ZES ADRIATICA, FIRMATO IL DECRETO DI ISTITUZIONE. PORTATO A COMPIMENTO UN GRANDE LAVORO.

Apprendo con grande soddisfazione la notizia della firma, da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, del decreto di formale istituzione della ZES Interregionale “Adriatica”. Si tratta di un passaggio formale, atteso da tempo, che conclude il complesso e articolato percorso burocratico condotto dalla Regione Puglia da quasi due anni e finalizzato a offrire una grande opportunità di crescita economica e occupazionale ai territori interessati da questa realtà che potranno beneficiare di significativi vantaggi per sostenere e incentivare il sistema produttivo.

La Zona Economica Speciale Adriatica, ricordo, costituisce una delle due macroaree geografiche del territorio regionale (l’altra è quella “Jonica”, per cui il DPCM di formale istituzione è stato sottoscritto qualche settimana fa), collegate a una o più aree portuali, per le quali sono previste specifiche misure (benefici fiscali, incentivi, semplificazioni amministrative) finalizzate a creare un contesto orientato alla crescita di imprese, all’attrazione di investimenti, all’incremento di scambi commerciali ed export.

La ZES Adriatica (il cui iter di istituzione seguo, passo passo, sin dall’inizio: ad esempio, v. qui o anche qui qui oppure leggi qui) è connessa, per quanto riguarda la Puglia, ai porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Molfetta, Monopoli e Brindisi (nonché agli snodi logistici degli aeroporti di Bari, Brindisi e Foggia, dell’interporto regionale della Puglia, della piattaforma logistica di Incoronata) e comprende superfici pari a circa 2889 ettari che, oltre alle aree portuali e aeroportuali, include:

  • il polo di Foggia (con la zona industriale di Manfredonia e l’agglomerato ASI Foggia-Incoronata);
  • il polo di Barletta (con la zona industriale di Barletta);
  • il polo di Bari (con la zona P.I.P. di Bitonto, l’agglomerato ASI Bari-Modugno, la zona industriale di Altamura, la zona P.I.P. di Gravina, le zone industriali di Monopoli e Molfetta);
  • il polo di Brindisi (con le aree ASI di Brindisi, Fasano e Ostuni);
  • il polo di Lecce (con le aree ASI di Lecce-Surbo, Galatina-Soleto, Nardò-Galatone, le zone industriali di Casarano e Matino, il centro intermodale di Melissano).

La Regione ha promosso la creazione di questa ZES come strumento per facilitare l’attrazione di investimenti diretti, promuovere la crescita della competitività delle imprese, l’incremento delle esportazioni, la creazione di nuovi posti di lavoro e il più generale rafforzamento del tessuto produttivo.

Sono molteplici gli strumenti previsti a questo scopo: semplificazioni amministrative, credito d’imposta sugli investimenti, esenzione IRAP, esonero quota comunale IMU per i proprietari degli immobili ricadenti nelle aree ZES, esonero TASI (sempre per la quota destinata ai Comuni) per i possessori e detentori di immobili nelle medesime aree, esclusione di addizionali comunali TASI, esenzione dalle spese istruttorie connesse alla realizzazione degli interventi in tali aree.

Con la definitiva approvazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri siamo davvero alla vigilia della piena operatività di questo importante strumento che interesserà anche ampie aree produttive del territorio della Murgia barese. In particolare, di Altamura (183,50 ettari, la zona industriale, tipizzata come D dal piano regolatore, che insiste sulla strada statale 96 per Gravina) e Gravina (circa 10 ettari di aree della zona P.I.P.).

Ora, così come previsto dal Piano Strategico della ZES approvato dalla Giunta regionale e recepito dal governo nazionale, spetterà anche ai Comuni coinvolti nel perimetro della Zona Economica Speciale adottare misure di sostegno, ad esempio quelle finalizzate a ridurre il carico fiscale locale per le imprese, in modo da integrare queste misure con quelle previste a livello regionale e nazionale. Sotto altro profilo auspico che i Comuni intervengano fattivamente per semplificare e sburocratizzare i procedimenti amministrativi previsti a livello locale in modo da renderli più celeri, efficaci e più rispondenti alle reali esigenze delle imprese e, in diverse realtà, per rendere il più accessibile possibile, per nuovi investitori, la disponibilità di aree sotto il profilo economico e infrastrutturale.

