Proposta di legge su obbligo vaccinazioni: limitazioni accesso solo asili nido e scuole infanzia, migliorare l’informazione prevaccinale e le procedure di gestione del rifiuto alla vaccinazione.

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Quando si affronta il tema delle vaccinazioni, è necessario tener presenti due esigenze: la tutela della salute collettiva, mediante l’effettività dell’obbligo di vaccinazione sancito dalla normativa statale e il diritto del minore all’istruzione e alla formazione. Sono interessi, entrambi, costituzionalmente garantiti.
Per questo ho già dichiarato nei mesi scorsi la mia adesione ai motivi ispiratori della proposta di legge a firma dei colleghi Amati, Zinni, Abaterusso e Blasi “Disposizioni per l’esecuzione degli obblighi di vaccinazione dei minori”, che prevede il divieto di accesso alle strutture che offrono servizi educativi, pubblici e privati, per i minori che non hanno adempiuto agli obblighi vaccinali previsti dalla legislazione statale vigente. Il mio sostegno all’iniziativa, però, si muoverà nella direzione di prevedere alcune significative modifiche alla impostazione che è stata data al disegno di legge:
1) Si dovrà prevedere che l’assolvimento dell’obbligo di vaccinazione sia requisito di accesso solo agli asili (nido e infanzia), pubblici e privati che beneficiano di contributi e finanziamenti pubblici. In pratica si tratta della fascia di età 0-6 anni.
2) Per i minori di età superiore (6-16), invece, l’accesso ai percorsi scolastici rientranti nell’istruzione obbligatoria non può essere condizionato alla positiva verifica dell’assolvimento dell’obbligo di vaccinazione. In tal senso, si esprime anche la normativa nazionale che, a partire dal 1999, prevede che “la mancata presentazione della certificazione (vaccinale) non comporta il rifiuto di ammissione dell’alunno alla scuola dell’obbligo o agli esami”; nel caso di mancata presentazione della certificazione o della dichiarazione sostitutiva da parte dell’interessato, il dirigente scolastico entro cinque giorni è tenuto a comunicare la circostanza all’azienda unità sanitaria locale di appartenenza dell’alunno ed al Ministero della salute, per gli opportuni e tempestivi interventi (dpr n. 355/1999).
3) È necessario, in ogni caso, promuovere interventi di carattere tecnico-regolamentare diretti a migliorare il livello informativo prevaccinale degli utenti su finalità, necessità ed eventuali rischi delle vaccinazioni e soprattutto a migliorare la gestione del rifiuto alla vaccinazione, attraverso il personale dei dipartimenti di prevenzione e la rete dei medici pediatri di base.
Con tali modifiche e integrazioni al disegno di legge, ritengo, è possibile contemperare e assicurare, ad un tempo, la tutela della salute collettiva e il diritto del minore all’istruzione e alla formazione, entrambi costituzionalmente garantiti, così da scongiurare il rischio che l’eventuale scelta dei genitori di non effettuare le vaccinazioni (quelle per cui sussiste un obbligo sancito dalla normativa statale), possa tradursi in un irreversibile pregiudizio del minore stesso nel proprio percorso di crescita e formazione.
Infine, come avevo già evidenziato, è indispensabile una approfondita e preliminare consultazione, su basi scientifiche, di esperti e organizzazioni attive su questa tematica, anche di quanti si esprimono in dissenso sia nel merito delle vaccinazioni che sulla questione della loro obbligatorietà.
Il seminario di studi di questa mattina sulla proposta di legge, organizzato dal Consiglio regionale nell’ambito delle commissioni I e III, con la formula delle audizioni, costituisce un primo, importante appuntamento. La partecipazione e le relazioni, ricche di dati, informazioni e spunti di riflessioni, della professoressa Elena Cattaneo (senatrice a vita, ordinario dell’Università degli studi di Milano e Linceo) e di altri esperti e studiosi (prof.ssa Cinzia Germinario, direttrice dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale; prof. Nicola Laforgia, presidente della Società Italiana di Pediatria; dott.ssa Francesca Zampano, dirigente Sezione Promozione Salute e Benessere; dott. Michele Conversano Dipartimento di prevenzione ASL Taranto), hanno assicurato un contributo molto rilevante in termini di conoscenza e riflessione al lavoro del consiglio regionale (nelle immagini, slide e momenti del seminario che si è concluso poco fa).