CORONAVIRUS, DIECI CONSIGLIERI REGIONALI: “SEI RICHIESTE AL GOVERNO NAZIONALE, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI”

C’è bisogno di misure severissime, prima che sia troppo tardi. E per questo abbiamo rivolto sei richieste al Governo nazionale per altrettante misure chiare e rigide. È noto, infatti, che il contenimento più rigoroso va applicato nelle regioni relativamente poco colpite dal virus, ancor più che in quelle ove ormai il focolaio è in piena espansione”.

È questa la richiesta inoltrata oggi al Governo nazionale dai consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Paolo Campo, Enzo Colonna, Mario Conca, Francesca Franzoso, Gianni Liviano, Peppino Longo, Donato Pentassuglia e Domenico Santorsola.

Le uniche misure la cui efficacia è provata nel diminuire sia l’entità del numero giornaliero di infetti che il picco massimo raggiunto sono quelle di contenimento sociale, cioè tutte le misure che diminuiscono il numero di contatti giornalieri tra le persone. Ma queste misure perdono efficacia man mano che il tempo trascorre dall’accendersi di un nuovo focolaio epidemico. Guardando alla Puglia e alle regioni relativamente indenni, è vitale diluire nel tempo i contagi per meglio gestire i malati e per consentire dislocazioni tra regioni confinanti. È perciò necessario che le misure più rigorose siano prese nelle regioni come la Puglia dove l’epidemia è appena iniziata, ancor più che nelle regioni ove essa è già in stadio avanzato. Se non saranno immediatamente presi i provvedimenti più rigidi in termini di contenimento e comunicazione del rischio nelle regioni ancora relativamente immuni, la scala del disastro sanitario che ne conseguirà sarà molto probabilmente di un ordine di grandezza superiore a quanto a oggi si osserva, soprattutto in quelle regioni con pochissimi posti disponibili in terapia intensiva”.

Per questi motivi – proseguono i sei Consiglieri –, abbiamo rivolto al Governo nazionale l’adozione di un provvedimento che faccia conseguire i seguenti risultati:

  1. Isolare (dichiarare zona rossa, con la normativa connessa) i comuni ove si osservino casi;
  2. Coordinare lo scambio di malati e medici, ove necessario, con le regioni confinanti;
  3. Controllare tutti i passeggeri in arrivo presso aeroporti, stazioni ferroviarie ecc., provenienti da zona rossa, con la possibilità di imporre loro la quarantena obbligatoria;
  4. Controllare l’arrivo di auto da regioni in zona rossa attraverso i caselli autostradali e possibilità di imporre quarantena a questi passeggeri;
  5. Derogare alle norme di finanza pubblica per effettuare le spese sanitarie necessarie e indifferibili;
  6. Sostenere il mondo del lavoro e delle imprese attraverso la sospensione dei tributi e del pagamento mutui”.

_______

IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO

Premessa
In assenza di un farmaco o un vaccino, le uniche misure la cui efficacia è provata nel diminuire sia l’entità del numero giornaliero di infetti che il picco massimo sono le misure di contenimento sociale, cioè tutte quelle misure che diminuiscono il numero di contatti giornalieri tra individui.
Tuttavia, come noto in letteratura relativamente alla diffusione dei virus influenzali, l’efficacia di queste misure (telelavoro, chiusura delle scuole, isolamento degli infetti, quarantena volontaria dei potenziali infetti) perdono rapidamente efficacia man mano che il tempo trascorre dall’accendersi di un nuovo focolaio epidemico.
Per questo, le misure di contenimento più rigide andrebbero in realtà applicate in regioni relativamente poco colpite da COVID-19 ancor più che in quelle ove ormai il focolaio è in piena espansione.
Si ricorda, inoltre, che è in questa fase vitale contenere l’epidemia soprattutto nelle regioni ancora relativamente indenni, per evitare che dopo gli ultimi episodi di disseminazione del virus, si abbia una sincronizzazione delle curve di crescita esponenziali regionali degli infetti; una desincronizzazione, infatti, permette una miglior dislocazione dei malati e delle risorse umane e strutturali tra regioni confinanti, mitigando la saturazione dovuta all’afflusso simultaneo di moltissimi malati in tutte le regioni.
Perché si possa differenziare al massimo l’andamento epidemico tra regioni diverse, è ancora una volta necessario che le misure più rigorose siano prese in quelle regioni ove l’epidemia è appena iniziata, ancor più che nelle regioni ove essa è già in stadio avanzato.
Se non saranno immediatamente presi i provvedimenti più rigidi in termini di contenimento e comunicazione del rischio nelle regioni ancora relativamente immuni, la scala del disastro sanitario che ne conseguirà sarà molto probabilmente di un ordine di grandezza superiore a quanto a oggi si osserva, soprattutto in quelle regioni con pochissimi posti disponibili in terapia intensiva.

Tutto ciò premesso, chiediamo al Governo nazionale provvedimenti diretti a:

  1. Isolare (dichiarare zona rossa, con la normativa connessa) i comuni ove si osservino casi che fanno presumere la presenza di un focolaio di diffusione;
  2. Coordinare lo scambio di malati e medici, ove necessario, con le regioni confinanti;
  3. Controllare tutti i passeggeri in arrivo presso aeroporti, stazioni ferroviarie ecc., provenienti da zona rossa, con la possibilità di imporre loro la quarantena obbligatoria;
  4. Controllare l’arrivo di auto da regioni in zona rossa attraverso i caselli autostradali e possibilità di imporre quarantena a questi passeggeri;
  5. Derogare alle norme di finanza pubblica e di reclutamento del personale per effettuare le spese sanitarie necessarie e per poter prestare con maggiore efficacia le cure;
  6. Sostenere il mondo del lavoro e delle imprese attraverso la sospensione dei tributi e del pagamento mutui.

Fabiano Amati
Sergio Blasi
Paolo Campo
Enzo Colonna
Mario Conca
Francesca Franzoso
Gianni Liviano
Peppino Longo
Donato Pentassuglia
Domenico Santorsola