STAGIONE TEATRALE al Cosmo!

Il Cine-Teatro COSMO di Altamura organizza la prima rassegna teatrale intitolata “METTIAMOCI IN… PROSA!” (Ilteatroateatro!), coadiuvato dal direttore artistico Arch. Silvano Picerno. La rassegna debutta il 23 Marzo con Gianni Ciardo in “SUCCESSO”, regia di Gianni Ippolito, in replica anche il 24 marzo, uno spettacolo fuori abbonamento. Gianni Ciardo fa questo spettacolo su… quel posto lì!… Una situazione talmente assurda da risultare vera. Uno spettacolo esilarante e coinvolgente per la sua comicità  e per la naturalezza con cui lo spettatore entra nella storia. La trama non è svelabile perché contiene tutte le caratteristiche di un giallo. A partire dal 2 Aprile fino al 10 Maggio, ogni venerdì, sabato, domenica e lunedì (tranne la settimana santa) si succederanno 5 spettacoli teatrali, di cui è possibile acquistare l’abbonamento fin da ora. Il primo sarà  una commedia con i gravinesi Peppino Zuccaro e Gianni Tullo dal titolo “U PAIANOTTE”, per la regia di Gianni Tullo. Commedia dialettale tratta da Eduardo, in cui il protagonista, doppiamente colpito dall’invidia per la vincita straordinaria del suo fortunatissimo impiegato e dalla pretesa di costui di diventare suo genero, si impadronisce del biglietto del Lotto e si rifiuta di pagare. Da questo colpo di teatro ha inizio l’avventura psicologica, soggettiva e corale, del sogno conteso. Dal 16 Aprile sarà  di scena la compagnia teatrale Pecora nera di Modugno in “LA STAZIONE” di Umberto Marino per la regia di Michele Bia. In questo testo teatrale, da cui è tratto l’omonimo film di Sergio Rubini, si incontrano psicologie così diverse e lontane che possono attrarsi fin quasi a mutarsi reciprocamente. Questo gioco viene vissuto in uno spazio neutro che una notte burrascosa ha privato del tempo. Ma la fine della pioggia ed il giungere del mattino sciolgono le trame tessute dai personaggi nel corso della notte. Dopo la pausa pasquale, dal 23 Aprile la BANDA degli onesti debutterà  nel suo nuovo lavoro “UOMINI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI” di Alessandro Capone e Rosario Galli, per la regia di Silvano Picerno. Una ripresa di uno spettacolo già  proposto 4 anni fa in cui quatto amici si vedono ogni lunedì per giocare a poker. Una sera uno di loro arriva, dopo una lite con la moglie, fuori di sé, al punto che è impossibile giocare. Ad un tratto, però, uno di loro ha un’idea: chiamare una “signorina”! Arriva così lei: una ragazza bellissima e i quattro perdono la testa, ognuno a modo suo. Però alla fine si rivelerà  essere qualcosa di diverso… Dal 30 Aprile torna ad Altamura, dopo il grande consenso estivo, la Piccola Ribalta di Bari in “SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA” di Ray Cooney per la regia di Franco Spadaro. Filo conduttore di questa intricatissima ed intelligente commedia, l’avventura extra coniugale di un Onorevole e la maldestra complicità  del suo segretario, involontario amante di sua moglie. La vicenda, che spazia tra la camera 648 e la 650 di un hotel, porterà  i protagonisti al centro di un divertente gioco tra una porta che si apre ed una che si chiude! Chiude la rassegna una replica a grande richiesta de la BANDA degli onesti con “CUSSE E L’ALTU MUNNE” di Silvano Picerno e Ninì Riviello, per la regia di Silvano Picerno a partire dal 7 maggio. Prima e dopo la morte, l’aldiqua e l’aldilà , questo e l’altro mondo… Spettacolo di teatro, musica e poesia. Primo atto ambientato nel 1799, protagonista una famiglia popolana altamurana, in una vicenda tragi-comica. Secondo atto un monologo, prova d’attore con l’interpretazione di ben 18 personaggi! Il tutto con la musica dal vivo degli Aristogatti. Il botteghino del Teatro Cosmo (Via Bormida, 55 – Tel./fax 080 3118393 – www.cosmopolisonline.com – info@cosmopolisonline.com) sarà  aperto dalle 11,00 alle 12,00 e dalle 19,00 alle 22,00 tranne il martedì. 
Tutte le rappresentazioni avranno i seguenti orari: serali: porta ore 20,30 – sipario ore 21,00; domenica pomeriggio: porta ore 16,30 – sipario ore 17,00.


La Banda degli Onesti


 

Il mercato del sabato: a quando una soluzione?

Attualmente questo evento si tiene nel quartiere di Via Manzoni. E’ molto facile capire che la scelta di questa amministrazione di spostare il mercato in questa zona è stata pessima: non esiste un bagno pubblico, non ci sono fontane funzionanti per dissetarsi, il controllo della Polizia Municipale avviene solo nelle parti estreme del mercato, a quanto pare vi sono degli abusivi e, ciliegina sulla torta, se si attraversa quella zona all’orario di chiusura ci si imbatte in quintali di rifuti lasciati per terra dagli ambulanti.


Il quartiere non ne può più di questa situazione. Dov’è la qualità  della vita promessa dalla Popolizio in campagna elettorale?


Da anni si parla dell’individuazione di un’apposita area mercatale: quanti anni ancora dovremmo aspettare per veder nascere una simile opera?


Mi rivolgo al consigliere comunale Enzo Colonna, persona attenta alle problematiche di questa città  (più di qualche altro politicante!) e che so essere un assiduo frequentatore di questo sito: provi a portare all’attenzione della giunta questo problema… so che è difficile essere ascoltati (vedi il Contratto di Quartiere, lasciato nel dimenticatoio!) ma un tentativo si può fare… Grazie.


Seguono approfondimenti sul prossimo numero di Free.


