Beni culturali e Beni comuni saranno l’oggetto del dialogo tra figure istituzionali ed esperti di settore che coordinerò domani, 14 novembre, a partire dalle ore 18.30, presso l’Agorateca, la Biblioteca di Comunità della Scuola “Tommaso Fiore” di Altamura (via Stefano Lorusso, 1).
A confrontarsi sulla natura di questi beni, sulla loro regolamentazione e valorizzazione, su funzioni e forme di gestione, saranno Roberto Covolo (assessore alle politiche giovanili del Comune di Brindisi), Michele Cornacchia (assessore alle politiche giovanili del Comune di Altamura), Antonio Lombardo (funzionario della Sezione “Valorizzazione Territoriale” della Regione Puglia e responsabile delle sub azioni 6.7 del POR Puglia 2014/2020, “Interventi per la valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale”) e Marco Ranieri (consulente dell’Agenzia Regione per la Tecnologia e l’Innovazione ed esperto in materia di politiche giovanili).
Considero questo un tema di cruciale importanza per immaginare e praticare attorno ai beni culturali e a quelli pubblici nuovi modelli di progresso culturale ed economico, di welfare urbano e per attivare processi di costruzione di comunità.
Si tratta di una sfida difficile, ma entusiasmante, che coinvolge, in particolare, gli enti locali e, più in generale, le amministrazioni pubbliche chiamate a confrontarsi, da un lato, con la complessità e varietà delle procedure per l’affidamento e la gestione di questi beni (concessione, appalto di servizi, affidamento diretto, partenariato pubblico-privato, sponsorizzazioni, co-progettazione) che vanno individuate, di volta in volta, tenendo conto della specificità dei beni, della loro vocazione e della funzione sociale e collettiva che devono svolgere, e, dall’altro, con la necessità di offrire servizi alla comunità sviluppando progetti in grado anche di valorizzare il patrimonio pubblico immobiliare abbandonato o sottoutilizzato.
Dall’analisi e dalla conoscenza dell’aggiornato quadro normativo (in materia di beni culturali, terzo settore, appalti e servizi pubblici) e di alcune delle più significative esperienze già maturate sul tema, infatti, emerge con chiarezza come dalla gestione dei beni pubblici (culturali e no) si possano attivare, sui territori, percorsi innovativi e concreti in grado di generare positive ricadute in termini di crescita, materiale e immateriale, per le comunità di riferimento.
Da questo punto di vista, la Puglia ha sperimentato, nel corso degli ultimi anni, politiche e azioni del tutto originali e innovative, capaci di generare (partendo dalla riqualificazione, valorizzazione e gestione di beni culturali e spazi pubblici) processi di responsabilizzazione sociale, condivisione, partecipazione e cittadinanza attiva, legami e fiducia reciproca nella comunità e tra comunità e istituzioni, valore (sociale e culturale, prim’ancora che economico), senza trascurare le esigenze di salvaguardia della sostenibilità economica della gestione.
Su questo ci confronteremo nel corso dell’iniziativa di domani, in un dibattito a più voci che metterà a confronto amministratori locali (Roberto Covolo, Michele Cornacchia) con personalità che, nell’ambito della loro esperienza professionale o di impegno civico, si sono occupati o si occupano, con successo, di beni culturali e di beni comuni, in particolare di riuso collettivo di spazi pubblici abbandonati (lo stesso Covolo), di misure estremamente interessanti su questo stesso tema messe in campo a livello regionale come “Luoghi Comuni” (Marco Ranieri) oppure “Biblioteche di Comunità”, “Luoghi Identitari” e “Luoghi della Memoria” (Antonio Lombardo).
Sono certo che facendo incrociare sguardi che provengono da esperienze diverse, emergeranno spunti di riflessione interessanti che potranno rappresentare tracce lungo le quali muoversi, a partire dal nostro territorio (murgiano, altamurano) così ricco di beni di grande valore culturale, sociale, storico, archeologico, ambientale.
enzo colonna