Emodinamica della Murgia

Ancora grazie a quanti da dieci mesi spendono la loro opera quotidiana per assicurare l’attività dell’Emodinamica della Murgia, curando le persone. Quindi a tutto il personale dell’Unità di Cardiologia/Utic del nostro Ospedale diretta dal dott. Francesco Massari. In particolare, per l’attività svolta nella Sala di Emodinamica, per la cardiologia interventistica, ai dottori Marco Basile, Raffaele Babbo, Pasquale D’Alessandro; per gli interventi di elettrofisiologia, ai dottori Pietro Scicchitano, Mariangela Pinto, Paolo Sasanelli; agli infermieri Cosimo Cardano (caposala), Vito Pinto, Antonio Mariano, Marian Iliade, Fabio Turturici; ai tecnici di radiologia Donato Goffredo, Mara Brienza, Giorgia Garibaldi, Giuseppe Battipaglia.
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Discorso sulla servitù volontaria

Étienne de La Boétie, Discorso sulla servitù volontaria, 1576
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《I medici consigliano giustamente di non curare le piaghe inguaribili e forse io faccio male ad esortare così un popolo che sembra avere perduto da molto tempo qualsiasi consapevolezza del proprio male, il che dimostra chiaramente che la sua malattia è mortale. Cerchiamo piuttosto di capire, se è possibile, come questa ostinata volontà di servire si sia radicata così profondamente da fare credere che lo stesso amore della libertà non sia poi così naturale.》

GRANDE LAVORO E GRANDI NUMERI ALL’EMODINAMICA DELLA MURGIA: SUPERATA QUOTA 100 ANGIOPLASTICHE IN APPENA OTTO MESI. 🛑 UN GRANDE VALORE CONQUISTATO NEGLI ANNI SCORSI PER LA MURGIA, DA DIFENDERE E POTENZIARE!