Giuseppe CLEMENTE (redattore periodico Free)


 

Capre, cavoli e cannoni

ANGELO MASTRANDREA
INVIATO AD ALTAMURA (Bari)
Immagina di essere un turista che vuole visitare il parco dell’Alta Murgia. Che cosa riusciresti a vedere oggi?». Bandiere rosse che non segnalano la presenza di comunisti bensì di militari che sbarrano l’accesso alle stradine che si inerpicano per le murge; il Pulo, spettacolare fenomeno carsico proprio al centro di uno dei cinque poligoni militari e del parco, occasionalmente raggiungibile perché evidentemente non si tratta di un’esercitazione di grossa portata; un cartellone turistico della provincia di Bari utilizzato come target e bucherellato di proiettili; qua e là  piccole discariche abusive; un gruppo di agricoltori che mostra dei fogli a dei militari in divisa. «Sono i proprietari dei terreni che si fanno firmare le richieste di indennizzo per la giornata lavorativa persa». Tutto qua. Il resto, per oggi come per altri otto giorni nel mese di marzo, è zona interdetta. Mario Clemente, attivista locale del comitato Altra Murgia, mostra un foglio del comando militare con le disposizioni precise e le coordinate dei luoghi che saranno di volta in volta inaccessibili. «Questo per il mese di marzo, agli inizi di aprile faranno un’analoga comunicazione e così via, per almeno 180 giorni all’anno». Centottanta giorni in cui parti più o meno consistenti del neonato Parco rurale dell’Alta Murgia saranno interdette. «20 mila ettari di servitù militari, oltre il 50 per cento di pascolo spietrato, 400 ettari avvelenati da materiali tossici, abusivismo edilizio, discariche illegali, laghetti artificiali e 40 km di canalizzazioni inutili», denuncia il comitato, esempio di come il sentimento pacifista possa concretizzarsi in una pluriennale battaglia sul territorio contro la militarizzazione della Murgia e saldarsi con l’ambientalismo.

«Abbiamo cominciato nell’83, quando con una delibera regionale 14 mila ettari di territorio furono destinati a poligoni militari permanenti nonostante l’esercito ne avesse chiesto uno solo», racconta Piero Castoro, animatore del centro studi Torre di Nebbia, che prende il nome dal più grande dei cinque poligoni e che tra qualche mese sposterà  la sua sede in una masseria proprio al centro del parco. Eccesso di zelo dei politici pugliesi o chissà  quali interessi? Sta di fatto che la mobilitazione popolare che tuttora tiene insieme giovani francescani e comunisti, amministrazioni locali e Legambiente, nasce da lì. E prende piede l’idea di una marcia della pace, da Gravina ad Altamura, che dalla prima edizione dell’85 all’ultima dell’8 novembre scorso vedrà  sfilare decine di migliaia di cittadini comuni, sindacati e forze politiche, don Tonino Bello e Alex Zanotelli. Sarà  così che i poligoni da permanenti si trasformeranno in temporanei, e che l’idea del parco comincerà  a farsi strada tra l’opposizione della Coldiretti locale, di «cavatori» e cacciatori, e ovviamente dei militari. Solo il 5 marzo scorso arriverà  il via libera del consiglio dei ministri. «Ma si tratta di una vittoria mutilata», dicono i promotori. Perché lima a destra, lima a sinistra, e il perimetro è stato ridotto da 90 a 68 mila ettari, «con una linea di confine che segue alcune proprietà  private»; e soprattutto nell’area protetta vengono fatti rientrare due poligoni più buona parte dei restanti tre. «Sono compatibili con il parco», secondo il ministro dell’ambiente Matteoli. «Ma come si possono conciliare i cannoni con un ecosistema così delicato?». E poi, «i turisti che vogliono visitarlo dovranno scansare i proiettili?», ribatte Cordaro. La particolarità  dei poligoni delle Murgie è che non si tratta di aree militari, bensì di proprietà  private che di volta in volta vengono temporaneamente espropriate per le esercitazioni. Con il risultato che «un agriturismo non può accettare prenotazioni perché non sa se quel giorno potrà  essere aperto o meno», e che spesso si spara anche durante la mietitura del grano, con il quale si produce un pane particolare esportato in mezza Italia. E si racconta che fiocchino le richieste di indennizzi per pecore accoppate e masserie cannoneggiate, spesso con la compiacenza di pastori e agricoltori.

Tra gli attivisti dell’Altra Murgia, che hanno adottato come simbolo proprio una pecora stilizzata, ci sono pochi dubbi sulla guerra in Iraq e tante perplessità  sulle divisioni a sinistra sul ritiro delle truppe dal Golfo, diversi comuni erano presenti con i gonfaloni alla grande manifestazione romana del 15 febbraio scorso e in tanti hanno accolto ieri la carovana della pace, impegnata nel tour pugliese. Appuntamento a Poggiorsini, dove c’è una polveriera militare e gli attivisti denunciano la presenza di sei bunker e di scorie nucleari.

«Abbiamo avuto informazioni da civili che hanno lavorato lì dentro, ma non hanno mai concesso a nessuno, nemmeno ai parlamentari, di entrare», spiega Cordaro. Il sito è stato inoltre selezionato dall’Enea tra quelli che potrebbero ospitare il sito unico delle scorie nucleari, e proprio qui lo scorso settembre sono stati sequestrati 400 ettari di terreno in cui la Tersan, società  che era stata autorizzata dalla regione a trattare i fanghi provenienti da depuratori pubblici per ricavarne fertilizzante per l’agricoltura, veniva a scaricarli abusivamente insieme a rifiuti ospedalieri. Dalle analisi chimiche effettuate su acqua e terreno sono risultate grandi quantità  di cadmio, piombo e cromo, mescolati a siringhe sporche, plastica e altri rifiuti. Proprio l’altro ieri i due amministratori della Tersan, Silvestro Delle Foglie e sua moglie Sabina Cirone sono stati condannati l’uno a un anno e due mesi e l’altra a sette mesi di reclusione per violazione delle norme sullo smaltimento dei rifiuti, di quelle sull’inquinamento atmosferico e per frode nell’esercizio del commercio per aver venduto come compost quello che era un rifiuto, destinandolo all’agricoltura.

