Cashback

Quello di cui si avverte il bisogno (sempre, ma soprattutto in una fase di difficoltà e incertezza) è che si metta ordine ai pensieri, poi alle azioni, che a quelli devono seguire, quindi alle parole. Un po’ di coerenza, razionalità, al tutto, quello che sia, condivisibile o meno che sia, così da restituire un’idea di stabilità, non certezza o sicurezza, ma di solidità della guida, la sensazione di essere in mani salde. Altrimenti tutti sbandano e tutti si sentono legittimati a fare e dire come e cosa gli pare, assecondando gli umori della giornata. Esempio. Se si promuovono i pagamenti diretti, le spese effettuate di persona, e lo si fa con il cosiddetto cashback (sinora, ho letto da qualche parte, oltre 7,5 milioni di carte di pagamento registrate), sollecitando le persone a fare dall’8 al 31 dicembre almeno dieci acquisti nei negozi “fisici”, con un limite di 15 euro di rimborso per singola operazione (una spesa non superiore, cioè, a 150 euro), beh, poi, non ci si può lamentare delle persone in giro, che tanta gente si riversi per strada (approfittando del fine settimana, come fanno normalmente uomini, donne e famiglie della vita reale, che nella settimana cercano di lavorare, studiare, seguire figli e nonni). È la logica dei grandi numeri, quella che poi porta a giudicare i comportamenti della “massa” e degli “altri” sbagliati, ignoranti, irresponsabili, e a ritenere giusti, perfetti, intelligenti, responsabili, il modello astratto concepito nel Palazzo e i propri comportamenti, quelli che ciascuno di noi, individualmente, adotta. O si spinge, giustamente, per la ripresa dei consumi. O ci si preoccupa, altrettanto giustamente, di evitare che le persone vadano in giro a fare spese (e di trovare altre forme di sostegno per i settori economici colpiti). Ma, delle due, l’una. Onere e responsabilità delle decisioni. Non sorprenda, poi, che risulti naturale e facile alla Merkel rivelarsi e apparire un gigante.