Da circa una settimana ho a disposizione questi dati. Quale migliore occasione se non la giornata consegnata per definizione (non per tutti e non è da tutti!) al riposo, alle vacanze, alle ferie (dal latino feriae -arum; Ferragosto da Feriae Augusti, il riposo di Augusto) per volgere un attimo lo sguardo indietro per scorgere la strada compiuta, il lavoro, l’impegno, gli sforzi compiuti?
Sono oltre 100 gli interventi di angioplastica effettuati dall’équipe di #Emodinamica dell’Ospedale della #Murgia “Fabio Perinei” (emodinamista senior, il dott. Marco Basile). A fine luglio si è raggiunta e superata questa quota, simbolicamente forte, che attesta il grande lavoro e la grande efficienza di questo servizio. Numeri straordinari, comparabili o probabilmente superiori a quelli del Policlinico di Bari, se si tiene conto che l’Emodinamica della Murgia ha avviato le sue attività a metà settembre 2020, ha subito il blocco totale per oltre un mese e il dimezzamento dei posti letto per due mesi a causa dell’emergenza Covid nel periodo invernale e, inoltre, nella fase di avvio non è stata operativa a pieno regime, come ho spiegato più volte (non è attiva H24, ma opera in due o tre sedute settimanali).
In nemmeno otto mesi di attività questi sono i numeri delle prestazioni erogate nella Sala di Emodinamica dell’Unità di Cardiologia con Utic dell’Ospedale della Murgia “Fabio Perinei”:
☑️ poco meno di 300 le #coronarografie effettuate (l’esame diagnostico che verifica la presenza di ostruzioni o restringimenti dei vasi e che si trasforma in un intervento di angioplastica con cui si riapre e dilata i vasi sanguigni anche con il posizionamento di stent a maglia metallica per tenere aperto il punto critico)
☑️ di queste oltre un terzo (104, dato risalente a una decina di giorni fa) hanno avuto come esito l’effettuazione, durante la seduta, di interventi di #angioplastica
☑️ per 12 pazienti l’angioplastica non era possibile e si sono resi necessari interventi cardiochirurgici, quindi il trasferimento in altre strutture ospedaliere
☑️ nella medesima Sala di emodinamica si sono tenute, nello stesso periodo, oltre 100 procedure di #elettrofisiologia (ad esempio, impianti di pacemaker).
📌 Mi scuso se, con toni entusiastici, evoco numeri. Ma proprio perché dietro ogni numero o prestazione ci sono la vita e la salute di persone, ci sono affetti e sofferenze, riflettiamo: centinaia e centinaia di pazienti e rispettivi parenti e persone care hanno trovato qui, nella nostra Murgia, nella cardiologia interventistica dell’Ospedale “Perinei” la risposta a una loro domanda vitale, a un loro bisogno, a volte impellente, urgente, di cura e prevenzione. E hanno trovato questa risposta professionale, efficace, puntuale, umanamente ispirata, come molti di loro hanno attestato (anche a me).
📌 Questi numeri sono importanti e vanno segnalati perché attestano e rendono meglio di qualunque parola o ragionamento il grande, delicato, sensibile, prezioso lavoro svolto dal personale dell’Unità di Cardiologia del nostro Ospedale diretta dal dott. Francesco Massari: medici, infermieri, tecnici di radiologia, oss, addetti ai servizi ausiliari. A tutti, GRAZIE! In particolare, per l’attività svolta nella Sala di Emodinamica, la gratitudine va a professionisti come, per la cardiologia interventistica, i dottori Marco Basile (emodinamista di lungo corso, seppur anagraficamente giovane, a cui dobbiamo moltissimo per l’attività preparatoria del nuovo servizio e le prestazioni in corso), Raffaele Babbo, Pasquale D’Alessandro; per gli interventi di elettrofisiologia, i dottori Pietro Scicchitano, Mariangela Pinto, Paolo Sasanelli; gli infermieri Cosimo Cardano (caposala), Vito Pinto, Antonio Mariano, Marian Iliade, Fabio Turturici; i tecnici di radiologia Donato Goffredo, Mara Brienza, Giorgia Garibaldi, Giuseppe Battipaglia.
❤ Come non emozionarsi dinanzi all’opera dell’uomo, a quello che l’uomo è capace di fare, come curare e prendersi cura dei suoi simili? Come non emozionarsi dinanzi alla fatica, al lavoro, alla professionalità?
Sul piano personale, come non emozionarsi dinanzi a un obiettivo di tale portata ritenuto dai più, per anni, impossibile, dinanzi ai benefici collettivi che il proprio impegno può contribuire a determinare?
✅ Ricordo che la Sala di Emodinamica è stata inaugurata il 7 settembre 2020.
👉 v. qui:
La prima seduta si è tenuta il 10 settembre
👉 v. qui:
📌 Come avrete capito, da quando è cessato il mio mandato (dieci mesi fa circa) tengo d’occhio quelle che sento mie ‘CREATURE’, opere già realizzate o da realizzare ancora, servizi già avviati o da avviare e potenziare, leggi e misure regionali approvate e da attuare. Opere, servizi, leggi, misure, sui cui ho lavorato nei miei quattro anni in Consiglio regionale. E continuerò farlo perché l’opera sia portata a termine, per esercizio di memoria, per dare valore al lavoro compiuto, per creare una condivisa e diffusa consapevolezza di quello che ci siamo conquistati e che dobbiamo difendere e seguire. Continuo e continuerò, inoltre, a mettere a disposizione di chiunque lo ritenga utile, il bagaglio di esperienza, conoscenza, contatti, un po’ di credibilità che mi sono formato in questi anni in Regione.
👉 Ho dato conto del lavoro svolto in regione nel mio Rapporto di fine mandato che ho messo a disposizione da alcune settimane e da cui sono tratte le prime due immagini a corredo di questo testo. Chi fosse interessato, può contattarmi in privato per ottenere la versione digitale, .pdf, o una copia cartacea.
📌 Una delle più belle “creature” è stata proprio l’Emodinamica della Murgia. Una conquista storica, frutto di anni di lavoro. Basta? No, certamente. Ho sempre sottolineato che quel servizio, attivato meno di un anno fa, doveva scontare prima, a regime ridotto, una fase di avvio, con due/tre sedute settimanali. Ora è arrivato il momento di potenziarlo, con ulteriore personale rispetto a quello già assunto e dedicato, per arrivare a essere operativo sette giorni su sette, ventiquattro ore su ventiquattro.
📌 Per raggiungere questo ulteriore avanzamento è dunque importante vedere, riconoscere, apprezzare quanto si è fatto e si sta facendo. Il lavoro è stato tanto e di tanti, visibile, tangibile. Sia in questi mesi di operatività dell’Emodinamica murgiana, sia negli anni precedenti per arrivare alla sua attivazione. Se non vediamo e non riconosciamo questo lavoro, se non gli diamo il giusto valore, se non lo isoliamo, preservandolo, dall’inettitudine, dall’apatia, dall’inefficienza, da tutto ciò che non va e non funziona, dal mare di chiacchiere e polemiche, se non ne facciamo motivo di orgoglio collettivo, non c’è speranza per alcuno. Eppure in diversi, anche con ruoli istituzionali, si sforzano ancora di ignorare quanto si è conquistato negli ultimi anni per il territorio, come se nulla sia cambiato, come se se gli anni in Regione fossero trascorsi nell’anonimato, nella ignavia o nullafacenza. Invece, vedere, riconoscere, apprezzare, ringraziare il buono che c’è in mezzo a noi, fa bene a tutti, perché, rendendo esplicito e chiaro a tutti ciò che è stato “bene”, ciò che si è fatto “bene”, lo rende patrimonio comune e condiviso. Indica il percorso giusto; motiva e impegna tutti a proseguire.
📌 Chiudo questo post, rinnovando il mio “GRAZIE” a quanti (li conosco tutti, li ho incontrati decine e decine di volte – in Ospedale, in Asl, in Regione -, i loro volti mi sono ben presenti, alcuni li ho citati prima e nelle mie note precedenti di cui ho segnalato i link sopra) hanno speso, in varia misura, lavoro e impegno per l’attivazione dell’Emodinamica e da dieci mesi spendono la loro opera quotidiana per assicurarne l’attività, curando le persone.
ENZO COLONNA