Ma la preoccupazione maggiore dei «pacifisti verdi» dell’Altra Murgia riguarda il ridispiegamento delle forze Usa e Nato nel Mediterraneo, che vede la Puglia sempre più come terra di frontiera. «Che ruolo avremo nella nuova pianificazione militare Nato? Quale sarà  il rapporto con la nuova base di Taranto?».

FONDI STATALI “8 PER MILLE”? A DISPOSIZIONE PER IL RECUPERO DI BENI CULTURALI


 


 


 


 


 


 


 


All’attenzione  del Sindaco


e della Giunta comunale


 


Palazzo di Città  – Altamura


 


 


 


Oggetto: Fondi statali “8 per mille”? a disposizione per il recupero di beni culturali. Il Comune presenti un suo progetto.


 


 


Egregi Signori,


 


con la presente vi segnalo un’ulteriore opportunità  per il nostro Comune di reperimento di risorse finanziarie esterne disponibili per iniziative e progetti altamente qualificanti.


Preliminarmente colgo l’occasione per ricordare a voi ed a me stesso che l’ultima (clicca qui) mia segnalazione o sollecitazione (a differenza di altre precedenti che hanno avuto buon esito: ad esempio, quella relativa ai fondi regionali destinati all’edilizia scolastica che ha visto il Comune beneficiare di cospicue risorse; quella sui fondi per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici; quella sui fondi eco-tassa ai quali il Comune ha, con ottime probabilità  di successo, candidato il piano di caratterizzazione e poi di bonifica della discarica dismessa della Graviscella) non ha sortito, ad oggi e ad appena quattro settimane dalla scadenza del relativo termine (6 aprile 2004), alcun tipo di riscontro: mi riferisco al bando regionale per i finanziamenti destinati ai piani di riqualificazione di quartieri degradati denominati “Contratto di Quartiere II”?.


Tale indifferenza (per altre considerazioni clicca qui) da parte vostra mi rammarica sul piano personale e politico-amministrativo, legittimando due domande di senso. Sul piano personale: quale è la funzione di un consigliere comunale, quale è il suo ruolo se non è quello della proposta e del consiglio appunto (nomina consequentia rerum) e quindi, banalmente e prosaicamente, cosa ci sta a fare in un contesto politico ed amministrativo di questo tipo? Sul piano politico ed amministrativo: quale è il senso dell’essere Amministrazione Pubblica, quale è il rapporto tra programmi (e promesse) elettorali e governo cittadino, se cioè i primi siano strumentali e funzionali al secondo o se, come credo, il secondo sia strumentale e funzionale alla realizzazione dei primi? In termini più banali e prosaici, cosa ci stiamo (o state) a fare al Governo della Città ?


Fatta questa premessa, torno al merito di questa mia nota.


Il 15 marzo 2004 è il termine ultimo per la presentazione delle domande di accesso alla ripartizione della quota dell’otto per mille a diretta gestione statale. Possono presentare istanza di accesso alla ripartizione tutti i soggetti pubblici (pubbliche amministrazioni, persone giuridiche pubbliche ed ogni altro ente pubblico), e le persone giuridiche private (associazioni, fondazioni, ONLUS, ecc.).


All’indirizzo: www.governo.it/Presidenza/DICA/ottopermille/aggiornamento/index.html


sono pubblicate tutte le informazioni sull’argomento, così come sono state definite da un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 dicembre 2003.


Tra la documentazione disponibile è possibile trovare lo schema di domanda da presentare e la documentazione tecnica da allegare, la normativa e le f.a.q., ossia una serie di domande e risposte più frequenti relative al procedimento di diretta gestione statale della quota dell’otto per mille dell’irpef.


Tra gli interventi ammessi sono contemplati quelli di conservazione di beni culturali, in particolare quelli rivolti al restauro, alla valorizzazione, alla fruibilità  da parte del pubblico di beni immobili o mobili, anche immateriali, che presentano un particolare interesse architettonico, artistico, storico, archeologico, etnografico, scientifico, bibliografico ed archivistico.


Poiché i termini ancora a disposizione sono brevissimi, appena una settimana ancora, vi segnalo, a titolo di mero suggerimento, la possibilità  di candidare al finanziamento un progetto che fu predisposto e fu candidato, all’inizio del nostro mandato amministrativo, ai finanziamenti destinati al recupero di beni culturali e storici derivanti dal gioco del Lotto. Si trattava di un progetto di recupero e rifunzionalizzazione del complesso dell’ex Monastero annesso alla Chiesa di Sant’Agostino, meglio conosciuto come il Vecchio Mattatoio comunale.


Resto in attesa di un vostro riscontro e vi auguro buon lavoro.


Altamura 8 marzo 2004


 


enzo colonna


consigliere comunale

ISTITUITO IL PARCO: LE VALUTAZIONI DEI COMITATI ALTA MURGIA E DI LEGAMBIENTE

Il documento dei Comitati Alta Murgia è disponibile al seguente link:

http://www.altramurgia.it

Altri commenti in http://www.notizie-online.it/



LE VALUTAZIONI DEI CAM

È nato, adesso bisogna farlo crescere
Sono passati quindici anni dalla prima proposta di istituzione del parco nazionale dell’Alta Murgia, una proposta che, aprendosi pian piano un varco nell’indifferenza generale e proseguendo a marciare sempre dal basso, ha finito per coinvolgere ampi schieramenti sociali e istituzionali, fino a interessare lo stesso Parlamento italiano che, prima nel 1991 (L.394) e poi nel 1998 (L.426), ha legiferato l’istituzione del parco nazionale dell’Alta Murgia.
L’ultima tappa di questo lungo e tormentato percorso è stata raggiunta: dopo la grande Marcia Gravina-Altamura la Conferenza Unificata del 26.11.03 che ha ratificato definitivamente l’intesa tra Regione Puglia e Ministero dell’Ambiente in ottemperanza alla L 426/98 e, finalmente, il 5 marzo, l’approvazione del Decreto istitutivo varato dal Consiglio dei Ministri. Il parco attende ora solo la firma del Presidente della Repubblica.

