“PIANO CASA”, PROROGATA AL 2019 E INTEGRATA LA DISCIPLINA.

Il Consiglio regionale ha approvato oggi, a larghissima maggioranza, la proposta di legge che avevo presentato assieme ai colleghi Fabiano Amati (primo firmatario), Donato Pentassuglia, Giuseppe Longo, Ruggiero Mennea e Sergio Blasi, finalizzata a prorogare al 31 dicembre 2019 il termine di applicazione degli interventi previsti dalla legge regionale sul c.d. “Piano Casa” (l.r. 30 luglio 2009, n. 14, “Misure straordinarie e urgenti a sostegno dell’attività edilizia e per il miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale”).

Nel testo finale sono stati recepiti alcuni emendamenti, presentati da diversi consiglieri, finalizzati a integrare o modificare le disposizioni della legge attualmente in vigore. Ad esempio:

  • è stata prevista la possibilità di ampliare, sempre nel limite del 20 per cento della volumetria complessiva esistente e comunque per non oltre 300 metri cubi, gli edifici non residenziali anche di volumetria superiore a 1000 metri cubi.
  • Con una norma interpretativa del testo originario della legge, si precisa che l’intervento edilizio di ricostruzione da effettuare a seguito della demolizione di uno o più edifici possa essere realizzato anche con una diversa sistemazione planovolumetrica o con diverse dislocazioni del volume massimo consentito all’interno dell’area di pertinenza.
  • Con un emendamento a firma mia e del collega Zinni, si esplicita il divieto di poter realizzare gli interventi previsti dalla legge su immobili che ne abbiano già beneficiato e che abbiano interamente utilizzato la premialità consentita.
  • Grazie a un emendamento da me proposto, assieme ai colleghi Amati e Zinni, si prevede ora che la realizzazione degli interventi previsti dalla legge sia subordinata alla verifica dell’adeguatezza delle opere di urbanizzazione primaria esistenti a sostenere l’incremento del carico urbanistico. Qualora si accerti la loro insufficienza e sia possibile soddisfare le esigenze urbanizzative con modalità semplificata, il Comune potrà disporre il ricorso al “permesso di costruire convenzionato”. Si tratta di uno strumento già consolidato nella prassi e introdotto, a partire dal 2014, nel Testo Unico Edilizia (art. 28-bis), che si pone a metà strada tra il permesso di costruire e il piano di lottizzazione e che prevede la realizzazione di un intervento edilizio sulla base di una convenzione stipulata tra comune e soggetto proponente, nella quale sono specificati gli obblighi, funzionali al soddisfacimento dell’interesse pubblico, che lo stesso privato si assume per ottenere il titolo abilitativo.

Sebbene di taglio straordinario, la disciplina, da ormai quasi un decennio, è oggetto di successive proroghe. Prevede, in estrema sintesi, premi volumetrici, da un lato, pari al 20% della volumetria esistente (comunque in misura non superiore a 300 metri cubi) nel caso di ampliamento, e, dall’altro, del 35% nel caso di demolizione e ricostruzione, a condizione che gli interventi siano realizzati nel rispetto di precisi standard in materia di edilizia sostenibile.

È indubbio, lo ripeto da tempo, che la materia esiga un intervento normativo organico e strutturale.

A tal fine, ricordo, approderà in Consiglio una mia proposta di legge (depositata quasi un anno fa e approvata la settimana scorsa dalla V Commissione) che punta a introdurre, anche nel nostro ordinamento regionale, strumenti (quali la perequazione e la compensazione urbanistica) finalizzati a coniugare la tutela del territorio e interventi antropici di riqualificazione e rigenerazione urbana, nella consapevolezza che solo un approccio integrato ed equilibrato di tutti questi elementi può consentire di rendere effettivo l’obiettivo di una buona urbanistica per la Puglia. Un’iniziativa legislativa, questa, che ben può coordinarsi con il lavoro per una “Legge sulla Bellezza” l’Assessore Pisicchio sta sviluppando da diversi mesi a questa parte.

In attesa, dunque, di una sistemazione organica della materia, la proroga della legge c.d. Piano Casa consente intanto di continuare ad assicurare sostegno al settore dell’edilizia, soprattutto alle imprese di piccole dimensioni, attraverso misure che non comportano ulteriore consumo di suolo, anzi rigenerano il patrimonio edilizio esistente e migliorano la sostenibilità ambientale e l’efficienza sul piano dei consumi (energia, acqua, gas ecc.). In questo modo si va incontro anche a numerosi cittadini che, per motivi congiunturali, sinora non sono stati nelle condizioni di attuare il proprio intervento edilizio.

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