Dinanzi alla perdita

Dinanzi alla perdita, esprimiamo il meglio di noi stessi e diciamo il meglio di quanto è andato perso. Il vuoto ci attrae e ci unisce. Attorno a esso ci mettiamo in circolo, per contemplarlo, nostalgicamente, dolorosamente. Così, in tutti i contesti, di perdita in perdita, un vuoto dietro l’altro.
È dinanzi alla vita, quella che ci scorre accanto o difronte, che ci smarriamo. Sembriamo aver perso la capacità, antica e semplice, di riconoscerla, quindi di alimentarla, sapendola godere in modo sano, senza rimorsi, con gioia.
Paure, diffidenze, egoismi, ci rendono incapaci di coglierne i segni, di riconoscere il buono, anche poco, che c’è in mezzo a noi. Il valore dell’impegno, dell’opera quotidiana, che poi è la dimensione umana, quella che fa di uomini e donne gli unici esseri viventi capaci di migliorare la realtà che vivono e se stessi.
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Inevitabile citare, ancora una volta, Calvino:
《L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.》 [Italo Calvino, Le città invisibili]

Dopo tutto, il reale non è che un caso particolare.

《… la creazione dello spirito è, in verità, una distruzione indefinita del bello da parte del più bello, del brutto da parte dell’orribile, del male dal peggio e del vero dal falso, – (proprio come del falso dal vero).》
《Ma allo stesso modo, e avventura dopo avventura, dal pericolo al piacere, dalla furia alla tenerezza, e da una cosa all’altra, arrivò a un luogo, a oggetti che lo stupivano al punto da riconoscerli proprio come quelli che lo circondavano… e aveva trovato la sua stanza, le sue pareti, le sue mani, tutta la sua realtà, come l’ultimo termine di tutte queste trasmutazioni.
Ma, dopo tutto, il reale non è che un caso particolare.
È mancanza di fantasia nello sguardo e mancanza di profonda distrazione aver bisogno di racconti, viaggi e cose straordinarie, quando basta fissare un po’ gli occhi per cambiare il conosciuto in sconosciuto, la vita in un sogno, il momento in eternità.
E così con curiosità mistica e metafisica.》
(P. Valéry, Mauvaises pensée et autres, 1941-42)

 

 

Post parapolitico o prepolitico, fate voi.