Solo in questo modo, infatti, con una piena assunzione di responsabilità da parte di tutti i livelli istituzionali coinvolti (che si traduca presto in iniziative concrete in favore del sistema produttivo), la ZES potrà effettivamente creare occasioni di crescita e di sviluppo per i territori interessati.

Nel frattempo, i Comuni di Altamura e Gravina in Puglia hanno ottemperato proprio in questi ultimi giorni alla richiesta formulata dalla Regione Puglia e rivolta a tutti gli enti locali inseriti nella perimetrazione della ZES, di trasmettere alla Sezione “Attività Economiche, Artigianali e Commerciali” l’elenco preciso delle aree interessate, con i riferimenti catastali pertinenti e tutti i dati identificativi necessari, in modo da poter compiere una ricognizione completa e certa dei territori coinvolti.

La Regione Puglia, assieme ai dati di tutti gli altri comuni coinvolti, potrà trasmetterli al Dipartimento Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in modo da determinare con precisione e chiarezza tutti i territori ricompresi nella ZES e permettere alle imprese ivi insediate di poter beneficiare, forse già a partire dalla fine di settembre (come ci si propone di fare a livello ministeriale, v. qui), del credito di imposta per gli investimenti realizzati nelle aree perimetrate.

Tra l’altro, come ho già segnalato nelle settimane scorse, si potranno aggiungere altre aree di altri comuni grazie al bando recentemente approvato dalla Giunta regionale e pubblicato sul BURP n. 84 del 25 luglio che prevede di estendere le aree già perimetrate, pari a 2.628 ettari, con l’assegnazione agli enti locali interessati, a seguito di apposita procedura comparativa, di ulteriori aree disponibili e non assegnate pari a 261,10 ettari.

A questo proposito ribadisco il mio auspicio affinché ci sia la partecipazione a questo bando da parte dei Comuni della Murgia barese, a partire da Gravina in Puglia (con la proposta di inserimento delle altre aree della zona PIP), Grumo Appula (la zona PIP lungo la statale 96, all’altezza della stazione di Mellitto), Santeramo in Colle (ma anche Acquaviva delle Fonti, Toritto, Gioia del Colle, Corato, Cassano Murge, Poggiorsini) a cui, oltre un anno e mezzo fa, avevo indirizzato una mia sollecitazione da cui si era sviluppata una iniziativa finalizzata all’inserimento dell’area murgiana nel perimetro della ZES Adriatica.

Purtroppo, come ho già avuto modo di evidenziare, nel corso dell’istruttoria alcune delle aree o non erano state proposte o non erano adeguatamente accompagnate da supporti informativi e documentali e, pertanto, erano state escluse dalla perimetrazione iniziale della ZES.

Ora, però, quella progettualità può essere ripresa e valorizzata, grazie all’opportunità fornita da questo bando della Regione Puglia, in modo da completare il lavoro già avviato e fornire un’occasione ulteriore di sviluppo ad un territorio ampio come quello della Murgia barese che esprime un tessuto economico e imprenditoriale particolarmente vivace.

Sarebbe il completamento di un progetto di grande rilievo strategico in grado di accompagnare le aziende già presenti nei loro percorsi di crescita e di rilanciare lo sviluppo del territorio.

Ringrazio, infine, per l’importante lavoro svolto e per la grande dedizione profusa nella definizione di un percorso di tale complessità che, oggi, finalmente vede il suo completamento, il Presidente Michele Emiliano e l’Assessore allo Sviluppo Economico, Cosimo Borraccino (e il suo predecessore Michele Mazzarano), il Direttore del Dipartimento “Sviluppo Economico e Innovazione”, Domenico Laforgia, la Dirigente della Sezione “Attività Economiche”, prima Teresa Lisi e ora Francesca Zampano, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, Ugo Patroni Griffi, oltre che la qualificata Task Force impegnata nell’elaborazione del Piano Strategico della Zona Economica Speciale.

ENZO COLONNA