Non è stato un percorso facile, soprattutto perché le dinamiche che hanno nel frattempo interessato il territorio hanno rischiato e rischiano tuttora di cancellarne il patrimonio. Abbiamo, con franchezza e fin dall’inizio, sostenuto che costruire il Parco significava realizzare “pezzo per pezzo”? un progetto politico di grande portata per le sue implicazioni sociali, economiche e culturali; che tale progetto, inoltre, poteva realizzarsi solo come “costruzione collettiva”?, coinvolgendo cioè direttamente, dal basso, le comunità  locali e le forze produttive e valutando attentamente i costi e i benefici che necessariamente si dovranno ridistribuire su ampie categorie di cittadini. Il dibattito nazionale sui parchi ma ancor più le realtà  locali che affrontano concretamente e da tempo questi temi, dimostrano come non esista una ricetta che prescriva le modalità  di costruzione di un parco.

Ogni realtà  possiede specifiche caratteristiche che derivano dalla sua particolare storia e dalle sue condizioni socio economiche. Per quanto riguarda l’Alta Murgia si deve sottolineare come i problemi che si stanno affrontando in questa fase (servitù militari, salvaguardia ambientale e tutela delle attività  produttive compatibili, allargamento del consenso e valutazione delle prospettive…) coinvolgono il cuore stesso di quello che chiamiamo per brevità  il “Parco”?, e cioè l’elemento che più di ogni altro può frenare o al contrario alimentare le possibilità  di programmare un più oculato uso del territorio: la cultura.

Scardinare pregiudizi, abitudini, sterili scetticismi, riuscire insomma a ribaltare una cultura obsoleta della delega incondizionata o del mero assistenzialismo, diviene ora il compito più difficile ed insieme più indispensabile da svolgere.
Non si tratta infatti solo di convincere, per esempio, gli operatori agricoli che il Parco così concepito salvaguarda e incentiva innanzi tutto la loro attività  e che quindi non devono continuare a spietrare dissennatamente il territorio oppure a sostenere progetti equivoci come la costruzione di capannoni in zona agricole, in deroga ai piani regolatori, come si fatto per gli accordi di programma (L.R. 34). Né si tratta solo di bloccare attività  equivoche che possono danneggiare l’ambiente e la salute e compromettere investimenti futuri da parte della collettività  (come il riversamento dei fanghi tossici riversati sull’Alta Murgia).
Non si tratta in definitiva di schierarsi con disinvoltura da una parte o dall’altra di eventuali contrapposizioni ma occorre invece affilare le armi della pazienza e del coraggio e contribuire al dialogo, al confronto, alle mediazioni possibili tra le parti in gioco, siano queste ultime istituzioni, partiti, associazioni ambientaliste o forze produttive. Il parco bisogno di tutte le energie sane, di fare diventare tutti protagonisti, altrimenti potrà  restare solo una vuota parola o peggio la nuova maschera per vecchi (e disonesti) lupi della politica e dell’economia.

Se anche le finanze dello Stato ci permettessero di dimostrare che i benefici potranno compensare i costi derivanti dal rispetto di una normativa di salvaguardia territoriale, non avremmo risolto il problema.

Non si vuole sostituire, infatti, alcune forme di assistenzialismo con altre perché in questo modo potremmo forse tutelare un pezzo di natura, snaturando però un progetto attivo di sviluppo che si intende mettere in moto sull’Alta Murgia. Allora bisogna sottolineare che molto dipenderà  dal tipo di Parco che si riuscirà  a costruire, dal suo grado di autorità  sui beni ambientali, dal consenso e dalla partecipazione ma anche dal tipo di impresa e dalla diversificazione delle sue attività . La storia dell’Alta Murgia conferma che il territorio, con la sua natura e i suoi manufatti, è sempre stato al centro di un processo sinergico di continua elaborazione, trasformazione e produzione.
Qualità  estetiche, organizzazioni produttive, uso dell’ambiente hanno da sempre costituito termini inscindibili di un unico sistema di relazioni. Le qualità  intrinseche ai singoli elementi come la bellezza di una masseria o la tessitura dei muri non rappresentano altro che l’espressione piຠpropriamente formale di una complessa organizzazione. Le stesse componenti fisiche dell’ecosistema biologico, dai caratteri del suolo alle qualità  del microclima, non possono essere considerate se non in rapporto alle interazioni prodottesi nel corso dei secoli tra uomo e ambiente. Affrontare, quindi, il problema nella sua globalità  significa trovare nuove regole di riproduzione del complesso sistema territoriale.
La scommessa su cui cimentarsi diventa, allora, quella di mettere in moto nuovi processi economici e culturali in grado di valorizzare le risorse territoriali e garantirne la loro riproducibilità , anche attraverso una loro reinterpretazione funzionale.

Per questo ci rendiamo conto delle difficoltà  esistenti nel tradurre questi concetti in un usuale strumento di pianificazione (P.T.C, P.I, P.R.G., Piano Paesistico, Parco). La logica esemplificante che ad essi sottende, infatti, anche quando riesce a superare i grossi problemi della gestione, del conflitto pubblico-privato e della frantumazione delle competenze non riesce ad andare oltre la politica normativo-vincolistica e la pratica dello zoning (divisione in aree diversamente normate). Nonostante la sua indispensabilità  lo strumento urbanistico, da solo, non è sufficiente a garantire la riuscita di una operazione di pianificazione, in quanto le istanze e i principi da esso promossi, spesso, risultano essere del tutto estranei e non comprensibili a coloro i quali, nella loro quotidianità , vivono sul territorio, modificandolo.

Solo se si riuscirà  a far si che ogni individuo come singolo, sia esso politico amministratore, operatore economico o semplice cittadino, partecipi attivamente alla costruzione della propria territorialità , si può pensare di mettere in moto gli elementi generatori di qualsiasi proposta di riorganizzazione del territorio: solo una rinnovata cultura dell’abitare può produrre nuova territorialità .

Nonostante la consapevolezza dei limiti che la pianificazione corrente, e la politica dei parchi in particolare, ha a riguardo, la proposta della istituzione del Parco Rurale Nazionale sull’Alta Murgia potrebbe offrire risposte concrete alle esigenze di vasti settori della società  civile che in questo territorio vivono e lavorano.

Questa proposta, infatti, si è posta in continuità  con le tensioni, le volontà , le battaglie epresse in tutti quest’ultimi anni.

