrutticolo in piazza Santa Teresa", con "realizzazione di
strutture di copertura degli stalli, il ridimensionamento di alcune
aiuole esistenti presso la piazza, la realizzazione di un impianto per
la alimentazione elettrica», per un costo totale stimato di € 86.000,00,
è sospeso. Anche l’assessore ha condiviso l’esigenza di avviare una
discussione e le procedure, con il ricorso a concorsi di idee e dei
concorsi di progettazione, per la riqualificazione della piazza nella
sua interezza.
E’ una buona notizia. Ora pensiamo al futuro.

Di seguito, una rielaborazione di parte del mio intervento con cui ho
presentato l’interpellanza. Argomenti che valgono per questa, come per
tante altre vicende cittadine:
"Voglio intendermi sul termine
cultura o patrimonio culturale: è anche una questione di turismo, di
ricchezza materiale, di economia, certo è anche questo, ma è soprattutto
qualcosa che deve generare futuro in termini di cittadinanza, di
integrazione, di eguaglianza, di solidarietà e vita sociale. È lo sforzo
di un popolo che costruisce l’eguaglianza civica e sociale in luoghi
pubblici. Da questo punto di vista, per me è cultura non una rassegna
estiva che riempie, per una notte, le strade di consumatori frettolosi e
spettatori passivi, ma ad esempio la battaglia per il recupero di
piazza Santa Teresa alla sua dimensione originaria contro la sua
degenerazione prodotta da vecchie e nuove scelte amministrative che la
vogliono svilita a ricettacolo di manufatti senza senso. Come scrive un
interessantissimo storico dell’arte, il prof. Montanari, «le nostre
città, e la loro arte, non servono a trasformarci in turisti, ma a farci
cittadini sovrani, e a farci tutti uguali».
L’Italia è le sue città
storiche. L’Italia è la sua dimensione civica. Carne e pelle della
Nazione che tocca a tutti quanti noi (la Repubblica) prendere in
consegna dalla generazioni passate e tutelare per consegnarla alle
successive generazioni (Costituzione, art. 9).
"

Altamura, 26 giugno 2013

ENZO COLONNA (Movimento Aria Fresca)