UN PATTO ISTITUZIONALE PER LA CITTÁ.

UN PATTO ISTITUZIONALE PER LA CITTÀ
Una Giunta di Salvezza Cittadina

Dinanzi ad un quadro politico completamente stravolto ed ormai fuori controllo, dinanzi alla fine della maggioranza politica che si affermò nell’ultima competizione elettorale, dinanzi alle tante emergenze e questioni di interesse collettivo da decenni in attesa di risposte, non resta altra strada che quella del coraggio e della determinazione.
È il momento di scelte di alto profilo istituzionale, di atti coraggiosi, sebbene dolorosi per qualcuno. Non è più possibile procedere nell’affannosa ricerca del 16° consigliere in aula, con metodi peraltro di mediocre consistenza politica fatta di prebende ed incarichi.
Nell’ultimo consiglio comunale (22 ottobre 2004) ho indicato un percorso, chiaro e comprensibile dalla città . Un patto istituzionale trasparente tra un sindaco eletto dalla maggioranza dei cittadini altamurani e il consiglio comunale, l’organo istituzionale più rappresentativo degli interessi e delle sensibilità  dell’intera collettività .
Ho invitato il Sindaco a presentarsi nel prossimo consiglio convocato per lunedì senza più l’attuale giunta, espressione di un accordo politico naufragato nel giro di due mesi, ed a proporre un patto istituzionale, con obiettivi ben precisi e tempi certi, che veda le massime e più rappresentative istituzioni (Sindaco e Consiglio comunale) impegnate nella soluzione delle principali questioni ed emergenze che interessano la città .
Ne indico qualcuna: adozione ed approvazione del Piano per gli insediamenti produttivi; la ripresa ed il completamento dei lavori di infrastrutturazione della vecchia zona industriale; l’adozione di una variante generale al piano regolatore che vada nella direzione di adeguare lo strumento urbanistico vigente al PUTT (piano urbanistico territoriale tematico adottato qualche anno fa dalla regione) ed alle recenti normative in campo ambientale (ZPS, SIC, Parco) e di prevedere strumenti innovativi di attuazione (ad esempio con il ricorso alla tecnica di pianificazione del comparto perequativo e con forme di urbanistica negoziale) che consentano di attrezzare davvero la città  con spazi verdi e strutture destinate alla collettività  come scuole, asili, centri culturali e sociali; l’adozione e l’attuazione del Piano urbano del traffico; la definizione dei rapporti con i soggetti proprietari e gestori del Teatro Mercadante affinché si possa garantire una reale ed effettiva fruizione collettiva di quel bene; l’adozione di iniziative amministrative che, nell’ambito dell’Autorità  di Bacino presieduta dal Sindaco Popolizio, diano rapida attuazione al piano regionale dei rifiuti così da agevolare la rapida chiusura dell’esercizio provvisorio dell’attuale discarica comunale di Via Carpentino e da definire una moderna gestione del ciclo integrale dei rifiuti; la riorganizzazione dell’apparato burocratico, in particolare di determinati settori che vivono da tempo situazioni di difficoltà  e ritardi di cui pagano le conseguenze i cittadini altamurani (v. ad esempio l’ufficio tecnico comunale); l’avvio di procedure concorsuali aperte e trasparenti per l’immissione nei ruoli dell’apparto burocratico comunale di figure professionali di alto livello che possano consentire un salto di qualità  nell’organizzazione e nell’efficienza della macchina amministrativa; il recupero di alcuni immobili che possono essere destinate ad attività  culturali e collettive (ex Mattatoio comunale, l’ex Ricovero dei Cappuccini, la struttura del Margherita di Savoia); l’adozione di regolamenti comunali attuativi dello statuto che consentano l’istituzione delle circoscrizioni, del difensore civico e dello strumento referendario comunale.
Un patto tra istituzioni che preveda, per la sua concreta attuazione, il coinvolgimento di poche (sei, il numero minimo previsto da legge e regolamento) figure di alto profilo politico e professionale in una sorta di Giunta di Salvezza Cittadina che sia garanzia delle forze e sensibilità  politiche presenti in consiglio comunale.
Ad un patto del genere non saranno pochi – credo – coloro che mostreranno attenzione e sostegno.

Altamura, 23 ottobre 2004

ENZO COLONNA
(consigliere comunale di Altamura)

SEQUESTRATA LA PUNTA PEROTTI DELLA MURGIA. UNA VITTORIA MUTILATA

UNA VITTORIA MUTILATA

di Enzo Colonna*

Si dirà : è una vittoria di quanti da anni esprimevano pesanti dubbi e segnalavano illegittimità  nella procedura di autorizzazione adottata dalla Provincia di Bari nel settembre 2000. Si dirà : erano dunque fondati gli interrogativi che sollevai, assieme a pochi altri, tre anni orsono nel consiglio comunale di Altamura, ripresi oltre un anno fa in un documento articolato in dieci punti indirizzato all’allora presidente Vernola (clicca qui per leggere il documento)e ribaditi, a beneficio della nuova amministrazione provinciale, dieci giorni addietro (clicca qui per leggere l’intervento pubblicato dalla Repubblica – Bari del 10 ottobre scorso).
Certo, la soddisfazione di affermare “giustizia si sta facendo” c’è tutta. Ma è la solita maledetta storia.
Chi aveva manifestato il proprio sconcerto, chi aveva posto interrogativi, chi li aveva raccolti traducendoli in documenti, volantini, denunce, inchieste giornalistiche, erano tutte persone convinte, con fiducia, che la soluzione dei problemi di natura pubblica e la gestione degli interessi collettivi percorressero le vie della Politica e dell’Amministrazione Pubblica.
Queste, però, si sono rivelate vicoli ciechi, occlusi da indifferenza, insensibilità  o ignavia. Le risposte sono state incerte ed evasive, frutto di mediazioni su materie non mediabili come il rispetto della legalità  e dell’interesse collettivo. Ad un avvio del procedimento di riesame dell’autorizzazione disposto da Vernola, sono seguite proroghe, nuovi termini (ben tre: prima l’11 giugno 2004, poi il 9 settembre, da ultimo il 6 febbraio 2005), supplementi di istruttoria, riunioni in cui si decideva di non decidere. Come l’ultima, di una settimana fa, in cui la Giunta provinciale “ha ribadito all’unanimità  la volontà  di proseguire nel riesame complessivo di tutte le procedure”. Camuffamenti linguistici, ellissi retoriche, che mal celavano l’incapacità  di decidere, di dare risposte e di assumersi la responsabilità  del governo, quale che fosse il loro contenuto.
Ecco allora che il tono della soddisfazione (che c’è tutta ed è piena) si colora di altre sensazioni: disagio, delusione, sconfitta. Sì, delusione e sconfitta.
A nulla, in questi anni, sono valse le ripetute sollecitazioni. È dovuto intervenire il giudice penale per chiarire (in un senso o nell’altro) tutta la vicenda. Finalmente chiarezza, si dirà !
Certamente. Ma troppo forte resta la delusione per l’inettitudine e l’incapacità  manifestate dalla Politica o, meglio, da un certo modo di fare politica e di essere amministrazione. Probabilmente questo episodio finirà  per fornire ulteriori spunti a conferma di tutti i peggiori e populistici pregiudizi e stereotipi sulla politica, costituirà  l’ennesima occasione per far ripetere “sono tutti uguali” e “nulla cambia”, l’ennesimo elemento di un quadro di diffusa rassegnazione, di paralizzante incertezza e di sfiducia verso la Politica e l’Amministrazione Pubblica.
A questa prospettiva di dichiarata, a volte ostentata, da qualcuno incoraggiata, impotenza, inedia dell’Agire Politico, sono ormai in molti a non volersi arrendere.
Si spiegano così le forme, anche variegate e contraddittorie, della mobilitazione civile. La domanda di politica prende altre strade, cerca altri riferimenti. Chi crede che “si possa cambiare”, non tutto e subito, ma almeno qualcosa ed anche lentamente, con la fatica e la pazienza dei gesti quotidiani, non attende più.
Intanto rassegniamoci: il mega-impianto è quasi ultimato, la Punta Perotti della Murgia è servita!

