Torna la brioche-campionato. Che sia la volta dell’Inter?

Salvati dal provvidenziale intervento del governo che, dopo una dura trattativa con se stesso ha convinto se stesso, cioé la sua Rai, ad accettare le offerte di se stesso, possiamo gustarci il ritorno del nostro amato pallone. Non che ne avessimo mai dubitato, perchè non era pensabile che in questo autunno 2002 di schifezza economica nazionale e morale, Maria Antonietta potesse lasciarci senza la brioche del pallone. Nulla è cambiato a corte, naturalmente, i conti e i bilanci restano un disastro, i matti restano matti, i Ronaldo vanno e vengono,la campagnia acquisti è stata un poker di bari raccontato da presunti giornalisti degni di loro, ma sabato ascolteremo il fischietto liberatorio. Come gridava lo zio matto appollaiato su un albero nell’Amarcord di Fellini: voglio una paaaallaaaaaa…. L’avrete, venite giຠdall’albero adesso, fate i bravi e tornate in manicomio. Gli abbonamenti a Milan e Inter hanno raggiunto cifre record. Poi non vi lamentate. Non esistono truffatori se non ci sono fessi disposti a farsi truffare.
Naturalmente, questo è il momento dei pronostici e nessun vero esperto di calcio, come Max il mio pastore tedesco, puà³ sottrarvisi. Lo scorso anno, il Dentone pronosticà³, con l’umile consenso del suo assistente umano, la vittoria finale della Juve (è in archivio) e, seppure non fosse prevedibile lo spappolamento della ridicola Inter all’Olimpico, il successo non è stato poi tanto sorprendente. Un Campionato non è un torneo dove basta azzeccare tre o quattro partite per vincere, è una catena di montaggio, dove il risultato finale è il prodotto di accurati assemblaggi. Prendere un pistone dalla Rolls Royce, un freno dalla Ferrari, una rotella del cambio dalla Bmw e il claxon dalla Mercedes e sperare di mettere insieme una grande automobile, non funziona.
Dunque, ecco i pronostici per la stagione Serie Nutella da Spalmare 2002/3, conosciuta anche come la Serie A italiana:
INTER. Favoritissima d’obbligo. Lo scudetto è suo e non per ragioni tecniche, ma per salvare il Paese in questa fase difficile della sua economia e della sua democrazia da un’altra alluvione di lacrime versate in pubblico di tifosi interisti VIP (Veri Important Piagnons) che hanno fatto della imbranatura cronica della loro squadra e della commovente, generosa, onesta inettitudine del suo gruppo dirigente una fiorente industria televisiva e letteraria. Vincete qualcosa, in nome di Dio, e abbiate pietà¡ oltre che un po’ di pudore. Se si piangono addosso questi Interisti che buttano 900 miliardi per arrivare a comperare zampognari come Gresko e assumere allenatori come Lucescu, a quali uragani di lacrime avrebbero diritto i tifosi del Napoli, della Reggina, del Torino, del Venezia, del Palermo etc etc? O contano soltalto i piagnistei di coloro che possono inzuppare giornali e teleschermi nazionali con le loro paturnie, gli altri zitti?
MILAN. Secondo posto assicurato. Come ha già¡ anticipato il fedele Lothar Galliani, il Milan punta senza falsi pudori al secondo posto, perchè il terzo, con quella squadra, sarebbe patetico e il primo, con quel potere politico alle spalle, sarebbe rischioso. Dare anche lo scudetto a chi già¡ possiede il governo, il Parlamento, quattro o cinque partiti, il codice penale, l’ordine degli avvocati, la televisione, la massima casa editrice italiana, il primo settimanale, la prima concessionaria di pubblicità¡, un bouquet di quotidiani, una compagnia di assicurazioni, la Lega calcio, tutti i seggi della Sicilia, mezza Sardegna e un pezzo delle isole Bermuda potrebbe suscitare negli elettori di altre squadre il sospetto che l’Italia sia diventata la Romania di Ceaucescu dove la Stella Rossa vinceva sempre. Un problema per Berlusconi, perchè con la Costituzione si puà³ scherzare, in Italia, ma con il fuorigioco no. Il Milan cercherà¡ di buttarsi sull’Europa e, alla prima che mi fai, di buttare Ancelotti, che è l’unico licenziabile dell’harem di Milanello, dove regnano da anni gli onnipotenti eunuchi dell’Imperatore Cinese con le loro palline chiuse, per ricordo, dentro la tazzina.
ROMA. Lo spettacolo di Sensi capo barricadero, er Robespierre de Trigoria in bustina di astrakan e cappottino di cammello lanciato alla testa dei tele sanculotti contro la Bastiglia di Galliani e Moggi è stato uno dei pochi esilaranti siparietti di questa deprimente estate post Coreana, insieme con il tira-e-molla per la Mosca più Muscolosa del Mondo, Davids. La Roma si affida a Guardiola, sperando che non sia un’altra di quelle patacche spagnole che hanno ammollato a Milan e Lazio, confida nella seconda, o terza, o quarta giovinezza di Batistuta e nella prima giovinezza di Cassano, che quest’anno potrebbe essere finalmente maturare dall’asilo alle elementari. Ma il latte della Lupa sa un po’di aceto e il mento di Capello, per il quale le nuove leggi renderanno obbligatorio il porto d’armi tanto è ormai aggressivo, sembra pronto a esplodere, se il Fabius Maximus Incazzosissimus dovesse annusare che con questa Roma non puà³ più vincere ed è arrivato il momento di vendere i suoi servizi ad altri.