Sottolineo spesso (una mia fissa ossessione) il dovere e l’urgenza di preservare e curare la trama complessa che tiene insieme persone, luoghi e azioni. Tutto è in relazione con tutto e ciascuno è situato in un punto preciso di questa “trama infinita di relazioni”.
La lacerazione di un nodo genera ripercussioni sul resto e, dunque, non può lasciare indifferenti tutti gli altri.
Tutti, più o meno intensamente, hanno conosciuto la discesa nei vuoti scavati da queste lacerazioni (delusioni, sconfitte, dolori, fragilità, mancanze).
Ma la risalita è possibile sempre.
Difficile, faticosa, anche dolorosa, ma sempre possibile. Ci aiutano sentimenti autentici e positivi. Nostri e altrui.
Non il cinismo, la frenesia egoistica di rivalsa, non l’istinto alla ritorsione, ripicca o addirittura vendetta, non l’angosciante frustrazione, non certo l’indulgente autoassoluzione. Da parte di chi è caduto. Il cinismo verso gli altri e l’indulgenza con sé stessi danno un illusorio e temporaneo senso di sollievo. Ma, alla distanza, impoveriscono ancor di più, avviliscono, sono destinate a generare cadute ancor più fragorose. E corrompono l’anima.
Per converso, da parte di chi sta vicino, perniciose sono adulazione, ipocrisia, strumentalità, interesse personale, edulcorazione della realtà.
La caduta è il doloroso e necessario ritorno alla realtà smarrita e non più percepita. Alla terra. E da qui, solo da questa ritrovata consapevolezza, ci si rialza. Ci si rialza partendo da terra, dalle radici, dai fondamentali. Umiltà, responsabilità, lavoro, solidarietà, generosità, ritrovato senso di comunione con il mondo e gli altri, condivisione di affanni e orizzonti, gioie e responsabilità.
È necessario poi che accanto ci sia qualcuno che nutra sentimenti sinceri, condivida quei fondamentali. In una feconda reciprocità.
Senza tutto questo, c’è solo il penoso, scomposto e dannoso dimenarsi a terra, in un ristagno che, certo, non esige fatica e pazienza, a volte dolorose consapevolezze, ma non porta alcun frutto duraturo e non consente la risalita.
Cadiamo. Tutti. Sbagliamo. Tutti. Sbagliare è umanissimo, comprensibile dunque. Ma, come ricordava Pannella, c’è una bella differenza tra il rischiare di vivere e il rischiare di morire. Sono convinto, cioè, che si muore perché e quando si è perduto l’interesse alla vita. Apatia, conveniente difesa di sé e del proprio presente, opportunistico calcolo.
Chi invece si rifiuta di vedere amputata la vita, sacrificata o avvilita, proprio perché non vi è rassegnazione in una tale prospettiva, ma al contrario speranza, può anche rischiare di perderla. Succede! Ma se vince, vive meglio e più di altri. La sconfitta, quindi, bisogna metterla in conto, ma come rischio possibile di battaglie che vanno però combattute.

“Matrimonio all’italiana”

“Matrimonio all’italiana” (1964), film diretto da Vittorio De Sica su soggetto tratto dalla commedia “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo. Straordinarie la coppia Sophia Loren e Marcello Mastroianni e le musiche di Armando Trovajoli.
Colpevolmente visto per la prima volta solo ieri notte. Bellissimo e intenso.
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– Che è stato, Filomena?
– Sto piangendo, Don Mì, e quanto è bello piangere”

NEL DECRETO LEGGE CONVERTITO POCHI GIORNI FA, IMPORTANTI NOVITÀ PER LE #ZES (ZONE ECONOMICHE SPECIALI).