* consigliere comunale di Altamura

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La notizia così come riportata da www.ansa.it

AMBIENTE: SEQUESTRATA LA ‘PUNTA PEROTTI DELLA MURGIA’

(ANSA) – GRUMO APPULA (BARI) – E’ stato posto sotto sequestro dal corpo forestale dello Stato un grosso impianto di compostaggio, destinato a diventare il più grande d’Europa che è in via di ultimazione sulla murgia barese e che, secondo la procura di Bari, sarebbe stato costruito in violazione di norme ambientali e urbanistiche.
La costruzione dello stabilimento è pressoché ultimata: alcuni, con riferimento all’ecomostro sul lungomare di Bari, l’hanno gia’ definita la “Punta Perotti della Murgia”.
Il provvedimento di sequestro è stato adottato in via di urgenza dai pubblici ministeri presso il tribunale di Bari Roberto Rossi, Lorenzo Nicastro e Renato Nitti. Già  da mesi la magistratura barese ha avviato una indagine sull’ autorizzazione che la Provincia di Bari rilasciò nel 2000 per la costruzione dell’ impianto, della ‘Tersan-Prometeo’.
Lo stabilimento sorge a ridosso del Parco dell’Alta Murgia, sulla strada statale 96, nel territorio di Grumo Appula, in una zona di protezione speciale e sito di interesse comunitario: secondo il progetto, dovrebbe essere in grado di lavorare 800 tonnellate di rifiuti al giorno, trasformandoli in compost e fertilizzanti. Da tempo il megacantiere ha suscitato polemiche per la sua posizione, per la sua contiguita’ col parco nazionale della Murgia, per le sue dimensioni e per il tipo di autorizzazioni per le lavorazioni. Contro la realizzazione dell’impianto vi sono state diverse prese di posizione, con dichiarazioni e interrogazioni. Tra queste quelle di vari gruppi alla Regione, del Comune di Grumo Appula e del consigliere comunale di Altamura Enzo Colonna, indipendente.
Il Comune di Grumo Appula, in particolare, sostiene tra l’altro che l’ impianto di compostaggio è stato autorizzato a trattare rifiuti non compatibili con il processo di compostaggio, tra cui ‘fanghi contenenti cromo’. Il sequestro è stato disposto per violazione delle norme di tutela delle aree naturali protette e del paesaggio e delle leggi in materia urbanistica ed edilizia. La superficie sottoposta a sequestro, è estesa su oltre 68.000 metri quadrati, la cubatura realizzata è di 150.000 metri cubi.
Secondo quanto è risultato dagli accertamenti, nella zona sono stati eseguiti anche lavori di modifica dello stato dei luoghi, con sterri e riporti di scavo per 100.000 metri cubi circa. Il progetto (‘Prometeo 2000’) su cui indaga la magistratura e che ha ottenuto il lasciapassare da parte del comitato tecnico provinciale fu presentato da ‘Tersan Puglia e Sud Italia’, società  che da anni si occupa della lavorazione dei rifiuti. I due responsabili di quest’ ultima società , Silvestro delle Foglie e sua moglie, Sabina Cirone, assieme ad altre nove persone, sono tuttora indagati in una inchiesta relativa al traffico di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali sversati su 300 ettari di terreni (sotto sequestro dal settembre 2003) della Murgia barese, tra Altamura e Gravina in Puglia.
Sulla zona posta ora sotto sequestro, secondo gli investigatori, gravano vincoli di varia natura: vincoli urbanistici dal momento che è una zona rurale è un’area naturale protetta perché definita dalla normativa europea ‘zona di protezione speciale’ e ‘sito di interesse comunitario’; vincoli paesaggistici perché l’area è considerata nel Piano urbanistico territoriale della Regione Puglia ‘ambito territoriale esteso’ e, in parte, ‘ciglio di scarpata” e ‘area annessa a zona boscata’. [(ANSA). DAR
18/10/2004 19:00]

SEQUESTRATO L’IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI GRUMO

Per ricostruire la vicenda, vi consigliamo i seguenti link:

IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO: ENNESIMA PROROGA PER IL RIESAME DELL’AUTORIZZAZIONE (clicca qui)

GLI INGRATI E I RICONOSCENTI AL PRESIDENTE VERNOLA (clicca qui)

DAL TAR, VIA LIBERA AL MEGAIMPIANTO DI COMPOSTAGGIO (clicca qui)

IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO: AVVIATO IL RIESAME DELL’AUTORIZZAZIONE (clicca qui)

L’IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO PIU’ GRANDE D’EUROPA (clicca qui)

IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO: 10 DOMANDE AL PRESIDENTE VERNOLA (clicca qui)

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La notizia del sequestro come riportata www.gdmland.it

Grumo, sequestrato stabilimento di compostaggio

GRUMO APPULA (BARI) – Per violazione delle norme di tutela delle aree naturali protette e del paesaggio e alle leggi in materia urbanistica ed edilizia, il corpo forestale dello Stato ha posto sotto sequestro uno stabilimento in costruzione sulla strada statale 96, nel territorio di Grumo Appula, in una zona di protezione speciale e sito di interesse comunitario.
L’impianto dovrebbe servire per la trasformazione di rifiuti solidi urbani e speciali in compost e fertilizzanti e da tempo ha suscitato polemiche per la sua posizione, per la sua contiguità  col parco nazionale della Murgia, per le sue dimensioni e per il tipo di autorizzazioni per le lavorazioni.
La superficie sottoposta a sequestro, è estesa su oltre 68 mila metri quadri, la cubatura realizzata è di 150 mila metri cubi. Sono stati eseguiti anche lavori di modifica dello stato dei luoghi, con sterri e riporti di scavo per 100.000 di metri cubi circa.
Il provvedimento di sequestro è stato adottato in via di urgenza dai pubblici ministeri presso il tribunale di Bari Roberto Rossi, Lorenzo Nicastro e Renato Nitti.
Sulla zona sequestrata – secondo gli investigatori – gravano vincoli di varia natura: vincoli urbanistici dal momento che è una zona rurale e un’area naturale protetta perchè definita dalla normativa europea ’zona di protezione speciale’ e ‘sito di interesse comunitario’, vincoli paesaggistici perchè l’area è considerata nel Piano urbanistico territoriale della Regione Puglia ’ambito territoriale esteso’ e, in parte, ‘ciglio di scarpata’ e ‘area annessa a zona boscata’.
La grande area sequestrata sorge ai margini della statale che collega, attraverso la Murgia, la Puglia con la Basilicata e confina con un’ampia zona caratterizzata dalla presenza di formazioni forestali di latifoglie governate a ceduo e da pascoli naturali.
(18/10/2004 )

RIFIUTI DELLA CAMPANIA NELLE CAVITA’ DELLA MURGIA?!



ECCO ALCUNI STRALCI DEL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA DEL 27 LUGLIO 2004:









PRESIDENTE.
Può trattare entrambi i profili, esponendoci lo stato dell’arte, che poi comprende anche la vicenda degli impianti.



CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Campania. Come loro sanno, mi sono insediato i primi giorni di marzo 2004, dopo le dimissioni del governatore della regione Campania, presidente Bassolino. Negli uffici del commissariato di Governo ho trovato una situazione abbastanza confusa e precaria, perché proprio in quei giorni si stava abbattendo sull’intera regione Campania un’emergenza nell’emergenza: c’era grave difficoltà  nell’assicurare lo smaltimento dei rifiuti e quindi vi era il pericolo concreto che essi permanessero nelle strade di numerose località  e città  campane.

Tutto questo nel mese di marzo, cioè in prossimità  della Pasqua, una festività  che cadeva a metà  aprile, un periodo che registra forti presenze turistiche in particolare nelle località  della penisola amalfitana, della penisola sorrentina e nelle isole del Golfo di Napoli.

Immediatamente abbiamo dovuto occuparci, più che dei problemi amministrativi e contabili che pure erano tantissimi, di interventi mirati a consentire lo smaltimento dei rifiuti. È stata un’attività  difficilissima e già  in quei giorni ho potuto assistere ad alcuni fatti molto singolari: in provincia di Salerno praticamente non vi era alcuna discarica in funzione; in provincia di Caserta neppure; in provincia di Napoli si provvedeva attraverso l’invio di quasi tutto il tal quale nella discarica di Orvieto e per altre province come Benevento ed Avellino funzionava un trasferimento di rifiuti verso Bari, in un sito della Tersan Puglia, dove venivano avviati la FOS e i sovvalli. … (pag. 4 del resoconto ufficiale)