Ma quali sono le iniziative che possono concretizzare questi obiettivi? Rispondere a questa domanda significa di fatto progettare il parco, e in ogni caso non può esservi una risposta chiusa ed univoca: si tratta piuttosto di innescare un processo in grado di costruire gradualmente e in maniera autocorrettiva le risposte giuste. Gli elementi fondamentali di questa azione non potranno non comprendere alcune essenziali strategie di intervento. Innanzitutto un piano di tutela, bonifica e manutenzione del patrimonio naturale e storico architettonico.

In secondo luogo un vasto programma di riconversione delle pratiche agricole correnti basate ormai quasi esclusivamente su di una monocultura cerealicola perennemente in crisi, le cui politiche di sviluppo, decise a migliaia di chilometri di distanza, sono spesso attuate con criteri completamente avulsi dalla realtà  locale e che si sono dimostrati capaci di provocare danni enormi all’ambiente: impoverimento del patrimonio genetico locale, inquinamento delle acque e del suolo, rischi per la salute umana, semplificazione del paesaggio naturale ed agricolo, spietramento.

Si tratta allora di promuovere un processo di riqualificazione dell’agricoltura locale, basato sulla diversificazione spaziale e temporale delle colture (anche attraverso il recupero, ove possibile, di pratiche e di colture tradizionali), l’impiego di tecniche biologiche per la concimazione e la lotta ai parassiti e alle infestanti, la produzione, la promozione e la commercializzazione di prodotti agricoli di qualità . Si tratta di sperimentare nuovi approcci alla produzione agricola e zootecnica capaci di integrare le attività  tradizionali con mezzi e strumenti non solo compatibili con l’ambiente, ma tali da determinarne il miglioramento e la ricostituzione.

La strategia delineata potrà  attrezzare la nostra agricoltura a competere con successo nel futuro mercato globale europeo, anticipando tra l’altro quelle che saranno le future politiche agricole della UE.

Parte integrante del Parco dovrà  dunque essere tutta quella infrastruttura di servizi in grado di sostenere e promuovere il processo di riconversione produttiva delineato: laboratori di ricerca scientifica, stazioni sperimentali, uffici di consulenza tecnica e finanziaria, servizi di marketing e di promozione; offrendo cosà­ anche opportunità  di lavoro qualificato per i giovani.

In terzo luogo la creazione di una offerta turistica non tradizionale e non speculativa che, evitando gli stereotipi del turismo consumistico di massa, proponga soluzioni originali in grado di soddisfare una domanda turistica nuova che nei prossimi anni è destinata a crescere sempre piàº: quella domanda di soluzioni non preconfezionate, il piຠpossibile articolate e ricche di stimoli eterogenei.

Da questo punto di vista l’Alta Murgia può realmente offrire qualcosa di estremamente nuovo ed originale, con il suo ricchissimo e peculiare patrimonio di storia, di cultura, di natura. Non si tratta dunque di creare mega strutture all’insegna del “tutto compreso”? che il piຠdelle volte deturpano il paesaggio e le strutture storiche in cui sono spesso ospitate, ma di attivare piuttosto una rete di strutture diversificate, realizzate recuperando la funzionalità  degli antichi jazzi e masserie, con criteri rispettosi dell’ambiente e dei manufatti storici ed in sinergia con un utilizzo agro-zootecnico delle strutture stesse.

Un discorso a parte ad integrazione del progetto occorrerebbe fare sulla gastronomia locale, recuperando e valorizzando la genuinità  degli alimenti prodotti sul territorio (carni, latticini, erbe selvatiche, pane, pasta, olio).
Si potrebbe cosà­ configurare una offerta estremamente articolata, in grado di dare risposte originali al turismo sportivo e naturalistico (equitazione, escursionismo, speleologia, cicloturismo), all’agriturismo e al turismo culturale (le masserie storiche, il patrimonio archeologico, i centri storici, …), privilegiando i piccoli gruppi ed il turismo giovanile e scolastico.

I riflessi occupazionali ed economici di queste attività  sarebbero da non sottovalutare, anche in virtຠdell’impulso che il turismo darebbe a tutta una serie di altre attività  quali l’artigianato locale, le agenzie turistiche, le aziende agroalimentari, il commercio, la ristorazione ecc.

Infine, la promozione di attività  originali di ricerca scientifica sui temi del restauro ambientale, del carsismo e della speleologia, dell’agricoltura biologica e di nuove tecniche di allevamento; nonché la promozione di attività  culturali e didattiche tese alla conoscenza e alla valorizzazione della cultura materiale del territorio.

In questa direzione molte sono le cose che le Amministrazioni comunali possono fare, sia autonomamente o consorziate tra loro, sia di concerto con la Regione Puglia, sia attraverso la promozione di consorzi misti, cui chiamare a partecipare l’imprenditoria privata e cooperativa e l’associazionismo giovanile, sia mediante interventi di largo respiro che vedano nella Unione Europea un interlocutore di primo piano.

Una cosa tuttora è certa, ed è quella che senza la messa in atto di interventi concreti, anche a scala locale, che puntino a pianificare in modo omogeneo le aree dei diversi comuni interessati, salvaguardandone l’integrità  e promuovendone un riuso sostenibile, si rischia di non avere piຠun territorio sul quale proporre un intervento organico.

Restano tuttavia in piedi anche altre questioni, prime tra tutte la presenza dei cinque poligoni di tiro militari sull’Alta Murgia. Dai primi anni Ottanta un variegato e consistente movimento di base, insieme alle Amministrazioni locali, ha più volte ribadito, anche con le tre grandi marce Gravina ”“ Altamura, la decisa e unanime contrapposizione all’uso militare di questa terra. La presenza del parco ora rende ancora più esplicita l’incompatibilità  delle servitù militari con la vocazione d’uso non violento del territorio. Occorre perciò impegnarsi per risolvere una buona volta e con urgenza questa vertenza.

