SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

Tagliare di un terzo i parlamentari perché così risparmiamo qualche decina di milioni di euro all’anno è come decidere di non mandare i figli a scuola per risparmiare un paio di centinaia di euro. Desolazione, sconcerto, ribrezzo, vergogna, dinanzi a questi argomenti e a tanta ipocrisia.
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Tagliare di un terzo i parlamentari significa dare ancor più potere a segretari di partito o movimento e capicorrente (quelli che “nominano” gli eletti). Significa tagliare la democrazia, sia la rappresentanza politica (probabilmente se una forza politica non ottiene l’8-10% dei consensi, non esprime alcun parlamentare), sia quella territoriale (in Puglia, ad esempio, i senatori passerebbero da 20 a 13, gli onorevoli da 42 a 27 forse). Un’ulteriore e drastica riduzione, già pesantemente segnata dalle ultime leggi elettorali, della capacità e necessità di rappresentare aree interne, centri periferici e lontani dai luoghi centrali e di predilezione della politica.

Ci si lamenta per l’assenza nel consiglio metropolitano (ex provinciale) di un rappresentante di Altamura e non ci si avvede di quello che questa misera riforma costituzionale ci riserverà. È già dura quando ci sono, ma se un territorio, come il nostro (la Murgia, l’entroterra barese), non ha rappresentanti in parlamento, come pure in consiglio regionale, poca speranza ha di conquistarsi attenzione e risultati importanti, risorse, infrastrutture. Altro che le chiacchiere!

enzo colonna