Proteste per il grano proveniente dal Canada

Depositata alcune settimane fa una mia proposta di legge sulla valorizzazione e promozione dei prodotti agricoli e agroalimentari a chilometro zero e in materia di vendita diretta dei prodotti agricoli. Presto spiegherò ragioni e contenuto della proposta.

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E’ stata posta sotto sequestro su disposizione della Procura di Bari, la nave carica di oltre 50 mila tonnellate di grano proveniente dal Canada e giunta nel porto di Bari l’8 giugno scorso.
L’arrivo del grano aveva provocato picchetti di protesta di un migliaio di agricoltori della Coldiretti. Dopo lo sbarco, in accordo con la magistratura barese, i carabinieri forestali hanno bloccato il carico destinato ai granai pugliesi con l’obiettivo di eseguire controlli, tuttora in corso, sulla qualità del grano e sulla eventuale presenza di sostanze nocive oltre i limiti consentiti dalla legge.
In attesa delle decisioni della Procura sulla vicenda sono intervenuti anche alcuni esponenti della politica pugliese.

Per Gianni Stea: “Dopo il via libera all’etichettatura per certificare la filiera del latte, diventa indispensabile provvedere in egual modo per quanto riguarda l’olio d’oliva e il grano. E tanto è particolarmente importante per difendere il Made in Puglia, dal momento che siamo ormai davanti ad una vera invasione di prodotti provenienti dall’estero, dalla difficile tracciabilità e con qualità organolettiche assai dubbie”.
“Spero – aggiunge Stea – che sia interesse comune alle istituzioni trovare un punto di intesa in questa ennesima battaglia tra poveri, in modo da mantenere su livelli di eccellenza la qualità dell’intera filiera agroalimentare pugliese e italiana e nel contempo tutelare la salute dei consumatori, spesso vittime di vere e proprie frodi. L’ennesima beffa per la nostra agricoltura che richiede l’intervento immediato del governo nazionale per impedire una volta per tutte l’immissione sul mercato di prodotti che nulla hanno a che vedere con le nostre tradizioni agricole”.

Chiede invece una legge di tutela del grano locale che valorizzi produzioni di qualità e di filiera il consigliere Enzo Colonna.
“Da tempo le preoccupazioni sul grano importato sono legate alla sospetta presenza di micotossine e al trattamento delle coltivazioni con glifosato, un potente diserbante, utilizzato (nei territori più umidi e freddi rispetto ai nostri) proprio nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire – in modo artificiale – un livello proteico elevato. Una pratica, quest’ultima, vietata in Italia” spiega Colonna.
“Un tema su cui è necessario e ineludibile un intervento normativo da parte della Regione, che persegua l’obiettivo di valorizzare e promuovere le produzioni agricole del nostro territorio e i prodotti agroalimentari derivanti da ‘filiera corta’ o a Km 0, caratterizzati cioè dalla “prossimità” tra produttori agricoli e consumatori finali. Si tratta, quindi, di prodotti di origine locale in grado di coniugare qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale dei sistemi di trasformazione e distribuzione”.