Non possiamo confondere paura, odio, sospetto con il coraggio.

Non possiamo confondere paura, odio, sospetto con il coraggio.
Non possiamo accettare che paura, odio, sospetto diventino la bandiera su cui si misura il livello della nostra civiltà.
Dovremmo sentirci tutti impegnati, come diceva Camus, ad “impedire che il mondo si sfasci”. Un programma forte, con il passaggio indispensabile da un principio di accumulazione di diritti al principio della responsabilità, dell’assunzione di responsabilità.
E ricordiamoci tutti che il contegno civile non è affatto segno di debolezza.

Nel “Piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupery, il protagonista mostrava a tutti il suo primo disegno, un serpente boa che digeriva un elefante. Solo che tutti vedevano un cappello e per questo non ne erano minimamente spaventati. È normale che vi siano persone che vedono un cappello e non il serpente boa che digerisce l’elefante. Non è però accettabile che il pericolo (il serpente) non sia visto da quanti hanno una responsabilità nella guida e nella crescita collettiva (politici, giornalisti, ecc.).
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«Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato “Storie vissute della natura”, vidi un magnifico disegno. Rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale. … Meditai a lungo sulle avventure della giungla. E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno. Il mio disegno numero uno. … Mostrai il mio lavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava. Ma mi risposero: “Spaventare? Perché mai uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?”
Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante. Affinché vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa.
Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi.»
(Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe)