PEREQUAZIONE E COMPENSAZIONE URBANISTICA: SU MIA PROPOSTA DI LEGGE, AL VIA I LAVORI IN COMMISSIONE CONSILIARE.

NECESSARIO DOTARE LA PUGLIA DI STRUMENTI INNOVATIVI PER GOVERNO DEL TERRITORIO E RIDUZIONE DEL CONSUMO DI SUOLO.

Promuovere il contenimento del consumo di suolo e, più in generale, una pianificazione urbanistica più razionale e maggiormente rispettosa del territorio e delle vocazioni che questo esprime. È questo, in estrema sintesi, l’obiettivo principale della proposta di legge che ho depositato nel dicembre scorso all’attenzione del Consiglio Regionale (da qui la scheda, con il testo, i pareri e l’iter) e che domani, mercoledì 16 maggio, approda nella V Commissione presieduta dal collega Mauro Vizzino per avviare l’iter finalizzato alla sua approvazione.

Si tratta, in sostanza, di una iniziativa che punta ad introdurre, anche nel nostro ordinamento regionale, strumenti e metodologie innovative già in uso in altri contesti locali e finalizzate a coniugare, sempre più efficacemente, la tutela del territorio, la valorizzazione della bellezza dei luoghi quale principale risorsa di sviluppo della nostra regione, e interventi antropici di riqualificazione e rigenerazione urbana, nella consapevolezza che solo un approccio integrato di tutti questi elementi può consentire di rendere effettivo l’obiettivo di una buona urbanistica per la Puglia. Obiettivi perfettamente in linea con il lavoro che da alcuni mesi ha avviato l’Assessore alla Pianificazione Territoriale Alfonso Pisicchio, con cui ho avuto diversi momenti di confronto, e che si tradurrà in un disegno di legge sulla valorizzazione e tutela della bellezza del territorio, del paesaggio e dell’ambiente pugliese.

Appare chiaro, infatti, che la sostenibilità ambientale, urbana e sociale e il rilancio del settore dell’edilizia (che, nonostante le iniziative messe in campo anche di recente dal legislatore nazionale e da quello regionale, continua ad attraversare una congiuntura difficile con la conseguente contrazione degli occupati nel comparto, cui non si può non guardare con preoccupazione) possono trovare una ragione di forte convergenza nell’ambito di una pianificazione territoriale in grado di cogliere fino in fondo, attraverso l’introduzione di specifici strumenti normativi a ciò dedicati, le grandi potenzialità di sviluppo del riuso e della rigenerazione urbanistica allo scopo di migliorare la qualità complessiva degli insediamenti abitativi.

A tale scopo sono indirizzati principalmente i due istituti della perequazione e della compensazione urbanistica, previsti dalla proposta di legge da me depositata:

  1. con la prima (perequazione urbanistica) si introduce uno strumento finalizzato a consentire, in sede di pianificazione, l’equa distribuzione, fra le proprietà immobiliari comprese all’interno di un medesimo ambito di trasformazione, dei diritti edificatori che le stesse esprimono e dei relativi oneri, in modo da evitare le sperequazioni che troppe volte si sono determinate in passato anche tra suoli adiacenti a seconda della loro diversa tipizzazione;
  2. con la compensazione urbanistica, invece, si offre ai Comuni la possibilità di utilizzare meccanismi alternativi alle indennità di esproprio (come noto molto gravose per i bilanci locali) per l’acquisizione di aree finalizzate alla realizzazione di opere pubbliche: anziché con la liquidazione di una somma di denaro, infatti, il proprietario dell’immobile da espropriare potrà essere indennizzato o con l’attribuzione di quantità edificatorie da utilizzare secondo le previsioni degli strumenti urbanistici locali o con il riconoscimento di modifiche di destinazione d’uso di aree o immobili esistenti, oppure attraverso il trasferimento o la permuta di aree

Inoltre, per attribuire centralità ai Comuni nel governo del territorio e per favorire un necessario aggiornamento degli strumenti di pianificazione urbanistica a livello locale, spesso troppo risalenti nel tempo (addirittura agli anni ’70) la proposta di legge prevede che queste significative innovazioni possano essere previste solo nell’ambito dei nuovi Piani Urbanistici Generali che saranno la sede principale per operare scelte strategiche sulle modalità di concreta applicazione degli istituti della perequazione, della compensazione urbanistica e delle misure premiali.

Al fine di ridurre il consumo di suolo, per altro verso, la proposta di legge esclude espressamente che le quantità edificatorie (per le quali viene istituito un apposito registro pubblico, a cura dei Comuni, onde consentirne la circolazione e la eventuale commerciabilità) generate da meccanismi compensativi o derivanti da misure premiali possano essere utilizzate in zone agricole.

Sempre al fine di disincentivare la progressiva cementificazione del territorio la proposta di legge interviene disciplinando le modalità di determinazione del contributo straordinario di urbanizzazione, modulandolo diversamente a seconda della tipologia di intervento che si intende realizzare, della sua localizzazione (in contesti non urbanizzati o già edificati), nonché della incidenza complessiva sul carico urbanistico, prevedendo riduzioni in caso di iniziative realizzate nell’ambito di programmi di rigenerazione o ad esito di concorsi di progettazione, oppure esenzioni per ipotesi (tra le altre) di interventi di valorizzazione del patrimonio pubblico immobiliare o di abbattimento delle barriere architettoniche.

Si tratta, infine, di una proposta di legge composita e articolata, che giunge all’esito di un lavoro di confronto e approfondimento che si è sviluppato, nei mesi scorsi, con tecnici ed esperti del settore e che sono certo potrà ulteriormente arricchirsi con i contributi che saranno apportati nel corso della discussione in Commissione e in Aula.

Lo scopo di questa iniziativa è duplice: da un lato, quello di migliorare la qualità della pianificazione urbanistica a livello locale, indirizzando i Comuni all’adozione di strumenti innovativi sempre più adeguati a rispondere alle nuove esigenze che il governo del territorio impone e, dall’altro, sostenere il settore dell’edilizia in Puglia, lungi da ogni demonizzazione ideologica dell’attività imprenditoriale privata in quest’ambito, ma indirizzandola verso interventi di rigenerazione e riqualificazione. Il tutto nella consapevolezza che la buona urbanistica passa inevitabilmente da un rapporto virtuoso tra la tutela del territorio e la capacità di realizzare interventi in grado di migliorare le condizioni di vivibilità delle nostre città. Su questo saremo chiamati a profondere tutto il nostro impegno.