L’uso militare del territorio è stata da noi denunciata anche a proposito della vicenda delle scorie nucleari destinate, da quell’assurdo Decreto del Consiglio dei Ministri, a Scanzano. La lotta per ora ha pagato, ma appunto solo per ora, perché sia chiaro a tutti che la segretezza, le ambiguità  e la superficialità  con cui il Governo ha gestito la vicenda restano tutte ancora in piedi, e allora bisognerà  vigilare, aprendo un confronto più largo possibile sugli scenari futuri che ci attendono.

Un altro grande e urgente problema è quello di procedere alla bonifica dei siti inquinati sulla Murgia e impegnare la Provincia di Bari a revocare l’autorizzazione all’impianto, superdimensionato, di trattamento di rifiuti speciali che si sta realizzando sulla SS. 96. Lo diciamo ancora una volta: noi non siamo contro le strutture che possono migliorare la qualità  della vita, come i centri di produzione di Compost, ma siamo decisamente contrari a che si smaltisca lì ogni genere di rifiuti speciali e di affidare ad un privato, specie alla Tersan ”“ Puglia, un simile compito. Non ci fidiamo e abbiamo molte ragioni fa far valere in proposito.

Naturalmente molte sono le emergenze cui dovremo far fronte nell’immediato futuro e non mancheranno occasioni per esplicitare le nostre proposte e il nostro impegno, come abbiamo fatto in tutti questi lunghi anni e come ancora abbiamo fatto, con grande evidenza l’8 novembre 2003, coinvolgendo più di quindicimila voci per rivendicare obiettivi comuni nella grande marcia Gravina – Altamura. Quest’ultimo evento ha dimostrato che esiste un soggetto politico, radicato nelle forme di organizzazione di base del territorio, che rivendica una attiva partecipazione alle decisioni politiche, al governo del territorio.

Questo movimento deve continuare a crescere, sostenuto da una consapevolezza più matura e più ampia delle interconnessioni dei sistemi territoriali e dalla necessità  di coagulare alleanze più strette tra la murgia e i paesi costieri del nord barese, tra la murgia e i paesi pugliesi e lucani che si affacciano sul sistema carsico delle gravine.

La firma del Presidente della Repubblica, che speriamo non si faccia attendere, ha smorzato l’amarezza dei più scettici. Vogliamo augurare a tutti di far tesoro di quanto abbiamo conquistato. Ora dobbiamo costruire.

Comitati Alta Murgia

IL PARCO E’ UNA REALTA’. ORA DIAMOGLI CORPO E SOSTANZA.





IL PARCO E’ UNA REALTA’


ORA DIAMOGLI CORPO E SOSTANZA.


 di  enzo colonna


A distanza di 15 anni dalla sua prima idea, a distanza di 13 anni dall’inserimento dell’Alta Murgia nell’elenco delle aree prioritarie di reperimento (legge 394/91, art. 34), a distanza di oltre 5 anni dalla sua istituzione formale (legge 426/98, art. 2), il Parco Nazionale dell’Alta Murgia è ora una realtà . La soddisfazione è grande.


A nessuno è consentito però ignorare o dimenticare che il riconoscimento legislativo dell’identità  socio-culturale-ambientale dell’Alta Murgia è potuto avvenire solo dopo lungo tempo e con estrema fatica, grazie soprattutto all’energia di movimenti di base, cittadini, associazioni.


Consapevoli di questa esperienza e definito ora il contenitore, è arrivato il momento di passare alla fase successiva, quella decisiva e vitale: pensare al suo contenuto, fatto di idee, investimenti, progetti, valorizzazione dei beni culturali, storici, ambientali e paesaggistici presenti sul territorio.


Nulla, in questa fase, deve essere lasciato al caso o alla buona volontà  ed impegno di singoli e gruppi. Devono ora entrare in campo, in maniera convinta e decisa, le istituzioni (regione, provincia, comuni e comunità  montane), vale a dire quei soggetti che, per legge, compongono la Comunità  del Parco.


È bene ricordare che già  la legge n. 426 del 1998 destinava risorse economiche statali per la realizzazione ed il funzionamento del Parco (comma 7, art. 2).


È bene ricordare che la legge quadro sulle aree protette (legge n. 394 del 1991) assicura ai comuni ed alle province il cui territorio è compreso, in tutto o in parte, entro i confini di un parco nazionale la “priorità  nella concessione di finanziamenti dell’Unione europea, statali e regionali” (art. 7, comma 1). La medesima priorità  è attribuita “ai privati, singoli od associati, che intendano realizzare iniziative produttive o di servizio compatibili con le finalità  istitutive del parco nazionale” (art. 7, comma 2). Per non parlare della possibilità  di accedere alle disponibilità  finanziarie ripartite sulla base del programma triennale per le aree naturali protette (art. 4, comma 1, lett. c, legge n. 394/91). O ancora delle opportunità  offerte dalle iniziative promosse dalla Comunità  del parco, dirette “a favorire lo sviluppo economico e sociale delle collettività  eventualmente residenti all’interno del parco e nei territori adiacenti” (art. 14, legge n. 394/91).


È bene ricordare inoltre che è necessario ora iniziare ad elaborare un’idea di Piano [art. 12 della legge 394/91: «La tutela dei valori naturali ed ambientali nonché storici, culturali, antropologici, tradizionali affidata all’Ente parco è perseguita attraverso lo strumento del piano per il parco  Il piano è predisposto dall’Ente parco entro diciotto mesi dalla costituzione dei suoi organi»] e di Regolamento del Parco [art. 11: «Il regolamento del parco disciplina l’esercizio delle attività  consentite entro il territorio del parco ed è adottato dall’Ente parco, anche contestualmente all’approvazione del piano per il parco di cui all’articolo 12 e comunque non oltre sei mesi dall’approvazione del medesimo»].


Che l’istituzione del Parco precludesse qualsiasi attività  e fosse di intralcio allo svolgimento di attività  economiche e produttive ha rappresentato solo un pregiudizio contro cui ci si è a lungo battuti. Sarà  il lavoro dei prossimi mesi, sarà  la definizione dei contenuti del Parco a confermare che era anche un’idea assolutamente infondata e sbagliata.


 

ISTITUITO IL PARCO NAZIONALE DELL’ALTA MURGIA




www.governo.it











CONSIGLIO DEI MINISTRI n.148 de 5 marzo 2004




La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica:


il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 10,30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente, Silvio Berlusconi.


Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Gianni Letta.


Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti:




su proposta del Vicepresidente, Fini, del Ministro dell’interno, Pisanu e del Ministro della giustizia, Castelli:



– un decreto presidenziale per l’istituzione del Parco nazionale dell’Alta Murgia e del relativo Ente parco, volto alla tutela, conservazione e valorizzazione delle caratteristiche naturali, ambientali, storico-culturali e paesaggistiche del territorio; sono stati acquisiti il parere favorevole della Conferenza unificata e l’intesa con la Regione Puglia;




La seduta ha avuto termine alle ore 11,15.


 





Il sito www.altramurgia.it ha messo a disposizione il testo del decreto approvato dal governo.


CLICCA QUI PER LEGGERE O SCARICARE IL TESTO DEL DECRETO IN FORMATO .DOC


 

CHE FINE HA FATTO IL CONTRATTO DI QUARTIERE? COSA, CHI STA ASPETTANDO LA GIUNTA?




CHE FINE HA FATTO IL CONTRATTO DI QUARTIERE?


Dieci giorni fa, con queste parole chiudevo il mio comunicato di presentazione di una proposta deliberativa finalizzata alla promozione di un piano di riqualificazione urbana denominato “Contratto di Quartiere II” (clicca qui per leggere e scaricare il testo integrale della proposta sottoposta alla Giunta comunale):


<<Al fine di non sprecare ulteriore tempo utile e di evitare defatiganti ed inconcludenti discussioni preliminari e preparatorie, nell’esercizio delle funzioni di consigliere comunale e in adempimento di un mandato elettorale conferito ad esito di una campagna elettorale durante la quale tutto il centro-sinistra, non solo lo scrivente, si era impegnato a dotare le periferie cittadine di servizi e strutture pubbliche e ad elevare il livello della qualità  della vita in termini sociali e culturali degli abitanti di quelle zone, mi sono permesso di elaborare una proposta deliberativa, completa ed articolata, su cui mi auguro il Sindaco e la Giunta, da poco insediata, vogliano pronunciarsi in tempi rapidi.>>


Da allora, nulla a livello amministrato è stato prodotto. Nessun cenno di risposta formale: nè un SI’ motivato, nè un NO altrettanto motivato.


Come troppo spesso è accaduto, un muro di gomma, di indifferenza, di ipocrita silenzio si è opposto ad una proposta di deliberazione con la quale si chiedeva semplicemente che il Comune di Altamura attivasse, secondo criteri di trasparenza e pubblicità , le procedure complesse previste per la realizzazione di un “Contratto di Quartiere” e per la sua candidatura ai fondi regionali e statali previsti da un bando pubblicato nell’ottobre scorso.


Attendo di capire cosa o chi si stia attendendo. La scadenza del termine per la candidatura dei piani di riqualificazione è il 6 aprile 2004. Irreversibilmente prossima.


Anziché valutare il merito di soluzioni progettuali, anziché chiamare i cittadini dei quartieri (ad esempio, di Via Carpentino o Via Selva o Via Corato) ad esprimersi sui propri fabbisogni e sogni di infrastrutture, strutture e servizi collettivi (cose normali e semplici in paesi normali e civili: strade ed illuminazione pubbliche, un asilo, una parco urbano, un centro culturale o una biblioteca di quartiere, un’area mercatale attrezzata, una struttura sportiva), sulle loro condizioni di vita e di vivibilità  e sulle loro possibili soluzioni, anziché farne oggetto di discussioni aperte, alte, trasparenti e pubbliche (da tenersi nelle scuole, nelle parrocchie, nelle strade del quartiere), si continua a preferire la via della riduzione di ogni proposta (per ipotesi, anche sbagliata o non condivisibile, ma lo si dica almeno!) ad argomento di pettegolezzo da corridoio, a tema di chiacchiera accidiosa ed inconcludente, a lamento acrimonioso e permaloso.


Continuate pure così! Continuate pure a farvi del male. E soprattutto, purtroppo, a farci del male!


Ma fino a quando?!



ENZO COLONNA


(consigliere comunale)

Venerdì 5 marzo sarà  Parco?

PARCO DELL’ALTA MURGIA: VENERDI’ LA SVOLTA?


La cautela è d’obbligo alla luce della recente esperienza. Rinviamo in proposito a:


Il Tg3 e il Parco della Murgia (clicca qui)


Parco dell’Alta Murgia: dubbi e misteri del rinvio governativo (clicca qui)


Ma vi segnaliamo questa notizia tratta da:


http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/governo/20040302174032861839.html



(ANSA) – ROMA, 2 MAR – Venerdi’ dovrebbe essere il giorno del 23/mo parco nazionale italiano, quello della Murgia, in Puglia. Il decreto istitutivo finale dovrebbe infatti approdare nel prossimo Consiglio dei Ministri. Lo ha annunciato il direttore generale della Direzione Conservazione natura del Ministero dell’Ambiente, Aldo Cosentino, a margine della presentazione dell’indagine conoscitiva sulla gestione amministrativa dei Parchi della Commissione Ambiente. Con il Parco della Murgia, l’Italia si avvia verso l’obiettivo finale della legge sui parchi, per quanto riguarda i parchi nazionali. Il 24/o parco, quello della Val d’Agri (Basilicata) e’ praticamente pronto. Per la rete di protezione marina, invece, mancano all’appello ancora 15 riserve, tra queste quelle piu’ prossime all’ istituzione sono Pantelleria, Secche della Meloria e Capo Muro di Porco (Siracusa). In tutto le riserve marine attualmente in funzione sono 21. Per i 22 Parchi nazionali esistenti il fondo di dotazione e’ pari a 45 milioni di euro mentre per le 21 riserve marine tra i 10 e i 12 milioni. Ecco di seguito la mappa della rete natura: – 772 aree protette totali iscritte nell’elenco ufficiale pubblicato dal Ministero dell’Ambiente che comprende parchi nazionali, regionali, oasi del Wwf, riserve naturali e parchi marini – oltre 10% territorio nazionale protetto per un totale di 2.911.851 ettari a terra e 2.820.673 ettari a mare ma, di questi, la quasi totalita’ (oltre 2,5 mln di ettari) appartengono del santuario dei cetacei tra Italia e Corsica. – parchi nazionali: 22 istituiti per 1.342.518 ettari – parchi nazionali marini: 71.812 ettari – riserve marine: 20 istituite per 190.082 ettari . (ANSA). GU 02/03/2004 17:40