Vi segnalo (nelle immagini 5 e 6) uno dei tanti articoli del decreto legge n. 77 del 31 maggio 2021 («Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure»), convertito in legge pochi giorni fa (legge n. 108 del 29 luglio 2021), che interessa direttamente il nostro territorio, con importanti ricadute nel settore economico-produttivo. Con l’articolo 57, il Governo Draghi ha introdotto una serie di significative novità nella disciplina delle Zone Economiche Speciali (ZES).
Le ZES sono aree selezionate, collegate al sistema infrastrutturale dei porti, destinate ad attrarre nuovi investimenti, finalizzate quindi a creare condizioni di favore per crescita economica, nuova occupazione, sviluppo di impresa.
Per quanto ci riguarda, come ho scritto e spiegato in tantissime occasioni, la Zona Economica Speciale (nel nostro caso, la ZES Adriatica, istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel settembre 2019) coinvolge ampie zone produttive di #Altamura (183,50 ettari, corrispondenti a tutta la zona industriale tipizzata come D dal piano regolatore lungo la strada per Gravina, v. prima immagine) e di #Gravina in Puglia (circa 10 ettari di aree della zona P.I.P., v. seconda immagine). Tali zone rientrano nella superficie già assegnata alla Puglia per questa ZES di poco più di 2600 ettari (ad Altamura, una delle estensioni maggiori di tutta la regione! v. Tabella nelle immagini 3 e 4).
👉 Una sintetica ricostruzione del lavoro di questi anni per raggiungere questo obiettivo, è nel mio post tre settimane fa, disponibile da qui:
❗ Mi limito a segnalare le novità più significative introdotte da quest’ultimo decreto. Riguardano:
– molto importante, il credito di imposta, già previsto, viene esteso anche all’acquisto di immobili strumentali all’impresa e viene elevato a 100 milioni di euro (dagli attuali 50).
– il profilo del governo delle Zes (con il commissario che sarà nominato dal governo d’intesa con le regioni e la creazione di una struttura amministrativa con personale dedicato, nonché il supporto dell’Agenzia per la Coesione);
– i procedimenti semplificati per infrastrutture, investimenti e attività (introduzione dell’autorizzazione unica, tempi perentori per pareri e intese, silenzio assenso);
– le procedure di gara per le infrastrutture (commissario possibile stazione appaltante, con procedimenti semplificati).
Su queste novità normative ci siamo soffermati una ventina di giorni fa, in una bella e agile conversazione con il prof. Ugo Patroni Griffi (Presidente dell’Autorità portuale del Mare Adriatico Meridionale), che organizzai con il grande staff di H-Hub Factory ItemHub (presso l’ex Stazione delle Ferrovie dello Stato)
👉 Dal seguente link, è disponibile la registrazione video:
📍 La Zona Economica Speciale è un importante obiettivo su cui sono stato molto impegnato negli anni scorsi. Ne ho seguito l’evolversi e gli sviluppi, passo dopo passo, per oltre tre anni, in particolare nella fase decisiva di individuazione e perimetrazione delle aree operate dalla Regione tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018. Uno dei tanti obiettivi che ho impostato e perseguito, dedicando tutte le energie a mia disposizione, con riferimento all’area della Murgia barese, ad Altamura in particolare, al pari delle numerose progettualità e risorse, per svariate decine di milioni di euro (solo su Altamura oltre 50 milioni di euro). Mi trovo costretto a sottolineare questo dato (è triste, poco elegante, parlare di sé!), solo perché continua, pur a distanza di tempo, l’azione sistematica di “oscuramento” del lavoro messo in campo e dei risultati conseguiti nei miei quattro anni in Regione (settembre 2016 – settembre 2020). Non ne comprendo razionalmente i motivi. Ne prendo atto. Solo, prima o poi, mi indurrà a un inevitabile cambio di passo nel rapporto con il dibattito pubblico e politico cittadino.

 

Tina Lorusso

Apprendo della morte di Tina Lorusso, funzionaria del Comune di Altamura. Sapevo, da alcuni giorni, da amici comuni, del peggioramento delle sue condizioni di salute. Persona estremamente riservata, di poche essenziali parole, ma generosa e instancabile. Punto di riferimento dei “servizi sociali” del Comune di Altamura per tantissimi anni. Per diversi anni ne ho apprezzato l’opera quotidiana in un campo difficile e delicato. Sempre senza risparmiarsi, fino alle ultime energie, sino a poche settimane fa. Volevo, qui, ancora una volta ringraziarla e omaggiare il suo lavoro. Un’ultima volta, salutarla, esprimendo vicinanza ai suoi familiari.