JUVENTUS. Nella certezza incrollabile che questo sarà  il campionato della definitiva rinascita di Del Pierino che ha tagliato i leggiadri boccoli (ho detto boccoli, non broccoli, niente lettere offese per l’ex puttino del Lingotto vittimizzato dai giornalisti cattivoni, per favore), la Juve è come sempre la squadra più seria, più cupa e più robusta. Ora che il Milan ha in tasca anche la Lega, forse finirà¡ la menata annosa del “Grande Vecchio” juventino che decide i campionati, anche se Gheddafy proprio l’ultimo dei mendicanti non è (telefonare a Kissinger: non si potrebbe levare Gheddafy dalla lista americana ufficiale degli Stati “sponsors del Terrorismo” dove figura dal 1979? È cosà­ poco chic avere un finanziatore messo nella stessa classe dei Saddam Hussein e dei Sudanesi). Se la Fiat avesse saputo in questi anni progettare le automobili come ha saputo progettare le squadre di calcio (eccellente il colpo Di Vaio), oggi i dirigenti della Mercedes viaggerebbero in Stilo Fiat. Abbiamo preso un impegno d’onore con Telefono Azzurro a favore di Baby Moratti e del lacrimatoio interista, altrimenti la Juve sarebbe da dare ancora la favorita.
LAZIO. E vuoi vedere che questa squadra diroccata, squattrinata, demolita, svenduta, ritrova la voglia di giocare al calcio, si ricorda di non essere poi cosà­ scarsa e fa divertire i suoi tifosi facendo sgambetti (legali) ad avversari più boriosi? Ai giocatori, Mancini, detto “deroga”, finora piace (ma l’ha presa la patente? È in regola? E in regola con che cosa, in un calcio che si cambia le regole come le mutande, almeno speriamo?) perchè è ancora uno di loro e non uno di quei tromboni da panca che credono di salvare il mondo spostando un terzino a destra o a sinistra o un faccia triste come Zaccheroni. Se cominciano a divertirsi, i Laziali di Micragnotti potrebbero essere il Chievo “politically scorrect” ( come diceva l’ anglicista Casini) del campionato 2003.
LE ALTRE. Modena in testa, che è la mia squadra preferita e comincia il Campionato affrontando Milan e Roma, che sarebbe l’equivalente del Lussemburgo che dichiara guerra agli Stati Uniti e alla Cina, le altre sono in campo soltanto per riempire la griglia e fare come le Arrows, le Sauber, le Minardi e le Bart in Formula Uno, essere i birilli mobili tra i quali Ferrari e McLaren e Bmw possano zigzagare sulla via del traguardo. L’unico interesse, a parte la solita rissa tra i capponi che si beccano per non andare in B, è stabilire chi sarà , tra queste disgraziate che devono fare la squadra con i pacchi dono dell’Onu e con un bilancio pari al costo del polpaccio sinistro di Nesta o di Recoba, il nuovo Chievo 02/03.
Un Chievo ci deve essere per forza, per dare una parvenza di credibilità¡ al calcio e farci credere alle favole, ma il Chievo-bis mi convince poco. Il Bologna di Guidolin? A primavera i troppi cappelletti e coteconi mangiati d’inverno pesano nelle gambe. L’Atalanta? Ha troppi giocatori rimasti a Bergamo solo perchè nessuno li ha comperati. Il Modena? Magari, ma il delizioso catenaccione di DeBiasi che ha dominato la B deve adesso fare i conti con arbitri che faranno piovere punizioni dal limite e tesserine giallo-rosse sui suoi difensori per proteggere i conti dei miliardari. Il Como? Dopo tutto il casino anti Lega fatto dal suo presidente, non è ben visto L’Empoli? O suvvia, bimbini, ‘un diciamo bischerate. Il Brescia di “ginocchio antico”, io speriamo che non me lo rompo di nuovo? Il Toro dell’Unità¡ Coronarica Vecchio Cuore a Brandelli? La seria e per bene Reggina, l’unica squadra del Sud che il “gomblotto” del Nord si è dimenticato di buttare fuori dalla prima serie? Magari.
Proviamo invece col Pérma, che non è un mezzo materasso Permaflex, ma è la squadra di Parma. Nessuno la celebra più, come negli anni scorsi, buon segno. Il mullah Arrigo sembra essersi un po’ calmato, ora che non deve più andare in TV ogni due giorni a dire che lui è il solo che abbia capito che cos’è il calzio moderno e ha avuto tempo di convertire i suoi mujaheddin della ripartenze. L’allenatore è decente, senza essere grande, come deve essere uno che ha Arrighetto sulla testa. La rosa è intelligente, senza essere presuntuosa come in passato. I giocatori sono tutti all’ultima stazione prima del torneo estivo “Gelateria Vesuvio” di Viserba o alla prima fermata della carriera, come Brighi, se sapranno prendere il treno in corsa. E i Tanzi sono tra i più seri, nella banda dei presidenti italiani, il che non è gran dire. Ma tutto, come direbbero Einstein fissando pensoso l’universo e il mio cane guardando perplesso la razione ridotta di pappa (sta ingrassando) è sempre relativo.
Buone brioches a tutti noi, fratelli sudditi della Maria Antonietta del pallone.
(13 settembre 2002)