CONCORSO STRAORDINARIO SCUOLA, PUBBLICATO DECRETO LEGGE. NECESSARIE ULTERIORI MODIFICHE IN SEDE DI CONVERSIONE PER EVITARE INGIUSTE DISPARITÀ AI DANNI DEI DOCENTI PRECARI DELLE PARITARIE E DEL PROGETTO REGIONALE ‘DIRITTI A SCUOLA / TUTTO A SCUOLA’.

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 255 del 30 ottobre scorso il Decreto Legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante “Misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti”.

Si tratta del provvedimento che prevede l’indizione, entro la fine del 2019, di un concorso straordinario per assumere 24.000 insegnanti nelle scuole secondarie, di primo e di secondo grado, già licenziato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 10 ottobre ma sul quale il Presidente della Repubblica ha ritenuto necessario operare degli approfondimenti giuridici al fine di evitare le ingiustificate disparità di trattamento tra docenti precari che potevano prodursi (ne ho ampiamente trattato nei giorni scorsi, per esempio qui).

Il testo pubblicato tiene parzialmente conto dei rilievi evidenziati [da qui, il mio primo intervento] e relativi all’esclusione dal concorso straordinario, originariamente prevista nel testo licenziato dal Consiglio dei Ministri, per gli insegnanti che da anni svolgono la loro attività nelle scuole paritarie, in violazione della loro equiparazione a quelle statali sancita dalla Legge 10 marzo 2000, n. 62.

A questo riguardo il Decreto Legge pubblicato prevede che anche i docenti con tre anni di servizio nella scuola paritaria possano partecipare al concorso straordinario, ma il superamento della prova concorsuale sarà utile al solo conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento e non anche all’immissione in ruolo, come invece previsto per chi abbia svolto almeno tre anni di insegnamento nelle scuole statali.

Si tratta di un primo significativo passo che va certamente nella direzione indicata. Mi auguro che il Parlamento, in sede di conversione del Decreto Legge, possa intervenire con emendamenti finalizzati a conseguire la piena equiparazione delle due posizioni ai fini della partecipazione al concorso.

Purtroppo non ci sono novità, invece, per quanto riguarda il secondo aspetto che avevo evidenziato nei giorni scorsi e che più direttamente interessa la Puglia, e cioè la situazione dei docenti che hanno partecipato al progetto “Diritti a Scuola”, ribattezzato dall’anno scolastico 2018/2019 “Tutto a Scuola”, promosso dalla Regione Puglia (con importanti risultati nella lotta al fenomeno dell’abbandono scolastico e con riconoscimenti anche a livello europeo, come il premio «RegioStars 2015» della Commissione UE che lo ha identificato quale best practice europea) e che prevede, da dieci anni, lo svolgimento di attività di contrasto alla dispersione scolastica, di recupero e potenziamento formativo degli studenti pugliesi.

Come già fatto rilevare, infatti, l’applicazione del Decreto approvato dal Governo e ora pubblicato in Gazzetta Ufficiale di fatto comporterebbe l’esclusione degli insegnanti pugliesi impegnati nel predetto progetto regionale, dal momento che la tipologia di contratto sottoscritto dagli stessi (un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, invece del canonico contratto di lavoro a tempo determinato) impedisce di vedersi riconosciuto il servizio prestato ai fini del raggiungimento del requisito dei tre anni per la partecipazione al concorso. Questo nonostante gli insegnanti coinvolti nell’iniziativa regionale siano stati tutti impegnati in attività identiche, sotto tutti i punti di vista, rispetto ai colleghi assunti dal MIUR con contratti di lavoro a tempo determinato.

Tutto questo, ribadisco, appare profondamente ingiusto e iniquo a maggior ragione ove si pensi che sia nei protocolli di intesa e negli accordi sottoscritti dalla Regione Puglia rispettivamente con l’Ufficio Scolastico Regionale e con il Ministero dell’Istruzione, sia nel Decreto Ministeriale n. 100 del 17 dicembre 2009, il servizio prestato dal personale che svolge le attività progettuali finanziate dalle Regioni è chiaramente equiparato, ai fini dell’attribuzione del punteggio utile per le graduatorie, a quello prestato dal personale docente assunto dal MIUR con contratto di lavoro a tempo determinato. Appare evidente, pertanto, l’ingiusta discriminazione fondata, esclusivamente, sulla diversa tipologia contrattuale.

Su questi rilievi (con riferimento sia ai docenti precari delle scuole paritarie, sia ai docenti del progetto “Diritti a Scuola / Tutto a Scuola”), nei giorni scorsi si è svolta una proficua riunione della VI Commissione Consiliare (presieduta dal collega Mimmo Santorsola) nel corso della quale si è convenuto di attivare ogni utile iniziativa finalizzata a sollecitare in Parlamento i necessari correttivi, in sede di conversione del Decreto Legge. A questo proposito, si è deciso di sottoporre all’attenzione di tutto il Consiglio regionale, nel corso della prima seduta utile, un ordine del giorno finalizzato a sensibilizzare i Parlamentari pugliesi e il Governo nazionale sulla necessità di intervenire, in sede di conversione del Decreto, con appositi emendamenti allo scopo di evitare queste ingiuste disparità di trattamento a danno di centinaia di docenti precari del nostro territorio.

Auspico, pertanto, un interessamento reale e concreto da parte dei Parlamentari pugliesi su questa questione in modo da venire incontro alle condivisibili rivendicazioni di tanti insegnanti precari che ambiscono, attraverso il concorso e il suo eventuale superamento, a vedere stabilizzata la propria posizione lavorativa e che non meritano di vedere immotivatamente frustrate le loro aspirazioni.

ENZO COLONNA
consigliere regionale