A CHI E PER COSA, LE RISORSE PER L’EMERGENZA.

Alcuni di voi mi hanno chiesto chiarimenti sull’ultimo stanziamento della Regione, approvato ieri, per l’emergenza Covid-19 [avevo scritto qui ieri sera].
Tali risorse non vanno direttamente ai singoli, ma sono trasferite ai Comuni che poi provvedono a destinarle a seconda delle esigenze e priorità.
Non so quante risorse dei propri bilanci o acquisite con donazioni i Comuni possano mettere a disposizione per mitigare, pur di poco, gli effetti economici e sociali causati dall’emergenza.
Conosco le risorse assegnate sinora, per tale finalità, dalla Regione ai Comuni. Tra la prima erogazione, di un mese fa circa, e la seconda approvata ieri dal Consiglio regionale, sono in tutto 21 milioni. Ci sono state anche le risorse stanziate dal Governo nazionale.
Per fare alcuni esempi: Altamura ha ottenuto solo dalla Regione circa 368.000 euro; Gravina 246.000; Santeramo 140.000; Cassano 76.000; Poggiorsini 8.000.
Le somme stanziate dalla Regione sono finalizzate ad affrontare le prime necessità della parte della popolazione più sofferente: buoni spesa e bollette, ad esempio; ma anche, aggiungo, canoni di locazione, servizi per l’infanzia, come ho ribadito ieri in consiglio regionale; ancora, sempre ieri, con un emendamento di un collega, si è fatto riferimento agli studenti fuorisede; e altro ancora.
Insomma, i comuni possono prevedere diversi interventi. Ne segnalo un paio, secondo una mia personale opinione:
– una quota dovrebbe essere destinata per buoni spesa;
– una quota per buoni destinati alla fruizione di servizi per l’infanzia (ad esempio, servizi educativi, sportivi o ludici da fruire con prestazioni individuali a domicilio o all’aperto) e su questo fronte ci sono anche risorse ben più consistenti dei piani sociali assegnate da Regione e Ministero per il Welfare;
– un’altra quota ancora, ad esempio, per contributi sui canoni di locazione delle attività che, più di altre e più a lungo, stanno subendo il fermo.
Sono solo alcuni esempi. Considerato il fabbisogno reale, anche quello non visibile dalla “documentazione ufficiale”, e considerate tutte le risorse complessivamente a disposizione (anche quelle dell’ambito territoriale sociale) non certo clamorose, ma comunque significative, la questione è
individuare delle priorità e per ciascuna dedicare le risorse disponibili.