Le scuole di Altamura

Ho seguito, sino a poco fa, un lungo confronto, organizzato dal comitato cittadino per la salute e l’istruzione, sul tema della riapertura delle scuole in questa fase di emergenza. È stato interessante proprio per essere stato a più voci. Mi hanno convinto alcuni interventi, ma non entro nel merito. Da tutti è venuta la “sacrosanta e ovvia” considerazione sulla condizione strutturale delle scuole (classi pollaio, spazi inadeguati, luoghi inaccessibili per diversamente abili, ecc.) che, ricordo, è materia di competenza comunale per i cicli delle scuole, che un tempo si chiamavano, infanzia, elementari e medie e di competenza della città metropolitana (o province) per le superiori. Alla giuste lamentele mi sarei aspettato, solo per amore di completezza e verità, che qualcuno avesse ricordato lo sforzo – non in emergenza, all’ultimo minuto, ma in termini di programmazione e investimenti di medio lungo respiro (non effimeri e di dubbia utilità come tramezzature in cartongesso per l’emergenza o i banchi e sedie con o senza rotelle) – effettuato dalla Regione negli ultimi anni.
Uno sforzo senza precedenti, almeno nella storia di Altamura, che conosco. Giusto per completezza e limitando i richiami alla sola Città di Altamura e ai soli interventi di tipo strutturale, ricordo i seguenti progetti, alcuni già realizzati e tanti ancora da realizzare, con risorse riconosciute dalla Regione (su cui ho dedicato non poche energie nei miei quattro anni):
– la Biblioteca di Comunità “Agorateca” presso la Scuola “Tommaso Fiore”, già realizzata e attiva dal giugno 2019, grazie un finanziamento regionale di circa un milione di euro riconosciuto nel gennaio 2018 al progetto elaborato e candidato dall’Istituto Comprensivo Bosco-Fiore;
– la nuova palestra della Scuola “Padre Pio”, di cui sono in corso i lavori di realizzazione grazie ad un cofinanziamento regionale di 700mila euro conseguito nel maggio 2017 dal Comune;
– Polo Innovativo per l’Infanzia a Trentacapilli (nuova realizzazione interamente finanziata nel gennaio 2018 dalla Regione: 4.300.000 + 70mila per concorso progettazione)
– Polo scolastico (Istituto Comprensivo) a Trentacapilli (nuova realizzazione – con finanziamento richiesto nel maggio 2018 di 5.000.000 di euro e inserito nel programma triennale regionale dell’edilizia scolastica).
– la ristrutturazione completa e l’adeguamento sismico della Scuola “Ottavio Serena” (intervento interamente finanziato dalla Regione con 2,5 milioni di euro nel novembre 2017; un paio di mesi fa circa è stato sottoscritto il contratto per la progettazione a cui seguiranno i lavori);
– Il Museo/Laboratorio degli strumenti scientifici del Liceo Classico Cagnazzi, in corso di allestimento, con un finanziamento regionale di 40mila euro riconosciuto al progetto della scuola nel 2019;
– 250mila euro, nel gennaio 2018, per interventi strutturali e manutenzione straordinaria del plesso “G. Garibaldi”;
– 200mila euro, nel gennaio 2018, per interventi strutturali e manutenzione straordinaria del plesso della scuola “IV Novembre” (200mila euro);
– 350milaeuro per l’adeguamento alla normativa antincendio della Scuola dell’infanzia “G.B. Castelli”;
– 85mila euro, nel gennaio 2019, per lavori di ripristino dei prospetti esterni, dei solai dell’auditorium e della recinzione esterna della scuola media “Tommaso Fiore” (lavori in gran parte effettuati);
– 70mila euro, nel maggio 2019, per l’adeguamento antincendio della scuola “Mercadante”;
– 40mila euro, nel marzo 2019, a copertura del 70% del costo dei lavori di ripristino delle condizioni igienico-sanitarie e messa in sicurezza della palestra e dei locali annessi della scuola “Don Milani” (terminati i lavori, si attende la consegna).
Aggiungo, anche se non di carattere strutturale (che è materia del comune), il grande risultato della attivazione, in via stabile, del CPIA, centro per l’istruzione degli adulti.
Voglio dire che finché continueremo a ragionare di emergenza, ecco, di emergenza in emergenza, saremo sempre in emergenza. O torniamo, come decenni addietro, ad apprezzare il respiro lungo e l’azione concreta che esigono la programmazione e la conseguente attuazione, ora un ingrato compito di cui in pochi si fanno carico, o, ripeto, torneremo a dire e fare sempre le stesse cose ad ogni appuntamento con l’emergenza di turno.