FOSSILE “UOMO DI ALTAMURA”: DOMANI, 18 OTTOBRE, AUDIZIONE IN VI COMMISSIONE CONSILIARE SU PROGETTO DI RICERCA IN CORSO E IPOTESI ESTRAZIONE.

Chi e quando ha deciso l’estrazione del fossile dell’Uomo di Altamura? Quali esigenze scientifiche lo richiedono? Davvero non ci sono alternative all’estrazione (non irreversibili come appunto l’estrazione) per soddisfare comprensibili e rispettabilissime esigenze di ricerca e conoscenza scientifica? Quali garanzie e sicurezze offre un’operazione del genere in ordine alla preservazione del reperto? E ancora: quali sarebbero le garanzie e condizioni per assicurare che le successive fasi di musealizzazione, studio, fruizione, valorizzazione si svolgano nel territorio della sua scoperta, ad Altamura, nella Murgia?
Sono domande ineludibili che la comunità altamurana (e non solo) si sta ponendo, allarmata, da alcuni mesi e a cui è indispensabile fornire risposte.
Più volte nei mesi scorsi ho sollevato la questione chiedendo che i responsabili del progetto e gli enti coinvolti fornissero tutte le informazioni utili prima di procedere con le attività di ricerca.
Domani, 18 ottobre, alle ore 12, è prevista l’audizione, in VI Commissione (Cultura) del Consiglio regionale, presieduta da Mimmo Santorsola, che avevo chiesto mesi addietro.
Ad essere convocati sono il Direttore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, Luigi La Rocca, il Direttore del Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la Puglia, Elena Vantaggiato, il Direttore del Polo Museale della Puglia, Fabrizio Vona, del responsabile scientifico del gruppo di ricerca. Prof. Giorgio Manzi (Università “Sapienza” di Roma), i rappresentanti del Comune di Altamura, del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, del Coordinamento ‘Salviamo l’Uomo di Altamura’, della Società Italiana Geologia Ambientale (SIGEA).
Domani, dunque, spero con la presenza di tutti i soggetti convocati, ci sarà una prima importante occasione per acquisire informazioni sulle attività in corso e sulle prospettive.
È urgente, infatti, informare e coinvolgere la cittadinanza altamurana e tutta la comunità scientifica in ordine a contenuto e obiettivi del progetto di ricerca “Rediscovering Altamura: advanced multidisciplinary investigations on the skeleton from the Lamalunga cave, Italy. The KARST project (Knowing the Altamura man thRough Science & Technology)”. Ricordo che si tratta di un progetto di ricerca di interesse nazionale (Prin) che stanno sviluppando alcuni ricercatori di biologia e antropologia delle Università di Pisa, Roma e Firenze, finalizzato, tra l’altro, a promuovere, previa eventuale estrazione, la conservazione e la futura musealizzazione dello scheletro fossile scoperto nel 1993 in una cavità dell’Alta Murgia ad Altamura (zona Lamalunga), meglio conosciuto come l’Uomo di Altamura, probabilmente il più completo scheletro di Neanderthal sinora rinvenuto.
Il progetto di ricerca ha preso avvio anche sul campo, da diverse settimane, con discese e rilievi in grotta.
La prospettiva di una eventuale estrazione e spostamento del fossile dalla cavità, non accompagnata da adeguate informazioni, ha creato notevole allarme nella comunità e posto interrogativi e perplessità in ordine all’effettiva necessità, alla sicurezza e alle garanzie dell’operazione, trattandosi di un intervento drastico, definitivo, irreversibile, che peraltro sottrarrebbe il reperto ad un contesto ambientale unico.
Non è certamente immaginabile e tollerabile che la prospettiva dell’eventuale estrazione e spostamento del fossile (chissà dove?!) sia il frutto di una decisione assunta da pochi addetti ai lavori, senza che siano state adeguatamente informate e coinvolte le comunità del territorio e senza il supporto della comunità scientifica allargata per la verifica in ordine alla necessità e sicurezza dell’intervento, all’assenza di procedure di indagine e studio alternative, meno drastiche, rischiose e irreversibili.
Qualunque prospettiva si ipotizzi a livello statale, non può che passare dalla piena e reale partecipazione e informazione di tutti i soggetti coinvolti (enti, comunità scientifica, cittadinanza altamurana e altre comunità locali) su un tema delicato e di rilevante importanza come il fossile dell’Uomo Arcaico di Altamura, un bene che certamente appartiene all’umanità intera ma che è e deve rimanere legato al territorio murgiano.