TEATRO MERCADANTE… ANIMO, MIEI BUONI CONCITTADINI ALTAMURANI

Oggi è il giorno del ritorno ufficiale nella disponibilità della Città del nostro Teatro. Non sarò fisicamente all’interno del Teatro, sebbene a questo abbia dedicato impegno ed energie per un significativo tratto della mia vita [per una parziale rassegna, v. qui la specifica sezione di questo]. Per indole, però, rifuggo dai momenti celebrativi. Seguirò il concerto inaugurale diretto dal Maestro Muti attraverso uno dei 14 schermi opportunamente fatti installare in diversi spazi cittadini (in alcune scuole, ad esempio) dalla Teatro Mercadante srl, la società che ha assunto la gestione dopo il recupero curato dalle imprese Barozzi, Santoro, Pallotta.

Comprendo amarezze e ironie che ho visto espresse in rete, soprattutto all’indirizzo di quanti accederanno a questa “prima” senza aver acquistato il biglietto, ma è evidente che si tratta di un momento destinato a consumare, assieme a sentimenti genuini e orgoglio, la necessaria solennità ufficiale nonché alte dosi di esibizionismo e ipocrisia (soprattutto da parte di coloro che, in tutti questi anni, per il Teatro non hanno mai mosso un dito).
È normale che sia così. È sempre stato così, dovunque. L’aspetto decisivo è un altro: dobbiamo saper cogliere, come collettività, anche dinanzi ad uno schermo, anche senza seguire fisicamente ed emotivamente questo “evento”, l’importanza simbolica della riapertura del Teatro.
Questo significa – e su questo la società di gestione, le forze economiche del territorio, la politica che si candida a governare la città sono chiamate alla prova decisiva – che il Teatro è quello che vivremo tutti giorni, dai prossimi giorni.

Il Teatro – come ha ricordato Muti nei giorni scorsi – deve essere un luogo d'incontro, non deve essere un luogo di eventi [per qualche mia considerazione rinvio al seguente video, a partire dal minuto 16:30: https://www.youtube.com/watch?v=1p1LAEDKcKA].

Oggi, ma soprattutto da domani, è bene dunque tenere a mente un pezzo bellissimo (uno dei tanti) della nostra Costituzione, l’art. 9: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Ci salviamo, come istituzioni e come Comunità, se ripartiamo da qua, da questi fondamentali: la nostra Costituzione, la nostra Nazione, la Conoscenza, il Paesaggio e il Patrimonio identitario (civico, storico, culturale). Carne e pelle del nostro Paese. A noi tocca tener fede al patto che lega le generazioni, quelle del passato e quelle che devono ancora venire.
Tutto ciò passa da un modo di essere e fare Politica e di essere Cittadino che abbandoni i “bassifondi del possibile” (slums of possible), cioè quella rassegnata, pigra, maligna e impotente rassegnazione cui buona parte della classe dirigente della nostra Città, del nostro Paese sembra essersi consegnata da lungo tempo.

In proposito, rovistando tra le mie “carte”, vi consegno questo passo, puntuale per l’occasione, tratto dal discorso tenuto il 25 marzo 1895, in occasione del collocamento della prima pietra del Teatro Mercadante, da Filippo Baldassarra, presidente del comitato promotore della costruzione del teatro (il testo del discorso fu pubblicato integralmente dal periodico gravinese "La Ginestra – Gazzetta Settimanale del Circondario" del 28 aprile 1895):

«Animo, miei buoni concittadini Altamurani, svegliamoci dal letargo che ci ha tenuti assopiti da molti anni. Se i nostri maggiori scolpirono col loro sangue nel 99 una pagina incancellabile nella storia, crearono questo tempio dell’istruzione, che sorge qui d’accanto, l’Asilo d’Infanzia e tanti istituti di educazione e di beneficenza, di cui va orgogliosa Altamura, non saremo al certo noi degeneri loro successori. Avanti adunque, dimentichiamo in questo momento le ire di parte e le fatali distinzioni di classi, continuiamo insieme l’opera con tanto ardore da noi iniziata, adoperiamo tutta la nostra energia per mandare a compimento questo tempio dell’arte, questo monumento della civiltà. E quando i più tardi nostri nepoti sapranno che questo edifizio, in un tempo di massima crisi economica, sorse per onorare la memoria di un insigne concittadino altamurano e per dar lavoro al popolo, che pativa la fame, mandandoci le più calde benedizioni, cercheranno anch’essi di fondare nuove istituzioni, procureranno anch’essi di dare incremento alla città di Altamura e renderla sempre più degna degli alti destini della novella generazione
[Fonte: “Teatro Mercadante: rovistando tra le carte”, anno 1999, disponibile in questo blog da qui]

Altamura, 11 dicembre 2014

ENZO COLONNA

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AGGIORNAMENTO DEL 12 DICEMBRE.
Ho seguito il concerto (ufficialmente) inaugurale attraverso lo schermo sistemato presso l'auditorium del liceo scientifico. Intense, serene, piacevoli le sensazioni, nonostante i problemi tecnici iniziali, nonostante suono e acustica pessimi, nonostante il freddo. Assieme a studenti simpaticamente e inevitabilmente caciaroni. Assieme a docenti, genitori e ospiti improvvisati come me, amici e conoscenti, belle persone, tutti curiosi ed emozionati. Stare assieme. Ritrovarsi come comunità in un punto o luogo identitario. Se già solo lavorassimo su questo, sarebbe bellissimo. Se già solo riuscissimo in questo, sarebbe un successo. (e.c.)