ABROGATA LA LEGGE REGIONALE 34 (fonte Adnkronos)



Economia
02-MAR-04 Ore: 16:33

Bari, 2 mar (Adnkronos) – Il Consiglio regionale della Puglia ha abrogato all’unanimita’ la legge 34 del 1994 sugli accordi di programma che consentiva, in assenza di zone appositamente previste, una deroga al piano regolatore dei Comuni e la costruzione di opifici industriali, artigianali, e di strutture turistico-alberghiere in zone agricole. All’ordine del giorno della seduta di stamane c’era una proposta di legge della quinta commissione che tendeva ad aumentare da 10 a 50 il numero di nuovi addetti per unita’ produttive richiesti dalla legge per la sua applicazione e a rendere ammissibili le domande ”solo se lo strumento urbanistico vigente non disponga di aree idonee con destinazione specifica in atto”. Inoltre gli ampliamenti venivano consentiti solo per volumetrie limitate. Una proposta, secondo quanto ha affermato nel corso della discussione il presidente della commissione Ambiente Mario Carrieri (Forza Italia), con la quale ”si tentava di evitare che lo strumento dell’accordo di programma fosse utilizzato per operare interventi dannosi per il territorio”. Era una soluzione utile ad evitare scempi ambientali e insieme a valorizzare le iniziative imprenditoriali che davvero concorrono allo sviluppo del territorio. Su proposta del presidente Raffaele Fitto, pero’, si e’ andati oltre la proposta originaria che in Commissione era stata avanzata dai Ds e dal Prc. Si e’ deciso unanimente di abrogare la legge esistente. I gruppi si sono impegnati in tempi brevi a riformulare una nuova iniziativa legislativa per regolamentare gli accordi di programma e gli sportelli unici, altro strumento in deroga ai vincoli urbanistici.
Saranno salvaguardate le richieste che sono state gia’ inviate ai Comuni entro la data di entrata di vigore della legge.

 

Economia
02-MAR-04 Ore: 16:33
PUGLIA: ZONE INDUSTRIALI, REGIONE ABROGA LEGGE SU ACCORDI PROGRAMMA (2)
(Adnkronos) – Una proposta, secondo quanto ha affermato nel corso della discussione il presidente della commissione Ambiente Mario Carrieri (Forza Italia), con la quale ”si tentava di evitare che lo strumento dell’accordo di programma fosse utilizzato per operare interventi dannosi per il territorio”. Era una soluzione utile ad evitare scempi ambientali e insieme a valorizzare le iniziative imprenditoriali che davvero concorrono allo sviluppo del territorio. Su proposta del presidente Raffaele Fitto, pero’, si e’ andati oltre la proposta originaria che in Commissione era stata avanzata dai Ds e dal Prc. Si e’ deciso unanimente di abrogare la legge esistente. I gruppi si sono impegnati in tempi brevi a riformulare una nuova iniziativa legislativa per regolamentare gli accordi di programma e gli sportelli unici, altro strumento in deroga ai vincoli urbanistici. Saranno salvaguardate le richieste che sono state gia’ inviate ai Comuni entro la data di entrata di vigore della legge.

 

Economia
02-MAR-04 Ore: 16:34
PUGLIA: ZONE INDUSTRIALI, REGIONE ABROGA LEGGE SU ACCORDI PROGRAMMA (3)
SODDISFATTI DS E PRC – VENTRICELLI, STOP A INSEDIAMENTI SELVAGGI (Adnkronos) – ”L’abrogazione della legge regionale 34 da parte del Consiglio regionale, assume una particolare importanza in un momento in cui alcune aree della Puglia sono aggredite selvaggiamente”. Lo ha dichiarato, subito dopo la decisione dell’assemblea, il consigliere regionale dei Ds, Michele Ventricelli che aveva proposto insieme a Michele Losappio del Prc l’iniziativa legislativa. ”Per autorizzare insediamenti industriali in territorio agricolo – ha aggiunto – non poteva essere consentito in maniera ordinaria uno strumento derogatorio come quello dell’accordo di programma. Si contribuisce cosi’ a riportare un minimo di rispetto della legalita’ e di uso e tutela del territorio pugliese – ha continuato – nell’osservanza delle scelte programmatorie degli enti locali. Cio’ appare ancora piu’ significativo per alcune aree pugliesi, come la Murgia, dove in questi ultimi dieci anni si e’ adoperato lo strumento dell’accordo di programma per mutare le destinazioni urbanistiche delle aree agricole, consentendo l’aggressione al territorio”. (segue)


 


Economia
02-MAR-04 Ore: 16:35
PUGLIA: ZONE INDUSTRIALI, REGIONE ABROGA LEGGE SU ACCORDI PROGRAMMA (4)
(Adnkronos) – ” E’ assurdo e dannoso – ha sottolineato – che in questa ottica il Ministero dell’Ambiente e il governo regionale non pongano fine all’annosa vicenda dell’istituzione del Parco dell’Alta Murgia che contribuirebbe a dare un ulteriore e serio contributo alla tutela e salvaguardia dei quel territorio. In tal senso – ha concluso Ventricelli – e’ necessario che in queste ore il presidente della Regione e l’assessore Saccomanno facciano sentire con forza al governo centrale la propria inequivoca volonta’ d’istituzione del Parco”. Soddisfatti anche i rapprsentanti del Prc Michele Losappio e Arcangelo Sannicandro. ”Gia’ nel 2002 avevamo presentato una proposta di legge abrogativa composta da un solo articolo”, dicono. ”Oggi verifichiamo che la nostra preoccupazione sugli ‘assalti’ al territorio e’ condivisa anche dalla giunta e da tutto il consiglio e di questo diamo un giudizio positivo”.