APPROVATA LEGGE SU REGOLAMENTO EDILIZIO TIPO. DISCIPLINATE MODALITÀ DI RECEPIMENTO DA PARTE DEI COMUNI E FASE TRANSITORIA.

Questa mattina è stata scritta una pagina di buona politica, in Consiglio Regionale, sulla delicata questione relativa al recepimento dell’Intesa raggiunta nell’ottobre del 2016 in Conferenza Unificata, tra Governo, Regioni ed Enti locali sull’adozione del Regolamento Edilizio Tipo. La Puglia è stata la prima regione in Italia ad aver rispettato l’obbligo di recepire lo Schema di Regolamento Edilizio Tipo e le Dichiarazioni Uniformi, condividendone la finalità primaria, cioè quella di rendere omogenea e coerente, su tutto il territorio nazionale, la disciplina in materia edilizia che, oggi, è frastagliata e molto diversa da Comune a Comune.
Quello raggiunto oggi con il contributo fattivo di tanti colleghi di maggiorana e di minoranza è un risultato molto importante, per il quale mi sono impegnato con il collega Fabiano Amati, prima con la proposta di legge approvata la scorsa settimana in V Commissione e, oggi, con ulteriori emendamenti, condivisi con l’Assessore all’Urbanistica, Anna Maria Curcuruto, con la quale abbiamo lavorato alacremente, ciascuno nel rispetto delle proprie prerogative, per rendere più lineare e meno problematica questa importante fase di transizione. Importanti sono stati in queste settimane gli spunti di riflessione e gli argomenti forniti dall’associazione dei Comuni, dagli ordini professionali, dai tecnici comunali e da professionisti del settore, che ringrazio.
In sintesi, si prevede che ciascun Comune debba adeguare il proprio regolamento (secondo lo schema tipo) entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge: in particolare, se non dovesse provvedervi il consiglio comunale entro 150 giorni, sarà compito del responsabile della struttura comunale competente provvedere entro i successivi 30 giorni.
La legge approvata, inoltre, disciplina il regime transitorio garantendo che ogni decisione sui provvedimenti edilizi sarà assunta dai Comuni sulla base delle disposizioni vigenti al tempo di presentazione o deposito dell’istanza.
Sotto altro profilo, per coordinare gli strumenti urbanistici attualmente vigenti con il nuovo quadro regolamentare e gli aggiornati parametri urbanistici ed edilizi, si è stabilito che i Comuni potranno procedere ad adeguare alle nuove Definizioni Uniformi anche le norme tecniche di attuazione dei loro strumenti urbanistici senza che questo costituisca variante, a condizione che restino invariate le previsioni dimensionali previste nei piani. In altri termini ai Comuni basterà recepire le nuove definizioni con una deliberazione di Consiglio e non invece attraverso la procedura più complessa prevista per le varianti urbanistiche.
In conclusione possiamo dire che con la legge approvata oggi, che si integra con i provvedimenti adottati in questi giorni dalla Giunta regionale su iniziativa dell’Assessore Curcuruto, abbiamo fornito una risposta concreta anche alle preoccupazioni e ai dubbi espressi da diverse parti sulle possibili ricadute negative di questa riforma. Ora il quadro è completo e la Puglia può rivendicare il merito di essere la prima Regione d’Italia ad aver reso effettiva una riforma destinata ad aiutare operatori, tecnici ed economici del settore e soprattutto i Comuni nella delicata attività di governo del territorio.
Spetta ora ai Comuni fare di necessità virtù: cogliere l’obbligo di adeguare i propri regolamenti come opportunità per migliorarli e modernizzarli nella direzione della semplificazione ed efficienza dell’azione amministrativa, della sostenibilità ambientale ed energetica degli interventi edilizi, della qualità architettonica, del decoro urbano, dell’igiene pubblica, del superamento delle barriere architettoniche, in sintesi, nella direzione del miglioramento della qualità urbana e della vita dei cittadini. Tutti parametri, questi, chiaramente valorizzati dallo schema tipo di regolamento edilizio.