–
–
COMUNICATO STAMPA
–
Altamura, 19 giugno 2003
–
Con nota del 3 giugno 2003 la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le politiche comunitarie, ha convocato il Comune di Altamura e la Regione Puglia “per l’esame di talune questioni controverse che, a parere della Commissione Europea, sollevano problemi di compatibilità con le disposizioni comunitarie”?.
La Commissione Europea, sulla scorta della denuncia per infrazione promossa nell’autunno 2002 dal Coordinamento per lo sviluppo e la qualità della vita, ha richiesto informazioni all’Italia poiché “il Comune di Altamura avrebbe concluso, attraverso plurime deliberazioni ”¦ accordi di programma per circa 100 interventi edilizi di tipo industriale ”¦ la gran parte dei quali ricadrebbe all’interno della ZPS (ndr Zona di protezione Speciale) e SIC (ndr Sito di Importanza Comunitaria) Murgia Alta IT912007. ”¦ L’insieme degli accordi suindicati rappresenterebbero, per qualità e quantità , una vera e propria variante al piano regolatore ”¦ Non sarebbe stata effettuata alcuna valutazione dell’incidenza del piano sulla ZPS. Inoltre, il piano sarebbe stato approvato sebbene suscettibile di pregiudicare l’integrità del SIC e i suo mantenimento in uno stato di favorevole conservazione”?.
In sostanza come già sostenuto dal Coordinamento cittadino, in varie sedi ed anche a mezzo di un formale “atto di invito per l’esercizio del potere di autotutela amministrativa”? al Comune ed alla Regione dell’8.10.2002, gli accordi di programma ad Altamura non hanno costituito uno strumento eccezionale di pianificazione urbanistica ma un generale grimaldello per trasformare terreni agricoli in zone industriali ”“ sebbene Altamura fosse già ben dotata di aree libere da destinare agli insediamenti produttivi.
Sappiamo bene che non si tratta del parere motivato con cui la Commissione Europea chiude la fase pre-contenziosa del procedimento per infrazione agli obblighi comunitari, ma per noi rappresenta un primo passo per ottenere quella tutela, della legalità e dell’ambiente, che da più parti è stata negata. Riteniamo che sarebbe stata preferibile una chiara scelta politico-amministrativa da parte dell’Amministrazione comunale per fermare la valanga di accordi programma che ha invaso il Comune, piuttosto che l’intervento di altre Istituzioni. Tuttavia non possiamo non rilevare come vi sia una sostanziale conferma delle nostre ragioni nel dire no agli accordi di programma attuati con quelle metodologie.
Alla luce di questa determinazione della Commissione Europea rileviamo anche l’inutilità di mettere fuori dal Parco dell’Alta Murgia la zona interessata dagli accordi di programma e l’invenzione di una zona A3, all’interno dello stesso Parco, allo scopo di salvaguardare l’interesse di pochi imprenditori.
–