DONATO PIGLIONICA. Della struttura commissariale e dei suoi costi si favoleggia. Le risulta che alcuni soggetti pagati da tale struttura siano dislocati, per esempio, presso il Ministero dell’ambiente per cui sono in carico alla struttura commissariale ma lavorano da altre parti?
Ha anche detto che una certa quantità  di FOS va verso la Puglia e la Tersan. Però la FOS dovrebbe essere smaltita in discarica perché non credo che possa essere ulteriormente trattata per ricavarne compost, mentre la Tersan produce compost. Si tratta quindi di smaltimento in discarica o di affidamento per ulteriore lavorazione? Dico questo perché temo di sapere dove sia finita un po’ di FOS. … (pag. 12 del resoconto ufficiale)







CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Campania. … Secondo tutti gli accertamenti che abbiamo svolto finora, il CDR è diverso da quello che prevede il parametro contrattuale, ma non disastrosamente. Invece, è molto diversa la frazione organica stabilizzata (FOS), che viene ritenuta quasi un rifiuto tal quale. La FOS, quando l’abbiamo mandata a Bari, veniva utilizzata per il compostaggio. Evidentemente la Tersan, che io feci chiudere quando ero prefetto di Bari, riceveva i rifiuti da molto tempo e pare che li utilizzasse per le cavità  delle Murge.



DONATO PIGLIONICA. Per i terreni!



CORRADO CATENACCI, Commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Campania. È di tutta evidenza, quindi, quale fosse la qualità  della FOS. … (pagg. 15 e 16 del resoconto ufficiale)<





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E’ POSSIBILE LEGGERE E SCARICARE IL RESOCONTO INTEGRALE CLICCANDO QUI (in formato .PDF)




L’olio di ricino telematico

Indymedia, che i giornali con le consuete semplificazioni descrivono come un sito “no-global”, è un portale internazionale di contro-informazione (Indipendent Media Center) che anche noi abbiamo varie volte utilizzato come fonte di notizie altrimenti introvabili: ad esempio per la storia della bandiera italiana a Nassiriya e per la documentazione fotografica della contro-convention di New York. Il sequestro degli hard-disk, che ha causato l’oscuramento, fra l’altro, della versione italiana di Indymedia è di un’estrema gravità  per la libertà  di espressione perpetrata da un paese in cui la libertà  di parola è un assunto costituzionale.

Non essendo né un sito pedofilo, né filo-terroristico non esiste alcun presupposto legale per la richiesta di un sequestro, per di più all’estero, sulla base di valutazioni assolutamente soggettive (a cui attiene il caso, ad esempio. della “diffamazione”). A questo si aggiunga che gli agenti non hanno esibito alcun mandato di sequestro che rendesse noto quali siano le accuse avanzate.

La gravità  intimidatoria dell’atto, che comporta la sospensione a tempo inderminato dei servizi informativi, può essere paragonata solo al sequestro, di fascistissima memoria, di un giornale, magari con l’aggiunta di po’ di olio di ricino ai giornalisti indisciplinati.

La Fnsi, Federazione Nazionale della Stampa, per bocca del suo segretario Paolo Serventi Longhi, così come la Ifj, Federazione giornalistica internazionale che rappresenta più di 500 mila giornalisti in oltre cento Paesi) ritiene che siamo di fronte a “un’intollerabile e invasiva operazione internazionale di polizia contro una rete specializzata nel giornalismo indipendente”.

Ed è difficile credere all’estraneità  del governo italiano ascoltando i commenti alla vicenda degli esponenti della maggioranza.
Per Francesco Giro (Forza Italia), “L’oscuramento di Indymedia era scontato, visto che a carico di questo sito internet erano in corso inchieste da Brescia, Bologna, Bari, Napoli, Salerno. La sinistra invece di versare lacrime di coccodrillo, avrebbe forse fatto meglio a sollecitare Indymedia a moderare i toni talvolta gravemente diffamatori verso l’Italia e le sue istituzioni”.
Esulta anche Mario Landolfi (An) che, già  pochi giorni dopo l’eccidio di Nassiriya nel novembre 2003, aveva chiesto al governo di chiudere il sito per rappresaglia per i commenti sui militari italiani pubblicati da Indymedia.

Visto che abbiamo pubblicato allora le stesse notizie di Indymedia, nella logica perversa di intendere la libertà  di stampa di questa destra, anche Socialdesignzine è a rischio chiusura.
“Oggi l’informazione è sovversione”. Solidarietà  a Indymedia.